mercoledì 9 dicembre 2015

Tre sindaci senza popolo, chiamati alla solita operazione elettorale

Tre sindaci senza popolo, chiamati alla solita operazione elettorale
Slittamenti progressivi verso il crack, spacciati per “senso di responsabilità”, con l'alibi di sempre: non far vincere la destra. Se fosse soltanto questo, la lettera a Repubblica dei tre “sindaci arancione” (Pisapia per Milano, Zedda per Cagliari, Doria per Genova), sarebbe patetica e basta. L'assenza del quarto protagonista, il ben più indipendente Luigi De Magistris, basta e avanza a collocare questa iniziativa nel più stetto solco renziano.
Di nuovo c'è un solo fatto: oggi la faccia della destra no ha più il volto mattonato di Silvio Berlusconi, ma quello vetero-fascista e neo-riciclato del Front National, che prova a trainare l'avventura fascio-leghista con il servizio d'ordine affidato ai mazzieri di Casapound. Missione disperata, per un razzista che a sud di Firenze puà solo raccattare fischi e insulti.
Quest'unica novità ha convinto i tre ex tenores a spendersi in un appello all'”unità del centrosinistra” incentrato esclusivamente su questa paura. Personaggi spenti, incapaci di tener fede ad una sola delle promesse elettorali o almeno di smarcarsi episodicamente dalla pressione dei peggiori appetiti affaristici locali. Dei due “marittimi” sin son perse le tracce da tempo, di Pisapia basterà ricordare la difesa strenua dell'Expo della precarietà, del lavoro non retribuito, della selezione politica del personale ammesso a lavorare nei padiglioni (schedatura poliziesca svolta sui social network e altrove).
Non varrebbe la pena di occuparsi di questo appello se non fosse così manifesta l'intenzione di bloccare a monte - ideologicamente - qualsiasi possibilità di far maturare a sinistra una presa anche solo minimale di coscienza: è possibile costruire una rappresentanza “utile” solo se totalmente indipendente e contrapposta al Pd, a Renzi, a Confindustria, alla Troika e all'Unione Europea del capitale multinazionale.
I tre sindaci, invece, si limitano ad agitare lo spauracchio lepenista – qui in Italia malamente scimmiottato da Salvini – chiarendo fin nei dettagli che non si tratta affatto di individuare una qualsiasi politica amministrativa locale “vicina al popolo” (fosse solo pure nelle parole gettate al vento), ma semplicemente di impedire a “quelli lì” di accedere a stanze dei bottoni che sono state da tempo svuotate di ogni potere decisionale (basta a avanza il “patto di stabilità” a irregimentare una qualsiasi amministrazione locale, per quanot ben disposta).
Il puro contenitore, insomma, a prescindere dai contenuti. Che non vengono più neanche nominati, perché tanto non se ne ricorda neanche la lista...
Gioco vecchio, che non può che facilitare la vittoria proprio di quelli che si vorrebbero “sconfiggere”, come ha dimostrato ad abundantiam François Hollande e la sua famiglia allargata.
Anche perché, contemporaneamente, il capobastone dei tres tenores – Matteo Renzi e la sua famiglia allargata – sta cambiando lentamente registro nella sua solita “comunicazione politica”. Mano fedeltà all'Unione Europea e alla Troika, per non pagare dazio eccessivamente alle sciocchezze salviniane dulla Ue e sull'euro (già smorzate moltissimo proprio dalla Le Pen) e soprattutto alla probabile valanga “grillina” nelle prossime amministrative (soprattutto nella Capitale, che diventerebbe così un anticipo delle prossime elezioni politiche). Più spesa pubblica (per la sicurezza, ovviamente, ma anche per il “bonus cultura” ai 18enni, nel solco degli 80 euro elargiyi prima delle europee 2014), anche dando per scontata qualche reprimenda di Bruxelles, che comunque arriverà con le correzioni alla legge di stabilità del 2017, non adesso.
Sullo sfondo c'è, prepotente, il blocco già visibile della pur stentata “crescita” italiana. L'iperottimistico +1,6% per il 2016, scritto nelle previsioni del governo, infatti, rischia di essere frantumato già nei primi mesi dell'anno che si sta per aprire, come conseguenza della frenata dei paesi emergenti (e quindi delle esportazioni italiche), dell'imminente aumento dei tassi di interesse da parte delle Fed statunitense e dell'intensificarsi dei segnali di guerra proprio intorno a noi, nel Mediterraneo. E senza "crescita" da poter rivendere sul mercato elettorale, anche Renzi vede avvicinarsi il momento dell'uscita di scena...
Di tutto questo, ovviamente, i tre sindaci non possono parlare. Perché nulla sanno. A loro è stato chiesto di richiamare all'ordine i voti che potrebbero finire su liste non apparentate fin dall'inizio con la “casa madre” del guitto di Rignano sull'Arno. E questo, servilmente, si son messi a fare. Di loro nessuno avrà mai nostalgia...

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