di Federico Mello
Questa volta tutto si può dire a Beppe Grillo tranne che non sia stato chiaro. Ieri, dopo giorni di polemiche per gli scarsi risultati delle sue “Parlamentarie ”, dopo che molti gruppi locali hanno espresso disagio per le imposizioni che continuano ad arrivare dall ’alto, il “capo politico” ha messo la parola “fine ” alle richieste di maggiore democrazia. Nel suo editto Grillo prima si loda per la maggioranza di donne nelle sue liste (e per il “costo zero ”delle votazioni online), poi spara ad alzo zero: «Quanti voti ha preso ognuno dei mille parlamentari oggi in Parlamento? Cinque, quelli dei segretari di partito. Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia ». Poi aggiunge: «Mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente.
Questa volta tutto si può dire a Beppe Grillo tranne che non sia stato chiaro. Ieri, dopo giorni di polemiche per gli scarsi risultati delle sue “Parlamentarie ”, dopo che molti gruppi locali hanno espresso disagio per le imposizioni che continuano ad arrivare dall ’alto, il “capo politico” ha messo la parola “fine ” alle richieste di maggiore democrazia. Nel suo editto Grillo prima si loda per la maggioranza di donne nelle sue liste (e per il “costo zero ”delle votazioni online), poi spara ad alzo zero: «Quanti voti ha preso ognuno dei mille parlamentari oggi in Parlamento? Cinque, quelli dei segretari di partito. Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia ». Poi aggiunge: «Mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente.
Abbiamo una battaglia, abbiamo una
guerra da qui alle elezioni». Va bene finchè la “guerra ”viene dai
giornali e dalle televisioni, «i nemici quelli veri», ma guerre interne
«non ne voglio più». Quindi il diktat senza appelli: «Se c’è qualcuno
che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi,
che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va. Se
ne va dal MoVimento. E se ne andrà dal MoVimento». Il messaggio, se è
non è stato sufficientemente recepito, viene ribadito poco dopo, con
toni minacciosi: «Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi
significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia
del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno.E
andranno fuori». Tra i Cinque Stelle e sul web questa presa di
posizione ha la potenza di una bomba atomica. Insorgono eletti e
semplici militanti. «La chiusura su se stessi funziona nel breve
periodo, ma alla lunga genera mostri» commenta su Facebook il ripudiato
numero uno Giovanni Favia, consigliere regionale appena riconfermato a
pieno voti in Emilia-Romagna. Il Movimento, aggiunge Favia, «nasce per
autogovernarsi, dal basso, senza capibastone, cittadini che
rappresentano altri cittadini». Il consigliere quindi ribalta l’accusa
di Grillo: «Chi non è d’accordo può andarsene: troverà in abbondanza,
nel panorama italiano, scarsa democrazia e leader a cui obbedire
ciecamente. Il Movimento è altro».
Su beppegrillo.it, intanto, anche i lettori si fanno sentire. Certo, come sempre accade, i “commenti più votati” sono plebiscitari nei confronti del “capo politico”- e anche su questo consenso bulgaro alcuni 5Stelle cominciano ad interrogarsi. Ma non mancano le voci critiche - tra queste c’è chi arriva a paragonare Grillo a Benito Mussolini e al suo famoso discorso sul “bivacco di manipoli”dopo la Marcia su Roma. Altri scrivono in modo più ironico: «Il Grillo è il nostro nuovo duce! Luce e gloria sulla sua figura di condottiero! Liberaci dai gioghi della schiavitù, per riportare il Paese a quel ruolo imperiale che merita! E chi non ci sta, cosa fai, lo mandi a fanculo a pantelleria? » .
Ieri, inoltre, per il sito di Servizio Pubblico, Giulia Innocenzi ha intervistato Ivano Mazzacurati, l’attivista escluso dalla “Parlamenta - rie ” e querelato da Gianroberto Casaleggio (dopo una dichiarazione televisiva sulla destinazione dei fondi dei gruppi parlamentari che “per contratto”, verranno gestiti da Casaleggio). «Mi sono preso una querela - spiega Ivano - per aver detto quello che penso stia scritto nel regolamento che abbiamo sottoscritto (obbligatoriamente firmato da tutti i candidati, ndr), cioè che Grillo gestirà il gruppo comunicazione e i soldi, per darli, da quello che capisco, a quelli che gestiscono la comunicazione. Mi è venuto in mente Casaleggio perché è anni che gestisce la comunicazione di Grillo». Nonostante Grillo da anni si scagli contro la querela per diffamazione, (“un’ar - ma dei forti contro i deboli”), questa volta non ha proferito parola sull’azione legale del suo socio.
«Questa querela -continua Ivano- è un bel problema. Io faccio l’impiegato in un’azienda metalmeccanica di Bologna». E poi conclude: «Adesso non so se voterò Grillo alle elezioni». Il sogno di cambiare la politica, per tanti militanti a 5Stelle, si sta trasformando in un incubo.
Pubblico - 12.12.12
Su beppegrillo.it, intanto, anche i lettori si fanno sentire. Certo, come sempre accade, i “commenti più votati” sono plebiscitari nei confronti del “capo politico”- e anche su questo consenso bulgaro alcuni 5Stelle cominciano ad interrogarsi. Ma non mancano le voci critiche - tra queste c’è chi arriva a paragonare Grillo a Benito Mussolini e al suo famoso discorso sul “bivacco di manipoli”dopo la Marcia su Roma. Altri scrivono in modo più ironico: «Il Grillo è il nostro nuovo duce! Luce e gloria sulla sua figura di condottiero! Liberaci dai gioghi della schiavitù, per riportare il Paese a quel ruolo imperiale che merita! E chi non ci sta, cosa fai, lo mandi a fanculo a pantelleria? » .
Ieri, inoltre, per il sito di Servizio Pubblico, Giulia Innocenzi ha intervistato Ivano Mazzacurati, l’attivista escluso dalla “Parlamenta - rie ” e querelato da Gianroberto Casaleggio (dopo una dichiarazione televisiva sulla destinazione dei fondi dei gruppi parlamentari che “per contratto”, verranno gestiti da Casaleggio). «Mi sono preso una querela - spiega Ivano - per aver detto quello che penso stia scritto nel regolamento che abbiamo sottoscritto (obbligatoriamente firmato da tutti i candidati, ndr), cioè che Grillo gestirà il gruppo comunicazione e i soldi, per darli, da quello che capisco, a quelli che gestiscono la comunicazione. Mi è venuto in mente Casaleggio perché è anni che gestisce la comunicazione di Grillo». Nonostante Grillo da anni si scagli contro la querela per diffamazione, (“un’ar - ma dei forti contro i deboli”), questa volta non ha proferito parola sull’azione legale del suo socio.
«Questa querela -continua Ivano- è un bel problema. Io faccio l’impiegato in un’azienda metalmeccanica di Bologna». E poi conclude: «Adesso non so se voterò Grillo alle elezioni». Il sogno di cambiare la politica, per tanti militanti a 5Stelle, si sta trasformando in un incubo.
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