Pd, candidato revisionista nelle Marche: “25 Aprile? Sciacalli e traditori”
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di Fabrizio d'Esposito, Il Fatto Quotidiano
La mutazione genetica del Pd in Partito della Nazione pigliatutto, ma proprio tutto, procede di pari passo dal centro (Parlamento) alla “periferia” delle prossime elezioni regionali del 31 maggio. Si vota in sette regioni e in queste ore un po’ ovunque il Partito democratico renziano sta imbarcando ex berlusconiani e riciclati di destra in generale (eclatante il caso degli ex cosentiniani in Campania). Ma l’ultimo clamoroso acquisto riguarda le tranquille Marche, per decenni etichettata tra le regioni rosse. Qui il candidato del centrosinistra è Luca Ceriscioli, che ha anche l’appoggio dell’Udc. Ed è proprio nelle file del partito centrista di Casini che è scoppiato il caso di Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo.
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L’uscita di Di Ruscio, in linea con le accuse di “fascismo renziano” lanciate alla Camera dal berlusconiano Renato Brunetta,
ha provocato la rivolta del Pd di Fermo. Un altro segnale d’allarme per
la linea pigliatutto del premier. Dice Sonia Marozzino, segretario del
circolo Fermo est del Pd: “Se non si risolve la questione della
candidatura Di Ruscio a sostegno di Ceriscioli qui i rappresentanti del
partito dovrebbero procedere nell’ordine: dimissioni loro, non
consegnare le firme, ritiro delle candidature del Pd in provincia di
Fermo”. Anche nelle Marche il trasformismo della peggiore specie sembra
il leitmotiv delle prossime regionali, come testimonia la candidatura nel centrodestra del governatore uscente di centrosinistra, Gianmario Spacca.
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