mercoledì 30 gennaio 2013

Lo “spread” della spesa pubblica di Comitato per la Salvaguardia dei Numeri Reali

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Uno studio realizzato dalla Ragioneria Generale dello Stato, dal titolo “La spesa dello Stato dall'Unità d'Italia”, [1] certifica la sostanziale linearità della spesa pubblica italiana rispetto alla media europea. In particolare, i dati ufficiali certificano che la spesa pubblica nei quattro maggiori paesi della zona euro
(Germania, Francia, Italia, Spagna) vede l’Italia inposizione intermedia tra Francia e Germania, mentre la Spagna, che pure viene chiamata la “grande malata d’Europa”, si caratterizza per un livello di spesa costantemente più basso. Il paese con la spesa pubblica più bassa è l’Irlanda, per anni indicata come l’esempio da seguire, sebbene sia stata la prima ad essere investita dalla crisi, con esiti la cui drammaticità è seconda solo al caso della Grecia.

Se si esclude dal calcolo la spesa per interessi, il dato italiano è particolarmente interessante. La nostra spesa per interessi (che per la sua entità ha avuto un pesante effetto redistributivo in favore della rendita) è esplosa a partire dal 1981, dopo il “Divorzio Tesoro-Banca d'Italia” (vedi il volantino strategico n°1 sul blog lasolitudinedeinumerireali.blogspot.com).
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Nel confronto sulla spesa al netto degli interessi (spesa primaria - grafico a sinistra), quella italiana risulta più bassa di quella tedesca e francese, e più alta di quella spagnola e irlandese. Perché proprio i paesi che hanno avuto meno spesa pubblica primaria sono in crisi? Perché hanno speso male? Perché sono corrotti, mentre i tedeschi sono virtuosi? Oppure, c’è dell’altro, che molti hanno interesse a nascondere con cura...?

Ricorda: la prima vittima della crisi è la verità

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