La crisi del financapitalismo la
pagheranno i lavoratori dipendenti e i pensionati, i settori sociali
meno abbienti per i quali i ticket e il rincaro delle tariffe determina
un ulteriore indebitamento. Negli ultimi 20 anni, i salari e le
pensioni hanno perso potere di acquisto, i sindacati hanno visto ridursi
il potere di contrattazione, lo scontro di classe tra capitale e lavoro
si è acuito In questo scenario, c'è chi non ha ancora percepito la
natura sistemica della crisi e soprattutto le sue ripercussioni sui
salari, sulle pensioni, sul welfare, sui beni comuni. Non si comprende
che con l'art 8 della Manovra e lo svuotamento dello Statuto dei
lavoratori viene derogato l'intero diritto del lavoro (lo dicono
perfino i bocconiani economisti del lavoce.info) e da qui a poco anche
l'inalienabile diritto di sciopero sarà praticamente impedito.Le
responsabilità della Cgil sono numerose, avere firmato l'accordo del 28
Giugno e rivendicare il sistema delle deroghe al contratto nazionale
come conquista della concertazione è allucinante), avere sottoscritto
l'intesa per la Crescita con governo e Confindustria sancisce una scelta
di classe, ossia pensare di superare la crisi trovando una intesa con
chi la crisi l'ha provocata , con chi questa crisi vuole farla pagare
interamente alla classe lavoratrice. La Cgil con la firma dell'accordo
del 28 Giugno ha spianato la strada all'attacco all art 18 dello Statuto
dei lavoratori, la Confindustria dal canto suo ottiene dal Governo
quello che vuole ed incassa la mancata patrimoniale e la cancellazione
perfino dei contributi di solidarietà.
Detto questo le immani responsabilità
della Cgil non esimono il sindacato di base dal fare la sua parte.
Chi,come I Cobas e la Cub, non ha voluto lo sciopero del sindacato di
base del sei e si è perfino rifiutata di sedere ad un tavolo comune del
sindacato di base ha commesso un impedonabile errore, un errore che
nasce dalla sottovalutazione della crisi e dei suoi effetti. La rinuncia
allo sciopero e a costruire piazze e piattaforme alternative è un
segnale di debolezza, da ceto politico obsoleto e autoreferenziale è la
pretesa di costruire un movimento europeo antiliberista senza prima
rafforzare l'opposizione allo stesso in casa propria.
Non pensiamo che i vari Tiboni e
Bernocchi si vadano a rileggere Lenin, basterebbe rinunciare a tanta
supponenza e insipienza ammettendo che la mancata convocazione dello
sciopero per il sei è un colossale errore politico che qualche presidio
davanti al parlamento , presidio di pochi militanti, certo non
cancellerà. Per queste ragioni ,con piattaforme e piazze alternative a
quelle della Cgil, molte realtà Cobas scioperaranno il giorno sei
consapevoli che per combattere la crisi bisogna stare dentro il
conflitto e il conflitto si materializza anche nel mese di agosto.
niente sembra avere insegnato il 14 dicembre 2010 , quando il Cobas ha
lasciato soli gli studenti in lotta contro la riforma dell'università,
un errore che ha sancito l'arretramento di tutte le istanze proprio del
mondo della conoscenza
federico giusti
cobas pubblico impiego
federico giusti
cobas pubblico impiego
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