Sento l’esigenza, prima di
tutto per me stesso, di provare a mettere un po’ in ordine alcune
riflessioni sul tema della Costituente in cui siamo impegnati. Lo faccio
per appunti.
Considerazioni preliminari e di metodo.
Domande chiave.
C’è bisogno di una nuova soggettivita’ unitaria della sinistra?
Rispondo affermativamente quasi per apriori kantiano. Ma va costruita la
risposta affermativa nel senso comune, cosa assai meno scontata e
questo significa che il processo ha un enorme valore. Non credo sia
risolvibile in un atto creativo ma appunto in un processo. Dietro di non
ci sono ne’ Marx, ne’ la Rivoluzione d’Ottobre. Al contrario c’è una
lunga sconfitta della sinistra e del movimento operaio, particolarmente
in Europa.
C’è la possibilita’ di farlo? La risposta si intreccia alla prima.
Non ci sono grandi forze motrici; la frammentazione e’ il dato
prevalente; c’è una crisi nel senso comune. Pure, il pessimismo della
ragione si puo’ consentire un ottimismo della volontà se pensiamo alla
crisi complessiva del sistema che comunque chiede tentativi nuovi e se
guardiamo ad alcune esperienze europee e dell’America Latina.
Conseguenza. Il processo e’ fondamentale. Deve consentire il
riaccumulo di energie, la ricognizione sulle cause delle sconfitte e sui
grandi cambiamenti della nostra epoca e del nostro Paese. Deve cioè
colmare un gap e un vuoto di anni. Ricostruire una memoria condivisa e
altrettanto un futuro.
Necessita’. Serve un forte spirito costituente e un’ampia
partecipazione intellettuale e popolare. Non si puo’ pensare che si
affermi una egemonia se non grazie ad un vero processo. Fondamentale e’
che tutti si possano sentire rappresentati e possibilmente vincitori. La
pratica Win-Win, tutti vincono, che appartiene ad altre sfere oggi puo’
essere utile alla nostra.
Il contesto. E’ quello della sconfitta del movimento operaio, della
crisi democratica, particolarmente forti in Europa ed accentuati in
Italia. La crisi della Prima Repubblica ha aperto una transizione
infinita e pericolosissima di cui non si vede la fine e che anzi
accumula rischi. Sono in crisi le istituzioni, i corpi intermedi, la
societa’. Lo smantellamento della Costituzione avviene dall’alto e dal
basso.
La sinistra. Lo scioglimento del Pci ha lasciato aperti tutti i
problemi della sua crisi e aggravato drammaticamente la condizione della
sinistra. La stessa presa d’atto di cio’ avviene a tappe e per percorsi
diversi mano mano che falliscono i tentativi di condizionare il
processo che dal Pci ha portato al Pd. Le forme di resistenza e di
riaggregazione hanno vissuto fasi diverse per qualità e quantità.
L’arrivo al Pd di Renzi ripropone esigenza e possibilita.
I temi. Le forme di resistenza e di ricostruzione si sono avvalse di
elementi vari, identitari come la questione comunista, politici come la
lettura della globalizzazione, dell’Europa e della Seconda Repubblica,
programmatici come la resistenza alla lotta di classe rovesciata e ora
al renzismo. La mescolanza di questi elementi non ha trovato ne’
stabilita’, ne’ equilibrio, ne’ unita’, ne’ efficacia sufficienti.
Questioni come l’identità comunista o socialista, o ecologista, o
femminista e le loro relazioni; come le forme dell’agire politico nelle
forme partito, dei movimenti, nella dimensione europea sono rimaste
largamente irrisolte. Quando si ebbe la Bolognina già si discusse ad
esempio della questione dell’identità comunista rispetto ad un nuovo
soggetto non piu’ comunista. C’è da dire che questo vale anche per gli
altri soggetti. Basti pensare a come il Pci si sia trasformato prima in
PDS, cioè Partito, poi in DS, senza la P, poi in PD e come abbia
affrontato la questione della propria identità compresa la questione
socialista. Ma pensiamo anche ai cinque stelle e a come cambino la
natura del soggetto partito previsto dalla Costituzione ma non normato
in Italia da una legge a differenza che in Germania.
Oggi. Visto il ritardo e il contesto lo spirito costituente e’
fondamentale. Il processo e’ indispensabile in quanto tale e cioè che ci
sia e sia reale. Deve camminare domandando cioè ponendo le questioni.
Avendo chiara la meta e cioè quella della soggettivita unitaria.
Le domande. Qual e’ il soggetto che corrisponde alla nostra
Costituzione ma e’ capace di far fronte alle sconfitte e alle sfide? Un
Partito? Come incrocia la nuova domanda di politicità dei movimenti?
Come incorpora dalla fondazione la questione europea? Come agisce nella
globalizzazione? Se non e’ piu’ a base ideologica ( ricordando che il
Pci tolse il riferimento nello statuto al marxismo-leninismo solo pochi
anni prima di sciogliersi e pur essendo un partito di massa a iscrizione
su base programmatica ) come si dota di un pensiero forte? Qual e’ il
rapporto tra programma, valori e identità culturali? Come si rapporta
alle culture affluenti, quelle di sinistra, comuniste, socialiste,
quelle democratiche, quelle ecologiste, quelle movimentiste e quelle di
genere? E come queste possono continuare a vivere per non mummificarsi?
Risposte. Le affiderei al processo. Provo a dire alcune delle mie. Il
soggetto e’ politico, ad iscrizione individuale, di dimensione europea,
programmatico e valoriale, per la democrazia, l’uguaglianza, la pace,
antirazzista e anti xenofobo, ecologista e per le culture di genere e le
differenze sessuali. Riconosce il valore delle culture di sinistra,
comunista e socialista, ecologista, democratica e di genere. Prevede si
possa iscrivere anche chi e’ iscritto anche ad organizzazioni che non
siano in contraddizione con i suoi valori e non partecipino a
competizioni elettorali. Costruisce secondo il meccanismo di una testa
un voto la propria vita politica, sociale e istituzionale.
Altro. Queste mie riflessioni vogliono aiutare anche a risolvere nodi
che possono sembrare inestricabili e paralizzanti ma che forse possono
non esserlo.
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