Nell’inchiesta “Sistema” si parla di almeno tre opere -l’Alta velocità Brescia-Verona, l’autostrada Orte-Mestre e la Cispadana tra l’A22 e l’A13- legate al decreto legge di fine agosto, cui abbiamo dedicato il libro “Rottama Italia”.
L’alto dirigente del ministero
Ercole Incalza, secondo i pm, prospettava “in caso di mancato
conferimento di incarichi” al sodale Stefano Perotti (entrambi sono
stati arrestati) “l’insorgenza di ostacoli burocratico-amministrativi”
per l’approvazione delle opere.
Chi ha scritto gli articoli del decreto Sblocca-Italia? Chi è intervenuto sulle bozze del testo, andando ad aggiungere commi o a allargare il perimetro delle “Grandi Opere” da far ripartire per far ripartire l’Italia?
Alcune risposte a queste domande si trovano in un documento del 18 novembre 2014, quello
con cui i pubblici ministeri di Firenze che hanno condotto l’inchiesta
“Sistema” chiedono l’applicazione della misura di custodia cautelare in
carcere nei confronti di 5 persone. Quattro di questi soggetti, e cioè
Ercole Incalza (già alto funzionario del ministro delle Infrastrutture),
Stefano Perotti (ingegnere, titolare dell’azienda Som Consulting,)
Francesco Cavallo (presidente di Centostazioni spa, società del gruppo
Ferrovie dello Stato) e Sandro Pacella (collaboratore di Incalza)
saranno effettivamente arrestati a metà marzo.
L’Alta velocità Brescia-Verona
Scorrendo le 664 pagine, si trova un primo riferimento allo Sblocca-Italia (il decreto legge, approvato il 29 agosto dal governo, viene convertito in legge il 5 novembre 2014) in relazione ai cantieri per l’Alta velocità ferroviaria relativi alla tratta Milano-Verona,
affidata a CEPAV 2 (un consorzio di cui fanno parte SAIPEM, società del
gruppo ENI, e le imprese Maltauro, Pizzarotti e Condotte Acqua), e in
particolare alla tratta Brescia-Verona, ancora in fase di
autorizzazione, quella che attraverserebbe il Basso Garda andando a
distruggere -in parte- le coltivazioni di vite nell’area dove viene
prodotto il Lugana.
Scrivono i pm: “L’accelerazione della procedura avvenuta nel settembre 2014(provocata dall’approvazione del c.d. “decreto sblocca Italia” e dalla convocazione della c.d. conferenza di servizi) dimostra
come l’attività del ‘duo Incalza-Perotti’ stia producendo i suoi
effetti, sebbene a tutt’oggi l’incarico di direzione lavori atteso dal
Perotti non sia stato ancora conferito“.
Tra gli elementi che avallano la tesi
dei magistrati c’è l’intercettazione di una telefonata di inizio agosto
2014 tra Perotti ed Ettore Fermi, presidente di Metro Brescia,
professionista indicato come “vicino” a Perotti, anche lui indagato:
“FERMI […] ‘perché tu sai che il 29 agosto fanno il decreto dove mettono la tempistica di tutte le attività’
PEROTTI:… ‘sì sì’
FERMI: ‘…chi non performa entro il 31.12′
PEROTTI: ‘…sì sì’
FERMI: ‘…ha chiuso‘”. Il decreto del 29 agosto 2014 è lo Sblocca-Italia. Che, almeno nella bozza iniziale, “obbligava” i soggetti deputati a realizzare le opere in elenco ad utilizzare entro il 31 dicembre 2014 i finanziamenti già erogati. Nel caso specifico, quelli per la Brescia-Verona sono fondi individuati dalla Legge di Stabilità 2014, approvata alla fine dell’anno precedente.
