Ucraina equipara comunismo e nazismo. Centro Wiesenthal: "Decisione oltraggiosa"
Kiev ne vieta per
legge simboli e propaganda. Carcere fino a 5 anni per i trasgressori. La
protesta dell'organizzazione dello storico 'cacciatore' di criminali
nazisti
MOSCA - La Rada, il parlamento ucraino ha
approvato a larga maggioranza (254 a favore su 307 presenti) un progetto
di legge governativo che mette sullo stesso piano comunismo e nazismo
vietando i loro simboli, la loro propaganda e la negazione del loro
carattere "criminale". Per i trasgressori sono previsti sino a 5 anni di
reclusione.
"Con questa legge il regime totalitario comunista esistente in Ucraina dal 1917 al 1991 viene riconosciuto come criminale e accusato di aver promosso una politica del terrore statale", recita un passaggio della legge, che dà la stessa definizione per il nazismo.
"Una decisione oltraggiosa". Così il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff ha definito la legge. Una "grande bugia che trasforma i carnefici in vittime", accusa Zuroff denunciando la tradizione del nazionalismo ucraino. La decisione del parlamento ucraino - ha denunciato Zuroff - "cerca di deviare l'attenzione dai crimini dell'Ucraina durante la Shoah ed equipara falsamente nazismo e comunismo". "A questo proposito, l'Ucraina è solo l'ultima delle ex repubbliche sovietiche post-comuniste, guidate dai Paesi Baltici, a far passare una tale legislazione", ha deplorato l'ex collaboratore e successore di Simon Wiesenthal, storico 'cacciatore' di criminali nazisti e collaborazionisti.
"Con questa legge il regime totalitario comunista esistente in Ucraina dal 1917 al 1991 viene riconosciuto come criminale e accusato di aver promosso una politica del terrore statale", recita un passaggio della legge, che dà la stessa definizione per il nazismo.
"Una decisione oltraggiosa". Così il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff ha definito la legge. Una "grande bugia che trasforma i carnefici in vittime", accusa Zuroff denunciando la tradizione del nazionalismo ucraino. La decisione del parlamento ucraino - ha denunciato Zuroff - "cerca di deviare l'attenzione dai crimini dell'Ucraina durante la Shoah ed equipara falsamente nazismo e comunismo". "A questo proposito, l'Ucraina è solo l'ultima delle ex repubbliche sovietiche post-comuniste, guidate dai Paesi Baltici, a far passare una tale legislazione", ha deplorato l'ex collaboratore e successore di Simon Wiesenthal, storico 'cacciatore' di criminali nazisti e collaborazionisti.
Ucraina equipara comunismo a nazismo, Ferrero: «Siamo alla barbarie: revisionismo storico che pone condizioni per rinascita nazismo»
di Paolo Ferrero -
«Siamo alla barbarie: la decisione del parlamento ucraino di mettere
sullo stesso piano comunismo e nazismo vietando i loro simboli è una
vergognosa operazione di revisionismo storico che confonde vittime e
carnefici. I nazisti dettero vita ai campi di concentramento e centinaia
di migliaia di comunisti vi furono massacrati insieme ad ebrei, rom,
gay, disabili. Se la barbarie nazista è stata sconfitta nella Seconda
Guerra Mondiale è grazie all’alleanza degli Usa e dell’ Uess contro il
nazismo e i regimi collaborazionisti come quello ucraino. In Ucraina è
ormai evidente che è in atto una deriva revisionista e totalmente
antidemocratica, esemplificata dalla presenza dei nazisti al governo.
Unione Europea e USA sono pienamente responsabili di questa situazione,
avendo favorito il colpo di stato che ha messo in sella l’attuale
governo di Kiev. Mentre Mogherini e Renzi hanno tenuto bordone ai
nazisti di Kiev, noi chiediamo che l’Italia richiami l’ambasciatore
dall’Ucraina e come Tsipras diciamo: basta sanzioni alla Russia, serve
una mediazione politica pacifica per costruire una pace duratura e
rispettosa di tutti.
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