sabato 3 settembre 2011

L'acqua è un bene comune

Comitato Acqua Pubblica Marsciano dice NO a ennesima tassa fatta pagare a onesti

da:www.umbrialeft.it

Rispondiamo all’intervista al Presidente di Umbra Acque pubblicata sul Corriere dell’Umbria del 27/08/2011 per chiarire che non crediamo assolutamente che sia questione di una bolletta pagata con 5 o 10 o 20 giorni di ritardo, a tutti può succedere di dover aspettare per pagare alcuni conti, in particolar modo in questi ultimi due anni. Lo scandalo non è questo.
Lo scandalo semmai è questa ennesima tassazione ingiusta, questa ricerca di finanziamenti che, come al solito, è realizzata sui cittadini onesti che pagano i conti (anche se con 10 giorni di ritardo...). Fa vergogna leggere le dichiarazioni di Umbra Acque dove dice che devono pagare solo gli utenti che hanno pagato in ritardo di 10 giorni una bolletta; fa vergogna perché si punisce chi ha comunque pagato e che ha pagato anche gli interessi di mora per il ritardo. E se il ritardo fosse dovuto alla consegna della bolletta? O ad una malattia? O alla mancanza di soldi fino al prossimo stipendio?
Che vergogna! Fa vergogna veder dichiarato da parte di Umbra Acque che la richiesta di deposito cauzionale è fatta per supplire a chi, chiudendo un’utenza lascia il conto da pagare! Ci chiediamo perché quel conto lo debbano pagare i cittadini che continuano a pagare le bollette!!! E’ troppo facile infierire sugli utenti diligenti, sulle prime case, sugli anziani, su chi ha contratti ormai decennali e che ha sempre pagato i sui debiti, su chi probabilmente l’utenza non la chiuderà mai anche se arriva a stento in fondo al mese.
E’ preoccupante leggere quanto dichiarato dal neo presidente di Umbra Acque quando sostiene che la modifica al regolamento con la quale si è deciso questo adeguamento è stata approvata da tutti i sindaci all’unanimità perché a molti cittadini ciò non risulta e comunque allora è NON è vero che i sindaci, e il presidente stesso che da loro viene nominato, sono seduti all’ATO per fare gli interessi degli utenti cittadini ma, senza idee, percorrono la stessa strada di Tremonti e Berlusconi che in sintesi è: più tasse per tutti e, per i furbi che non pagano, pagano gli altri. Davvero un bel modo di agire durante un periodo di crisi!
Pur non conoscendo il funzionamento del sistema, anche la giustificazione della errata stampa delle bollette ci lascia davvero stupefatti: Umbria Acque intende dire che le bollette vengono stampate da una tipografia esterna, in fronte retro, in due momenti separati? e non quindi con la modalità come è stato fatto nei propri uffici per chi è andato a farsi ristampare la bolletta sbagliata? Sarà... Comunque ed inoltre, chi le spedisce le buste con le bollette? Sempre la tipografia? E se le spedisce in ritardo che si fa? E per gli straordinari dei dipendenti degli uffici costretti al lavoro fino a tardi per evadere le code di utenti in attesa, pagherà sempre la stessa tipografia? Noi non crediamo che tutto ciò sia verosimile ma vorremmo comunque sapere: quale è questa tipografia?
Un po’ ci possiamo ancora stare a farci prendere in giro, ma che per questo si debba anche pagare è davvero anacronistico. Chiediamo al Sindaco, se davvero rappresenta i cittadini del nostro comune, di intervenire deciso su Umbra Acque per fermare la richiesta dei depositi e per far restituire immediatamente i soldi a chi a già (anche involontariamente) pagato! Ai referendum di Giugno i cittadini hanno espresso, con coscienza ed onestà, la loro volontà adesso sta agli amministratori farla rispettare o cancellarla!
Si scrive Acqua e si legge Democrazia!
Comitato 2 Si per l’Acqua Bene Comune di Marsciano
 

