Il leader del centrosinistra Bersani, un giorno sì e l’altro pure,
cerca un dialogo postvoto con il Professor Monti (il quale di tecnico ha
nulla, di politico tutto). Berlusconi ormai colleziona i calendari di
Mussolini e propone catene di Sant’Antonio. Grillo preferisce parlottare
con Casa Pound, intonare i suoi vaffanculo e attaccare i sindacati.
Ingroia – a sinistra avrebbe un’autostrada – si fossilizza in sterile
polemiche con la Boccassini, che forse a mia insaputa si candida anche
lei. Difficile immaginare una campagna
elettorale così brutta e soprattutto lontana dai sentimenti, dalle paure
e dalle condizioni materiali delle persone. Senza fare facile
demagogia, sembra un dato di fatto che la politica (in senso sano del
termine) sia la grande assente in questa tornata. Passano i giorni, il
24 febbraio si avvicina, e non si ascolta dibattito su disoccupazione
giovanile, piaga delle precarietà – ormai non solo lavorativa ma
esistenziale – chiusure delle imprese. Sulla difficoltà di arrivare a
fine mese. Al massimo qualche promessa, ma poco credibile: alcuni leader
tentano di rifarsi una verginità. Bersani – che dopo aver votato la
riforma in Parlamento – afferma di volersi occupare entro i primi 100
giorni da premier degli esodati. Chissà chi l’ha creati. Oppure promette
il taglio alla spesa per gli F-35 e pure quelli chissà chi li ha
rifinanziati.
Monti – ancora più stupefacente – dopo aver tassato anche l’aria fa
promesse berlusconiane di sgravi fiscali e tagli di Irpef e Irap. E
l’Imu, boh? Non si capisce chi l’ha messa e chi l’ha voluta. Intanto
mentre i media si occupano dell’ultima mossa machiavellica di Berlusconi
per vincere le elezioni – SuperMario Balotelli! – nel Paese succede che
a Palermo la polizia carica gli operai della Gesip, “rei” di chiedere
il pagamento della seconda rata della cassa integrazione. Grave colpa,
in effetti. E qualcuno mi sa dire che succede a Taranto? E nelle
carceri? La Corte Europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo – poche
settimane fa – ha condannato l’Italia per “violazione dei diritti umani,
tortura e trattamento inumano e degradante”.
Abbiamo pochi mesi per rimediare all’aberrazione delle galere
nostrane arrivate a 66mila detenuti a fronte dei 48mila posti letto.
Barbarie. Non ci sono altri termini plausibili. Eppure nessun ultimo
governo è riuscito a risolvere l’emergenza, tanto che la stimabilissima
associazione Antigone – delusa dall’inefficienza della Casta non
sensibile al problema – sta promuovendo tre leggi di iniziativa popolare
per l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura, per
l’abrogazione della legge Fini Giovanardi sulle droghe e, come terza,
per una nuova normativa per il carcere dove si introduce ad esempio la
figura del difensore civico.
Altro caso emblematico: a Roma l’altroieri sono morti due clochard
dal freddo, in grande aumento nella Capitale. Ma non solo. Si attende,
con ansia, qualcuno che esca dal pollaio e dal politicismo per ritornare
a parlare al Paese reale. Quello che ormai soffre la fame e vede grigio
il proprio futuro.
PS: alla fine voterò, turandomi il naso, il “meno peggio” e la lista
più vicina alle istanze sociali e alternativa a berlusconismo e montismo
ma… mai come in questa tornata elettorale comprendo l’astensionismo
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