segretario PRC
Oggi in un centinaio di piazze si terrà il “patrimoniale Day”, organizzato dalla Federazione della Sinistra. In alcune città la mobilitazione è già cominciata ieri, con raccolta di firme sulla piattaforma che abbiamo contrapposto alla manovra del governo. Punto centrale è la richiesta di una tassa patrimoniale a carico dei ricchi che possiedono più di un milione di euro. Un prelievo che permetta, attraverso un sistema di aliquote progressive, di recuperare 20 miliardi di euro. Attorno alla proposta della patrimoniale ve ne sono altre, come il dimezzamento delle spese militari e degli stipendi dei parlamentari, e come quelle che impongono il blocco delle grandi opere inutili e l’obbligo di restituire i finanziamenti pubblici per le aziende che delocalizzano.
Con questa mobilitazione, che proseguiremo nelle prossime settimane, vogliamo dimostrare una cosa semplice: è possibile affrontare il tema della spesa pubblica facendo pagare i ricchi invece che i lavoratori, i pensionati e i giovani. E’ possibile, dentro la crisi, operare una riconversione ambientale dell’economia spostando le risorse dalle armi e dalla Tav verso la scuola, l’istruzione e la produzione di energie alternative. Qualcuno può pensare che sia poca cosa. Non è così. Per sconfiggere gli appelli pelosi alla responsabilità nazionale, le allusioni al fatto che saremmo tutti sulla stessa barca in cui si prodiga anche il Presidente della Repubblica, occorre dimostrare concretamente che la manovra fatta dal governo è una manovra di classe, arbitraria nella sua scelta di scaricare integralmente i costi della crisi sulle spalle dei più deboli. Mostrare concretamente la possibilità di una manovra alternativa è il primo passo per contestare l’oggettività della crisi.
A partire dall’individuazione di un’altra manovra possibile avanziamo infatti le nostre proposte per battere la speculazione finanziaria, altro fenomeno che viene presentato come naturale. Sono proposte semplici e praticabili: bloccare la vendita dei titoli allo scoperto, tassare le transazioni speculative di capitale, obbligare la Banca Centrale Europea a comprare direttamente i titoli di stato senza passare attraverso i mercati. La speculazione finanziaria non è un fenomeno naturale, ma un furto, legalizzato dagli Stati e dall’Europa. Siamo di fronte ad un vero e proprio colpo di mano monetario in cui i parlamenti democratici vengono esautorati dal direttorio europeo e in cui la Bce finanzia illimitatamente le banche private e strozza gli stati nazionali favorendo la speculazione.
Diciamo chiaramente che nella misura in cui l’Europa non cambia politica economica, mettendo la mordacchia alla speculazione finanziaria, noi rivendichiamo che lo stato italiano non paghi i debiti alle banche estere che posseggono titoli di stato. Noi siamo per cambiare l’Europa, ma se l’Europa non cambia, prima di finire come la Grecia, c’è il diritto alla difesa non pagando il debito. Lotta alla speculazione e lotta per la giustizia sociale sono le due facce della stessa medaglia, che abbiamo come problema oggi e che avremo come problema anche se non dovessimo pagare il debito.
Il “Patrimoniale Day” è quindi il primo passo di una lotta contro il neoliberismo e per la costruzione della manifestazione del 15 ottobre contro le politiche europee. Una manifestazione lanciata dagli indignados spagnoli a cui partecipiamo insieme a tutte le altre forze di movimento. Una manifestazione unitaria – dopo molto tempo – alla cui riuscita mettiamo integralmente a disposizione il nostro partito. Per questo, sin dai prossimi giorni, occorre costruire, sulla base dell’appello unitario, assemblee, comitati promotori. E dedicarsi senza risparmio alla concreta organizzazione della partecipazione. Il 15 ottobre sarà un punto di passaggio decisivo per la ricostruzione in Italia di un movimento antiliberista a base di massa. Si tratta di andare oltre l’antiberlusconismo moralista e interclassista, che alberga su vari giornali italiani, per costruire un movimento di popolo che è contro Berlusconi perché si oppone al liberismo. Com’è noto siamo per mandare a casa Berlusconi il più in fretta possibile, siamo per costruire una alleanza con il centrosinistra per sconfiggerlo alle elezioni, ma abbiamo la piena consapevolezza che tutto questo non porterà alla costruzione dell’alternativa. Costruire un movimento di massa contro il liberismo è allora una condizione essenziale per rovesciare il tavolo e sconfiggere oltre a Berlusconi anche il berlusconismo.
Dobbiamo quindi lavorare, a partire dal “Patrimoniale Day” di domani, affinché il 15 ottobre rappresenti un nuovo inizio. Un punto di partenza per lo sviluppo di un movimento antiliberista capace di porsi chiaramente l’obiettivo di una uscita da sinistra dalla crisi e di dar vita ad una costituente dei beni comuni e del lavoro. Perché l’alternativa la si costruisce con programmi chiari e attraverso un forte movimento di massa.
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