Umbra Acque - Migliaia di cittadini si rifiutano di pagare

da: www.umbrialeft.it
PERUGIA - Orfeo Goracci, consigliere di Prc-Fds e vice presidente del Coniglio regionale, con una interrogazione alla Giunta chied spiegazioni sulle preannunciate soppressioni degli Ati e sollecita l'esecutivo ad adeguare leggi e regolamenti regionali alla volontà popolare che con il Referendum ha espresso un inequivocabile no alla privatizzazione dell’acqua, auspicando un chiaro ritorno alla gestione pubblica”. Per Goracci è legittimo e perfino inevitabile che migliaia di cittadini umbri si ribellino alla pesante imposizione, unilaterale ed economicamente inaccettabile, voluta da Umbra Acque anche in relazione all'esito del Referendum.
“Migliaia i cittadini umbri stanno inviando alla Società Umbra Acque la comunicazione con cui si rifiutano di pagare la gabella del deposito cauzionale: solo a Gubbio in 400 si sono rivolti al nostro partito per compilare ed inviare il modulo”.
Lo sostiene Orfeo Goracci, consigliere di Prc-Fds e vice presidente del Coniglio regionale, in una interrogazione alla Giunta nella quale si chiedono spiegazioni sulle preannunciate soppressioni degli Ati, e si sollecita a “procedere il più celermente possibile e senza indugi ad adeguare leggi e regolamenti regionali alla volontà popolare che con il Referendum ha espresso un inequivocabile no alla privatizzazione dell’acqua, auspicando un chiaro ritorno alla gestione pubblica”.
Goracci, fortemente critico con la scelta di Umbra Acque di pretendere il pagamento del deposito, “nonostante i segnali di forte contrarietà manifestati da ampi settori della società civile, della politica e perfino
delle istituzioni”, si dice preoccupato per il contenzioso aperto con i cittadini e nel merito osserva: “ Quando il giudice viene chiamato a dirimere questioni di rilevanza sociale possiamo star certi che qualcosa non funziona più”.
Il vece presidente del Consiglio Goracci se la prende in particolare con “la pervicacia della dirigenza della società Umbra Acque di argomentare la legittimità della richiesta in base ad una norma contrattuale, sostenibile in un rapporto commerciale tra pari, ma non, come nel caso dell’acqua, per un servizio di primaria importanza sociale gestito privatamente, ma da un'azienda, prevalentemente pubblica, con i cittadini che sono tali prima di esser clienti”.
Dopo aver chiamato in causa “la latitanza della politica, la complicità di molti livelli istituzionali e le debolezze dei Comuni che hanno contribuito a generare questa situazione in cui i soci privati, nonostante il Referendum hanno ancora un utile assicurato del 7 per cento sugli investimenti”, Goracci afferma, “è legittimo e perfino inevitabile che il cittadino si ribelli ad una pesante imposizione, unilaterale ed economicamenteinaccettabile e smisurata: Umbra Acque sa benissimo che i cittadini che si rifiutano di versare la cauzione sono quelli che normalmente pagano, gli stessi che hanno votato al referendum di giugno contro la privatizzazione dell’acqua”.
Sulla base “dell'enorme successo dei Referendum del 12-13 giugno 2011 con 27 milioni di voti di cittadini che hanno scelto una gestione pubblica del servizio idrico”, Goracci sollecita alla Regione di tradurne l'esito, “in nuove normative che realizzino una gestione pubblica del bene comune acqua che coniughi trasparenza, efficienza, democrazia, solidarietà”. Nel merito afferma che “l’attuazione del dettato dei Referendum deve partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta da più di 400mila firme e depositata in Parlamento da ben quattro anni perché rappresenta la volontà degli stessi soggetti che hanno vinto i Referendum di considerare l'acqua un bene comune”. Goracci ricorda infine che: “La Commissione speciale per le Riforme dello Statuto del Consiglio regionale dell’Umbria sta discutendo la proposta di modifica avanzata dal gruppo consiliare di Prc-Fds che afferma per l’acqua gli elementi e le definizioni qualificanti ed inderogabili della tutela, di bene comune e l’esclusione della finalità del profitto su questa risorsa”.

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