Il film Amistad di Spielberg, che narra la
storia vera di schiavi ribellatisi su una nave ai propri negrieri e
finiti così negli Stati Uniti, si conclude con il bombardamento da parte
della flotta britannica del forte schiavista di Lomboko, sulle coste
dell'attuale Sierra Leone. Magari questa storia del primo 800 avrà
ispirato Matteo Renzi e quanti nella UE pensano di affrontare le
migrazioni con il bombardamento dei barconi, ma è proprio la falsità e
la malafede del paragone a definire tutta l'infamia di questa
intenzione.
Nel 1839 gli africani della nave Amistad erano stati
rapiti e consegnati ai mercanti di schiavi europei, molti gli italiani
tra questi, per essere trasportati e venduti nel sud degli Stati Uniti.
La loro ribellione li fece approdare al Nord ove, dopo un celebre
processo, furono liberati. Essi allora chiesero e ottennero di essere
riportati in Africa.
Ecco il punto fondamentale di differenza: coloro che muoiono o
approdano sulle nostre coste non sono stati rapiti e non vogliono
tornare a casa, essi sono semplicemente migranti. La cattiva coscienza
europea usa il paragone con la tratta degli schiavi per spargere un
belletto di umanità e progresso sopra una bieca scelta di respingimento.
La differenza tra Renzi e Salvini è che il primo dice di ispirarsi a
Lincoln mentre il secondo imita il KU KLUX KLAN. Ma entrambi alla fine
sono per il respingimento dei migranti, che lo ripeto perché non pare
sufficientemente chiaro, vengono qui volontariamente e volontariamente
non tornerebbero mai là da dove, pagando e rischiando la vita, sono
partiti. Certo che organizzazioni criminali lucrano su di loro e
aggiungono ferocia a ferocia. Nel 1946 decine di migranti clandestini
italiani che volevano raggiungere la Francia furono abbandonati dai loro
caporali in mezzo ad una tormenta di neve. In gran parte furono salvati
dai carabinieri, ma poi riprovarono a passare di là. Nessuno di loro
pensò di tornare nella miseria delle campagne meridionali devastate dal
latifondo e dalla mafia. La stupidità e la malafede di chi trasforma la
questione sociale delle migrazioni in una operazione di polizia contro
le mafie degli scafisti la dice lunga sulla ottusità con cui è governata
l'Europa. Sì perché i migranti sono, lo ripeto ancora, volontari e non è
certo colpendo chi specula sui loro bisogni che quei bisogni si
cancellano.
Siamo in troppi scrive anche un intellettuale
illuminato come Claudio Magris. Che paragona il nostro paese, o forse
tutta l'Europa, ad un ospedale pieno nel quale sarebbe un disastro far
entrare migliaia di persone. A parte il fatto che di fronte ad una
emergenza, un ospedale cerca sempre di organizzarsi per aiutare più
persone possibile. Come ben sanno i medici palestinesi che in piccoli
ospedali a Gaza han prestato assistenza a migliaia di persone colpite
dalle bombe di Israele. Ma parte la singolare interpretazione del
giuramento di Ippocrate da parte di Magris, chi ha deciso che l'Europa è
una clinica a numero chiuso?
Chi lo ha deciso? Sono state le politiche di
austerità rigore e pareggio di bilancio. Quanto costerebbe stabilire dei
corridoi umanitari, investire con un piano di veri aiuti nei paesi da
cui i disperati fuggono, stabilire un percorso di accoglienza e al tempo
stesso di ricostruzione? Non sono in grado di fare un conto per tutte
le aree da cui partono i migranti, ma so che a Gaza erano stati promessi
3,5 miliardi di euro che il milione di abitanti di quell'area devastata
non ha neppure intravisto. Sono tanti soldi? Ma ci ricordiamo che il
Quantitative Easing di Draghi finanzia le banche europee, Grecia
esclusa, con 60 miliardi al mese?
E tutte le missioni militari contro il terrorismo che
quando non uccidono cooperanti provocano milioni di profughi, quanto
costano? Ma la povera Mogherini dovrà occuparsi di trovare la via legale
per bombardare i barconi.
Ma poi siamo troppi in che senso? Certo è facile far credere che in
Europa 50 milioni di disoccupati siano minacciati dal possibile arrivo
di qualche milione di profughi. È facile a condizione però che li si
convinca che contro le politiche di austerità non c'è nulla da fare.
Eppure se tutti i paesi europei rinunciassero alle politiche di
austerità e allargassero i cordoni della borsa per creare sul serio
lavoro, se i disoccupati europei ed italiani cominciassero davvero a
ridursi di numero ed i salari di chi lavora ad aumentare, se la scuola,
la sanità e i servizi pubblici riprendessero a garantire le loro
prestazioni ai cittadini, se le nostra società riprendessero a cercare
la giustizia sociale, perché non sarebbe possibile aggiungere posti a
tavola? La verità è che la teoria e la pratica del respingimento dei
migranti serve perfettamente a giustificare la distruzione della
eguaglianza sociale in Europa. Anzi serve a creare consenso verso di
essa : " Avete visto quanti milioni di persone vogliono venire qui? E
voi poveri che qui già vivete baciate questa terra e soprattutto
ringraziate chi la protegge."
Da tempo non credo che la disoccupazione di massa sia un incidente o
un prezzo da pagare e sono invece convinto che sia perfettamente voluta
per affermare quella società di mercato voluta dalla finanza
globalizzata. Ora sono anche convinto che la politica del respingimento
dei migranti sia altrettanto voluta e per le stesse ragioni. Per questo
penso che Matteo Salvini e quelli come lui siano solo utili idioti di un
disegno ben più sofisticato a cui fa comodo anche la loro squallida
rozzezza. Chi difende il rigore economico europeo promuove il
respingimento dei migranti, chi diffonde paura e odio verso i migranti
difende il rigore economico europeo. Per questo trovo insopportabili sia
il razzismo sia l'ipocrisia di stato che gli si oppone mentre nei fatti
lo alimenta. Gli schiavisti sono tra noi.
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