Fuggivano da guerra e miseria anche i 700 disperati dei
quali non si ha notizia e ancora tanti sono i dispersi in mare, solo
49 risultano in salvo. Non c’è bisogno che lo dica il Vaticano che
fuggivano da guerra e miseria per averne una conferma. Guardate la
geografia dei luoghi da dove, ogni santo giorno, arrivano in fuga:
Nigeria, Mali, Niger, Siria, Somalia, Libia, Egitto, Iraq…ecc. ecc.
Non c’è una sola realtà che non veda la costante povertà della quale
siamo responsabili – per favore qualcuno veda come abbiamo ridotto il
Delta del Niger, una regione grande come l’Italia in Nigeria,
“grazie” ai nostri pozzi petroliferi e a quelli delle altre
multinazionali del petrolio. Una fogna di bitumi che hanno
devastato l’ambiente, rimasto semplicemente senza acqua.
Ma questo è poco. Ognuno di quei paesi è in preda certo alle
scellerate avanzate dell’Isis, ma grazie al terreno fertile di
macerie che abbiamo provocato con le nostre guerre. E’ stata la Nato
a trasformare la Libia, il paese con il reddito più alto dell’Africa,
in un cumulo di rovine senza istituzioni rappresentative con tre
governi che si combattono e ora sicuro santuario dello jihadismo
estremo per tutto il Medio Oriente.
O vogliamo parlare delle magnifiche sorti e progressive dello
scenario somalo? Senza dimenticare l’uso occidentale strumentale
dei jihadisti in chiave anti-Assad per poi scoprire che così facendo
hanno preso piede in due terzi dell’Iraq, paese dove l’occupazione
militare statunitense — come riconosce lo stesso Obama – ha
permesso alla fine l’avvento e le stragi degli ultimi radicalismi
islamisti dello Stato islamico.
Fuggono da queste guerre e da questa miseria. Noi siamo
perlomeno co-responsabili. E invece l’Unione europea dichiara che
“non può fare nulla”, annunciano gli alti funzionari
dell’immigrazione Ue. E invece, come scrivono ormai perfino
i giornali tedeschi, sarebbe doveroso, urgente e riparatorio
avviare subito una missione di Mare nostrum stavolta europea.
Quando c’era Mare Nostrum il numero delle vittime è calato
improvvisamente. Semplicemente li soccorrevamo: è quello che
dobbiamo fare anche adesso.
Ma chi paga? E’ sempre dai giornali tedeschi che arriva il
suggerimento: il prossimo vertice del G7 costerà milioni ai paesi
europei. Basta premiare il nefasto ceto polico continentale con
alberghi a 6 stelle e con pranzi raffinati. Impegniamo quei soldi
per una missione navale che soccorra e salvi i migranti, subito.
E’ tempo di fare spending review in questa Unione europea che se
non trova ragioni per esistere nemmeno per questa tragedia,
è meglio che chiuda i battenti. Toccherà a noi che siamo
internazionalisti e per questo europeisti convinti, rifondarne
un’altra solidale ed eguale.
Quanto allo squalo Salvini, propone un blocco navale militare — di
150 navi da guerra – per impedire che i disperati arrivino. Come se
non fosse mai accaduto: qualcuno si ricorda del massacro della Kater
I Rades con 100 albanesi, donne, bambi e vecchi, speronata da una
nave militare italiana nel 1997? E aggiunge lo sciacallo-squalo che ci
vogliono tanti campi di concentramento in Africa per decidere lì
“chi è davvero clandestino e chi ha bisogno d’aiuto”.
Tutti loro hanno bisogno d’aiuto. Noi non abbiamo certo bisogno del
razzismo e dell’odio di Salvini. Il fascio-leghista promette che
andrà a Palermo e si metterà su un gommone. Così lo vediamo che se ne
va…su un gommone.
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