PEROTTI:… ‘sì sì’
FERMI: ‘…chi non performa entro il 31.12′
PEROTTI: ‘…sì sì’
FERMI: ‘…ha chiuso‘”. Il decreto del 29 agosto 2014 è lo Sblocca-Italia. Che, almeno nella bozza iniziale, “obbligava” i soggetti deputati a realizzare le opere in elenco ad utilizzare entro il 31 dicembre 2014 i finanziamenti già erogati. Nel caso specifico, quelli per la Brescia-Verona sono fondi individuati dalla Legge di Stabilità 2014, approvata alla fine dell’anno precedente.
È curioso che lo stesso Fermi, secondo
quanto riporta il documento dei pubblici ministeri, sottolinei come la
dirigenza del consorzio CEPAV 2 starebbe sottovalutando “la costituzione di alcuni comitati di ostili all’opera … ‘sì
perché ci sono grosse resistenze … Stefano io non ti ho mandato
materiale in questi giorni però ho informato ieri il nostro e ho mandato
a BIANCHI il materiale… si stanno costituendo comitati … (…) …
organizzatissimi …organizzatissimi … ma non di NO TAV tradizionali
quelli scalmanati eccetera … di gente che è perbene … non vuole che gli
passino davanti alle ville con questa cosa… davanti ai vigneti e sono
comitati pericolosi‘”.
Nel caso della Brescia-Verona, il capo
d’imputazione per Ercole Incalza riguarda una “condotta consistita
nell’avere […] garantito il favorevole evolversi del procedimento
amministrativo inerente la realizzazione dell’opera, anche con riguardo
al finanziamento della stessa, prospettando, in caso di mancato
conferimento del predetto incarico, l’insorgenza di ostacoli
burocratico-amministrativi”.
Le attività che avrebbero dovuto essere
affidate a Perotti – e che vedevano resistenze da parte del general
contractor, CEPAV 2 – riguardano la progettazione direzione lavori, per
un valore di circa 80 milioni di euro.
Il “comma” speciale per la Orte-Mestre
Un secondo riferimento allo
Sblocca-Italia lo si trova nelle pagine che l’inchiesta dedica
all’autostrada Orte-Mestre, circa 400 chilometri dal Lazio al Veneto. L’intervento
è promosso da una società che fa capo all’ex euro-parlamentare del
centro-destra, ed ora esponente del NCD, Vito Bonsignore.
La possibilità di partecipare a
quest’opera, la più grande tra le Grandi Opere, per un valore di oltre
10 miliardi di euro, stimola molto Stefano Perotti, come dimostrano le conversazioni del figlio Philippe (indagato) riportato nel documento dei pm.
Nelle carte si leggono toni
trionfalistici, come quelli che fanno seguito all’approvazione del
progetto da parte del Comitato interministeriale per la programmazione
economica (CIPE), l’8 novembre 2013, ma anche profonda delusione, quando
nel luglio del 2014 la Corte dei Conti “boccia” l’intervento, negando
la registrazione del provvedimento CIPE. Il piano economico e
finanziario della Orte-Mestre, infatti, prevedeva un contributo pubblico
indiretto di quasi 2 miliardi di euro, tramite la de-fiscalizzazione,
per quanto le caratteristiche progettuali dell’opera non lo
consentivano.
Le intercettazioni mostrano tra l’altro
che Stefano Perotti viene informato da Incalza della decisione della
Corte dei Conti il 5 luglio, prima che la magistratura contabile si
riunisca in modo ufficiale, il giorno 7, alla presenza dello stesso alto
dirigente del ministro delle Infrastrutture.
Dopo la pubblicazione della
delibera della Corte dei Conti, nella seconda metà di luglio, scatta il
“piano di salvataggio” della Orte-Mestre.
“La mattina di lunedì 4 agosto (ore
07.56), Antonio BARGONE (già sotto-segretario di Stato nei governi Prodi
e D’Alema, oggi presidente della società promotrice dell’autostrada in
project financing, ndr) chiede a INCALZA di inserire <quell’emendamento sulla Orte Mestre> in un qualsiasi decreto compatibile di prossima approvazione … ‘Ercole
buongiorno … (…) … senti… quell’emendamento sulla Orte-Mestre… non si
può mettere su qualche decreto che sta per essere approvato?… (..) …’.
