La presidente di Confindustria, indicata nei sondaggi come la leader
preferita dagli italiani, sta portando le bordate più pesanti al governo
Berlusconi. Assieme a ciò ha presentato il “Manifesto” degli industriali
italiani contro il governo e per salvare l’Italia. Un programma in cinque
punti che ci chiarisce che l’opposizione della Marcegallia è una opposzione di
destra al governo:
1. Riforma delle pensioni che «non deve penalizzare i
giovani»
2. Vendere il patrimonio pubblico per ridurre la spesa
pubblica
3. Abbassare il debito e ridurre l’ingerenza del pubblico
nell'economia
4. Piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni serio
5. Infrastrutture, cioè "levare i vincoli
burocratici e di testa che impediscono a investimenti magari già finanziati da
pubblico e privato".
Si tratta con tutta evidenza di proposte che mirano a soddisfare i bisogni
specifici dei grandi industriali e a impoverire di più il paese e i lavoratori.
Con la vendita del patrimonio pubblico, che in genere significa
"svendita", si tratta di mettere le mani su qualche gioiellino ancora
succulento; lo stesso dicasi per le liberalizzazioni e privatizzazioni cioè le
mani su acqua pubblica, energia, trasporti redditizi etc, per non parlare della
proposta di “ridurre l’ingerenza del pubblico nell’economia”, quando ci
vorrebbe proprio il contrario, a partire dal controllo e la direzione pubblica
sulla politica industriale e sul sistema bancario e finanziario.
Quando si parla di infrastrutture non si pensa certo ad un sistema
trasportistico decente (ferrovie e aereoporti) per il Mezzogiorno per
rilanciare lo sviluppo e il turismo nelle aree più belle del paese e fra le più
belle d’Europa, ma significa opere inutili come la Tav dall'impatto
ambientale devastante ma dalla redditività certa per i costruttori e i
tangentari.
Mentre riforma delle pensioni tutti sanno cosa voglia dire: eliminazione
delle pensioni di anzianità (cioè di chi ha cominciato a lavorare a 15 anni),
allungamento dell'età pensionabile, riduzione degli assegni con buona pace
"dei giovani" che si troverebbero la strada tappata dai lavoratori
più anziani cui non è permesso uscire dal mercato del lavoro. Un programma
micidiale, dunque. Una opposizione da destra al governo Berlusconi.
Come intende portarlo avanti Marcegaglia? Facendo direttamente politica? La
sensazione è che, nonostante i toni, si cercherà di strappare tutto quello che
è possibile all'attuale governo, debole, ricattato, diviso e che, quindi, è più
disponibile a sottostare ai diktat, e contemporaneamente si cerca di spostare
ancora di più l’opposizione già moderata del Pd su un terreno ancora più
liberista e confindustriale. Ma più in profondità, Confindustria detta l'agenda
per il governo che verrà così come hanno già fatto Bce e Commissione europea e,
in parte, lo stesso Presidente della Repubblica. E' una morsa costante per
creare le condizioni più favorevoli a mandare via Berlusconi per far fare così
con molta più facilità (perché Berlusconi non è più credibile e spacca il
paese) i grandissimi sacrifici ai lavoratori e al popolo italiano,
possibilmente con un nuovo governo di grandi intese e con la concertazione
sindacale.
Leonardo Masella
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