lunedì 26 settembre 2011

I 5 punti del Manifesto della Marcegallia: una opposizione da destra al governo Berlusconi.

La presidente di Confindustria, indicata nei sondaggi come la leader preferita dagli italiani, sta portando le bordate più pesanti al governo Berlusconi. Assieme a ciò ha presentato il “Manifesto” degli industriali italiani contro il governo e per salvare l’Italia. Un programma in cinque punti che ci chiarisce che l’opposizione della Marcegallia è una opposzione di destra al governo:
1.   Riforma delle pensioni che «non deve penalizzare i giovani»
2.   Vendere il patrimonio pubblico per ridurre la spesa pubblica
3.   Abbassare il debito e ridurre l’ingerenza del pubblico nell'economia
4.   Piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni serio
5.   Infrastrutture, cioè "levare i vincoli burocratici e di testa che impediscono a investimenti magari già finanziati da pubblico e privato".
Si tratta con tutta evidenza di proposte che mirano a soddisfare i bisogni specifici dei grandi industriali e a impoverire di più il paese e i lavoratori. Con la vendita del patrimonio pubblico, che in genere significa "svendita", si tratta di mettere le mani su qualche gioiellino ancora succulento; lo stesso dicasi per le liberalizzazioni e privatizzazioni cioè le mani su acqua pubblica, energia, trasporti redditizi etc, per non parlare della proposta di “ridurre l’ingerenza del pubblico nell’economia”, quando ci vorrebbe proprio il contrario, a partire dal controllo e la direzione pubblica sulla politica industriale e sul sistema bancario e finanziario.
Quando si parla di infrastrutture non si pensa certo ad un sistema trasportistico decente (ferrovie e aereoporti) per il Mezzogiorno per rilanciare lo sviluppo e il turismo nelle aree più belle del paese e fra le più belle d’Europa, ma significa opere inutili come la Tav dall'impatto ambientale devastante ma dalla redditività certa per i costruttori e i tangentari.

Mentre riforma delle pensioni tutti sanno cosa voglia dire: eliminazione delle pensioni di anzianità (cioè di chi ha cominciato a lavorare a 15 anni), allungamento dell'età pensionabile, riduzione degli assegni con buona pace "dei giovani" che si troverebbero la strada tappata dai lavoratori più anziani cui non è permesso uscire dal mercato del lavoro. Un programma micidiale, dunque. Una opposizione da destra al governo Berlusconi.
Come intende portarlo avanti Marcegaglia? Facendo direttamente politica? La sensazione è che, nonostante i toni, si cercherà di strappare tutto quello che è possibile all'attuale governo, debole, ricattato, diviso e che, quindi, è più disponibile a sottostare ai diktat, e contemporaneamente si cerca di spostare ancora di più l’opposizione già moderata del Pd su un terreno ancora più liberista e confindustriale. Ma più in profondità, Confindustria detta l'agenda per il governo che verrà così come hanno già fatto Bce e Commissione europea e, in parte, lo stesso Presidente della Repubblica. E' una morsa costante per creare le condizioni più favorevoli a mandare via Berlusconi per far fare così con molta più facilità (perché Berlusconi non è più credibile e spacca il paese) i grandissimi sacrifici ai lavoratori e al popolo italiano, possibilmente con un nuovo governo di grandi intese e con la concertazione sindacale.

Leonardo Masella

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