Legge elettorale: stretti fra due referendum.
Lo strumento del referendum fa paura alla classe politica attuale, senza distinzione di colore. Gli ultimi referendum che abbiamo voluto e votato, ad esempio, sono stati ostacolati in tutti i modi. Ci hanno provato abolendo l'election day, poi hanno provato ad approvare una legge (che fingeva di rinunciare al nucleare) per farlo saltare. Infine quando ci siamo espressi in massa il 12 e 13 giugno contro l'assoggettamento dei beni comuni alle logiche di mercato, hanno lavorato coi peggiori azzeccagarbugli per aggirare la volontà popolare (inserendo norme illegittime all'interno della manovra finanziaria, o interpretando in maniera restrittiva il concetto di servizio pubblico, come ha fatto il sindaco di Firenze, che ha annunciato un piano di privatizzazione dei servizi molto spinto).
Lo strumento del referendum fa paura alla classe politica attuale, senza distinzione di colore. Gli ultimi referendum che abbiamo voluto e votato, ad esempio, sono stati ostacolati in tutti i modi. Ci hanno provato abolendo l'election day, poi hanno provato ad approvare una legge (che fingeva di rinunciare al nucleare) per farlo saltare. Infine quando ci siamo espressi in massa il 12 e 13 giugno contro l'assoggettamento dei beni comuni alle logiche di mercato, hanno lavorato coi peggiori azzeccagarbugli per aggirare la volontà popolare (inserendo norme illegittime all'interno della manovra finanziaria, o interpretando in maniera restrittiva il concetto di servizio pubblico, come ha fatto il sindaco di Firenze, che ha annunciato un piano di privatizzazione dei servizi molto spinto).
L'ultima tecnica per contrastare la
volontà popolare e mantenere lo status quo è quella di proporre
referendum concorrenti sulla stessa materia. E' quello che sta accadendo
con il referendum chiamato "anti-porcellum": sono nate due iniziative
referendarie per cercare di superare, contro la volontà della
maggioranza parlamentare, l'attuale legge elettorale voluta da Calderoli
e Berlusconi nel 2005 (legge n. 270/05), ma procedono senza il minimo
coordinamento e con obiettivi contrastanti. Hanno depositato tre quesiti
referendari Stefano Passigli e Giovanni Sartori per abrogare in parte
il "porcellum" eliminando premio di maggioranza, designazione del
premier e liste bloccate, generando così un sistema proporzionale con
sbarramento al 4%. Subito dopo sono arrivati i due quesiti di Arturo
Parisi e Andrea Morrone che mirano a cancellare integralmente il
porcellum dichiarando che così tornerebbe in vigore il sistema
elettorale precedente, ovvero la legge Mattarella approvata nel 1993.
Nel merito però il Mattarellum mantiene lo strapotere delle segreterie
dei partiti che decidono i candidati dei collegi uninominali e le liste
bloccate della quota proporzionale; inoltre, siccome nei collegi
uninominali passa un solo candidato, si produce un effetto distorsivo
della volontà degli elettori simile al premio di maggioranza.
In due referendum sono comunque in
aperto conflitto fra loro e entrambi rischiano di non raggiungere
l'obiettivo perché la raccolta delle firme si è avviata tardi sia per il
duello fra i due, sia per l'accenno del PD alla presentazione di una
proposta parlamentare (un doppio turno di collegio con sbarramento e
recupero proporzionale) che sembrava mettere d'accordo quel partito, ma
l'ipotesi risulta ora abbandonata.
Non possiamo poi tacere che, se entrambi
i referendum dichiarano di voler superare il porcellum, quello di
Parisi sembra proposto solo per bloccare l'altro e inoltre, pur se
dovesse raggiungere le 500.000 firme necessarie, non intaccherebbe
minimamente il Porcellum, perché con ragionevole grado di certezza
sarebbe bloccato dalla Corte Costituzionale: Parisi e company
pretendono infatti, con la cancellazione del Porcellum, di far"
rivivere" il Mattarellum, tacendo il fatto che la "riviviscenza" di una
legge già abrogata può essere operata solo con legge approvata dal
Parlamento e non da un referendum che può solo abrogare, non esprimere
altre volontà; e la Corte Costituzionale ha stabilito che può essere
ammesso un referendum in materia di leggi elettorali solo se "ne risulti
una coerente normativa residua, immediatamente applicabile, in guisa da
garantire, pur nell'eventualità di inerzia legislativa, la costante
operatività dell'organo" (sent. 32/1993).
Non ci interessa in questo tragico
momento di eclisse della democrazia discettare se il referendum di
Parisi sia effettivamente , come e', un inganno o solamente un errore,
peraltro difficilmente perdonabile di un certo ceto politico
autoreferenziale; basta sapere che è almeno un azzardo e che con questo
referendum - che ragionevolmente non sarà ammesso - la raccolta firme
non può avere l'effetto di stimolo sul Parlamento, mentre i quesiti del
referendum proposto da Passigli - di abrogazione parziale e per singoli
punti della legge del 2005 - sono di ragionevole ammissione e, una
volta indetto, giungerebbero al voto popolare o, realisticamente,
spingerebbero il Parlamento ad approvare una legge di modifica per
evitare il referendum.
Invitiamo pertanto chi abbia come
obiettivo prioritario il superamento del Porcellum anzitutto a firmare
per i tre quesiti di Passigli perché ammissibili; in specie quello
inteso all'abrogazione del mostruoso premio di maggioranza; in ogni
caso è possibile firmare per tutti i quesiti referendari, di Parisi e di
Passigli, sapendo che i secondi non danneggiano i primi e viceversa:
infatti se il referendum Parisi risultasse inammissibile, si voterebbe
per quelli di Passigli.
Chiunque può firmare presso la segreteria del proprio Comune di residenza. E' l'ultima chance, dopodiche' ci restera' il porcellum, come e' purtroppo quasi certo.
Chiunque può firmare presso la segreteria del proprio Comune di residenza. E' l'ultima chance, dopodiche' ci restera' il porcellum, come e' purtroppo quasi certo.
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