domenica 8 luglio 2012

Grillo? Il miglior amico di Monti di Francesco Piobbichi



Monti ha un alleato, Beppe Grillo. Oggi il comico genovese  riesce  nella temeraria impresa di far fare bella figura al presidente del Consiglio attaccando i partiti che lo sostengono. Sembra di leggere un articolo di uno di quei liberal intransigenti che invece di prendersela con il sistema che non funziona se la prendono con i  funzionari che non eseguono bene i compiti che prescrivono le ricette dei tecnocrati liberisti di turno.  Grillo attacca sempre i partiti, a volte con elementi che condivido come quello dei costi della politica, ma non va mai oltre di un passo quando si tratta di fare un'analisi degli avversari dei lavoratori.  Non capisco ad esempio come si possa dire che Monti non sia corresponsabile di quanto stia accadendo in Italia, non capisco come si possa omettere che Monti stia costruendo le basi materiali per la terza repubblica dell'austerity.  Leggendo il suo ultimo post sembra infatti che Monti ed il suo Governo Tecnico siano delle verginelle sacrificate dai partiti per rigenerarsi,  e che una come la Fornero non abbia nessuna responsabilità di quanto sta avvenendo, povero "angelo".  
Qui di seguito il posto di Grillo. 

A volte ritornano, a volte non se ne sono mai andati. E' in corso una gigantesca manipolazione di massa. I partiti che hanno portato il Paese in bancarotta vengono lentamente sostituiti nel pensiero collettivo da un curatore fallimentare. Rigor Montis, lui solo, è diventato il responsabile dell'impoverimento della nazione, della chiusura di ospedali e tribunali di giustizia, di una tassazione folle, degli imprenditori suicidi, dell'IMU, del fallimento delle piccole e media imprese, dell'inflazione che divora i redditi, degli esodati, della disoccupazione, dell'emigrazione delle nuove generazioni ridotte come i loro bisnonni a cercare lavoro in ogni landa della Terra. Allora con una valigia di cartone, oggi con la Samsonite del papà. Questo sfascio non riguarda più chi lo ha causato, i pdiellini e i pdmenoellini. Anzi, i responsabili, i Casini, gli Alfano, i Veltroni, i D'Alema, i Bersani pontificano sulle misure da prendere, fanno osservazioni a Monti, tirano sulla sabbia linee del Piave sui tagli della spesa sociale che disattendono dopo poche ore. Visto che non possono più dare il cattivo esempio, come vecchie baldracche si lanciano in consigli quotidiani.
Nell'italiano si insinua così il dubbio che "Si stava meglio quando c'era lui", Berlusconi, che i governi tecnici non possono sostituire quelli politici, anche se formati da dilettanti e pregiudicati, che Monti sia un incapace che ha bisogno del badante Bondi. I partiti si riverginano grazie ai servi dei media e Monti è la loro fonte di rinascita, di una nuova giovinezza, venuto a prendere su di sé i peccati della Seconda Repubblica. I partiti non dicono che siamo in una situazione tragica, creata da loro, con un debito pubblico di 2000 miliardi di cui sono i soli responsabili. Non dicono, questi europeisti del Kaiser, che se usciremo dall'euro è per colpa loro, che siamo tecnicamente falliti con i nuovi interessi sui titoli pubblici che non riusciremo mai a pagare. Non dicono che Monti sta evitando (ma per quanto?) il blocco delle pensioni e degli stipendi ai dipendenti pubblici per mancanza di liquidità, e neppure che se la BCE non si accollerà in un modo o nell'altro il nostro debito rischiamo la guerra civile. La colpa è di Monti, il macellaio sociale, così i partiti, che non hanno tagliato nessun loro privilegio, potranno ripresentarsi alle prossime elezioni con un governo di responsabilità nazionale, una grande coalizione di sinistra-destra-centro per salvare l'Italia. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.

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