Ora
anche chi ha difeso a spada tratta la "strategia industriale" di
Sergio Marchionne è costretto a fare i conti con la verità: Fiat porta negli
usa "la testa" e la produzione di modelli con qualche margine di
profitto certo;
e
lascia in Italia, a Mirafiori in primo luogo, sombolo stesso della storia del
Lingotto, soltanto una citycar dai margini risicati che, se non dovesse
incontrare il favore di un pubblico ormai squattrinato, potrebbe rivelarsi
anche il colpo finale alla produzione di auto in questo paese.
A
seguire, gli articoli da Repubblica e Il Sole 24 Ore
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Mirafiori produrrà la Topolino, i suv vanno negli Stati Uniti
I sindacati chiedono un incontro
urgente con Marchionne. La
Camusso: il governo non perda tempo e convochi un tavolo con
l'azienda
di PAOLO GRISERI
di PAOLO GRISERI
TORINO
- Ora i sindacati temono che Mirafiori diventi marginale nella mappa degli
stabilimenti europei della Fiat. Lo chiamano "rischio vetturetta" e
ieri sono arrivate le prime indiscrezioni che confermerebbero quei timori. Il
Lingotto, naturalmente, non commenta le voci e forse qualche elemento potrà
emergere dalla riunione del vertice della società, in programma a Torino oggi e
domani. Per il momento restano le indiscrezioni riprese ieri da Bloomberg
secondo cui "il suv sarebbe destinato agli Stati Uniti e a Torino andrebbe
una city car". Altre indiscrezioni parlano della produzione della
Trepiuno, una sorta di riedizione della Topolino. A motivare la scelta
l'apprezzamento dell'euro sul dollaro (salito del 9 per cento da novembre a
oggi) e soprattutto il fatto che il mercato europeo dei suv non è così
favorevole come si sperava.
A
queste ragioni si aggiungerebbe l'opportunità di offrire ai sindacati americani
un aumento dell'occupazione in cambio della loro disponibilità a non modificare
in modo sostanziale gli accordi sul costo del lavoro, oggi molto favorevoli
all'azienda. Proprio nei giorni scorsi, nel cuore di una trattativa particolarmente
delicata per il futuro stesso del sindacato dell'auto di Detroit, King aveva
chiesto alle controparti più produzione e più modelli. E' chiaro che delle tre
case americane quella che ha maggiore interesse a venire incontro alle
richieste di King è proprio la
Chrysler che deve ancora contrattare con il sindacato la
vendita delle rimanenti
quote
in mano al fondo pensionistico Veba.
"L'ipotizzato
cambio di produzione a Torino - commenta Susanna Camusso, leader della Cgil -
dimostra che non basta la politica delle telefonate e degli ammiccamenti. Se il
governo ha un minimo di autorevolezza, recuperi il tempo perduto e convochi un
tavolo con l'azienda per chiarire quali sono davvero i piani. Il governo
dimostra invece di non avere una relazione positiva con le imprese. Tanto che
accetta, senza reagire, il fatto che un'impresa come la Fiat subordini l'investimento
a Mirafiori alla motivazione di una sentenza. Come se un investimento potesse
dipendere dall'applicazione delle leggi".
I
sindacati che avevano fatto campagna per il sì a Mirafiori nel referendum
d'autunno hanno chiesto un incontro urgente ai vertici del Lingotto. Fim, Uilm
e Fismic ricordano infatti che i termini dell'accordo erano precisi: "Era
chiaro - ricorda per la Cisl
torinese Claudio Chiarle - che sarebbero state rispettate quattro condizioni:
la produzione di modelli di gamma alta con un buon margine di profitto,
l'entità dell'investimento, i volumi produttivi e la quantità di
occupazione". Teoricamente quei quattro punti andrebbero rispettati. La Fiat ha garantito al
presidente del Piemonte, Roberto Cota, che l'investimento sarà analogo a quello
previsto per i suv, cioè un miliardo di euro. Ma è evidente che una minicar non
garantirebbe gli stessi livelli occupazionali né gli stessi margini di guadagno.
Un punto, quest'ultimo, di particolare importanza per un sindacato perché le
produzioni di qualità sono più difficili da trasferire nei paesi dove è basso
il costo del lavoro. La questione dell'occupazione è stata sollevata ieri dalla
Fiom: "Se si realizza una minicar - ha detto Giorgio Airaudo - si prepara
un nuovo ridimensionamento per Mirafiori".
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