Secondo i dati di un sondaggio Ispos condotto per il “Corriere della Sera”
di domenica 26 aprile una maggioranza ampia degli italiani è contraria
alla nuova legge elettorale. L’indagine dell’istituto di Nando
Pagnoncelli ha rilevato un 51% di opinioni negative sull’Italicum,
contrapposto a solo il 34% di positivi. I dati più interessanti sono
probabilmente due. Il primo è che nonostante si discuta con grande
intensità di questa riforma elettorale da diverse settimane la
conoscenza dell’Italicum sia bassa. Solo il 35% del campione afferma di
conoscere abbastanza bene la nuova riforma elettorale. L’altro dato
interessante è la tendenza negativa dell’Italicum. Quando è stato
presentata dal governo Renzi la proposta di nuova legge elettorale era
apprezzata dal 58% degli italiani, e non era condivisa dal 30%. Ora
invece i rapporti di forza si sono praticamente ribaltati. Questo dato
riflette probabilmente la forte politicizzazione assunta dall’Italicum, e
il calo di consenso registrato dal governo Renzi negli ultimi mesi.
Come spiega Pagnoncelli, l’Italicum è apprezzato solo da una maggioranza
di elettori del PD, mentre chi vota per le maggiori forze di
opposizione, inclusa anche Forza Italia che aveva inizialmente sostenuto
la riforma, esprime invece un’opinione contraria. Fino a settembre il
governo Renzi aveva una popolarità ben superiore al 50%, mentre da ormai
diversi mesi il calo è stato pressoché costante, con un apprezzamento
dell’operato anche inferiore al 40%. La duplice restrizione della base
del consenso – meno partiti a favore, e minor consenso per il PD e per
il governo, ha così reso impopolare l’Italicum. Guardando i dati si
osserva ancora una volta come l’aspetto più criticato dall’Italicum sia
la riduzione dello spazio di scelta per i cittadini in merito alle
elezioni dei parlamentari. Il 61% del campione Ipsos boccia i capolista
bloccati. Allo stesso modo, rimarca Pagnoncelli, “la forte
aspettativa di potersi esprimere sulla scelta dei candidati influenza
anche le opinioni sulla riforma del Senato: quasi due italiani su tre
(61%) plaudono alla riduzione dei senatori e alla fine del bicameralismo
paritario ma vorrebbero che il Senato continuasse ad essere eletto dai
cittadini”. L’impopolarità del “Parlamento dei nominati” e una eccessiva
politicizzazione del confronto sulle riforme costituzionali potrebbero
rendere assai difficile il superamento del referendum costituzionale. Le
riforme promosse dal PD hanno aspetti popolari, come la riduzione dei
parlamentari, ma anche altri al momento bocciati seccamente
dall’opinione pubblica. La restrizione del fronte favorevole alle
modifiche costituzionali alla sola maggioranza di governo, e nello
specifico al solo PD alla luce dei pressochè nulli consensi degli altri
partiti, evidenzia quanto problematica possa essere ottenere il 50%+1
alla consultazione che deciderà il destino di queste riforme. Già nel
2006 le modifiche costituzionali promosse dal centrodestra furono
bocciate, alla luce di un percorso ristretto alla sola maggioranza di
governo, e al calo di consenso subito dai governi Berlusconi.
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