INCALZA premettendo che la cosa non è facile assicura che ne parlerà
con Gerardo (MASTRANDREA, capo ufficio legislativo del ministero delle
Infrastrutture, ndr) ‘… certo! … però però abbiamo provato in tutti i
modi … non c’è nessuno a cui si può fare aggancio … perché non è
coerente alla norma… (…) … cioè… già dall’altra volta… avevamo provato
in tutti i modo… con la Pubblica Amministrazione non c’entra niente… (…)
… provassero però… non è che… provassero… provasse qualcuno… (…) …vabbè
adesso sento Gerardo…‘”.
Alla fine, un modo si trova,
e la mattina di lunedì 25 agosto, INCALZA sollecitato da Antonio
BARGONE, riferisce che l’autostrada Tirrenica e la Pistoia – Lucca non
compaiono fra le opere da cantierare con il prossimo decreto (cd Sblocca
Italia) ‘…quello che è già successo … cioè non ci sono le opere che … né la Tirrenica e penso salterà pure la Pistoia Lucca…‘ Antonio BARGONE ha interesse anche nella c.d. Orte Mestre ‘…ah! senti ma la norma della Orte Mestre c’è ancora?’
L’ing. INCALZA risponde in senso affermativo ‘...sì sì’”.
L’ing. INCALZA risponde in senso affermativo ‘...sì sì’”.
È il comma ad hoc per la
Orte-Mestre, il quarto dell’articolo 2, inserito nel decreto
Sblocca-Italia, cui abbiamo dedicato uno dei capitoli del libro “Rottama
Italia”: con questo intervento è possibile “ovviare” la
bocciatura della Corte dei Conti. Bastano tre giorni lavorativi dopo la
conversione in legge del decreto, e l’11 novembre 2014 (pochi giorni
prima della richiesta dei pm di applicazione della misura cautelare in
carcere) Bargone, Incalza, Perotti (e Vito Bonsignore, anche lui
indagato) possono festeggiare: la Orte-Mestre si farà, o almeno inizierà a drenare risorse per la fase della progettazione esecutiva.
La Cispadana
Il terzo tassello dell’inchiesta
“Sistema” che tocca lo “Sblocca-Italia” è l’autostrada Cispadana, tra
l’A22 e l’A13, tra Reggiolo e Ferrara. Anche in questo caso,
Incalza è indagato per aver “garantito un favorevole iter delle
procedure amministrative relative al finanziamento dell’opera ed
all’avvio ed allo svolgimento dei lavori, e comunque assicurato un
trattamento di favore per la predetta società (Autostrada Regionale
Cispadana spa, i cui azionisti principali sono Autobrennero, Pizzarotti e
CoopSette, ndr), a fronte dell’affidamento a Perotti Stefano del
suddetto incarico di direzione dei lavori”.
La realizzazione dell’opera avverrà in
project financing, con un contributo regionale a fondo perduto di euro
179.700.000 euro.
Si legge nel documento: “Alle ore 19.55 (ndr del
29/7/14) con un sms l’assessore Alfredo PERI (è l’ex assessore alle
Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna, indagato, ndr)segnala ad
Ercole INCALZA che nella bozza del provvedimento c.d. Sblocca Italia, ha
rilevato la mancanza di alcuni progetti fra cui quello della autostrada
Cispadana ‘Vista bozza dello Sblocca Italia.. Non vedo Cispadana, Ferrara/Mare e Passante Bo…’”.
La Cispadana alla fine viene inserita nel decreto Sblocca-Italia. È
successo alla Camera, durante la discussione in commissione Ambiente:
l’emendamento porta la firma della relatrice del provvedimento, la
responsabile nazionale Ambiente del Partito Democratico, onorevole
Chiara Braga. È lei – formalmente – a “formulare” l’articolo 5 bis della
legge. La cui portata oggi anche la Commissione europea sta cercando di
comprendere.
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