Pensioni. Un'altra "riforma" alle porte
A fare una legge che ti manda in pensione a 70 anni sono
buoni tutti, persino Elsa Fornero. Fare una legge che funzioni - per gli
interessi delle imprese, ci mancherebbe – bisogna che qualcun altro ci
rimetta le mani, anche più volte.
Il ministro del lavoro stile Coop, Giuliano Poletti, ha spiegato oggi
in Parlamento che con la prossima legge di stabilità il governo
cambierà ancora il sistema pensionistico. Naturalmente non per riportare
l'età pensionabile a livelli semicivili, ma per aiutare le aziende a
“liberarsi” di quei lavoratori troppo anziani per essere ancora
“competitivi” e che magari non possiedono particolari competenze.
Nel corso del question time al Senato Poletti ha spiegato che «Il
Governo è intenzionato a rimettere mano alla riforma Fornero per
attivare una maggiore flessibilità in uscita che sia graduale e sostenibile economicamente».
La traduzione non è affatto complicata: consentire l'uscita anticipata
dal lavoro, ma senza pagare qualche anno di pensione in più a chi
sceglie di farlo. E non ci convince affatto la rassicurazione di Poletti
che ha “escluso categoricamente interventi sulle penalizzazioni”.
Voleva probabilmente dire che non saranno rese ancora più pesanti, con
ulteriori riduzioni degli assegni pensionistici, ma di certo non saranno
attenuate: «la norma è stata approvata nel percorso parlamentare e ha
una sua logica con cui cercare di allargare il più possibile il numero
di persone che possono scegliere di andare in pensione rendendo così più
agevole l’uscita».
Dall'altro lato ci sono i sempre più numerosi casi di lavoratori
espulsi dal ciclo produttivo, non più rioccupabili per questioni di
età, ma ancora lontani dalle soglie della pensione. Non si tratta solo
degli esodati, dunque (categoria in cui le responsabilità del governo
Monti sono colossali).
Molto dipenderà dai conti presentati, tra qualche tempo, da Tito
Boeri. «Oggi l’Inps è impegnata in un lavoro di analisi, valutazione e
predisposizione di simulazioni con cui verificare quali siano le azioni
più efficaci ed economicamente sostenibili, dati i vincoli che abbiamo».
"Vincoli" è la parola chiave. Vuol dire che non ci saranno miglioramenti.
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