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CasaPound e adesso pensi a Beppe Grillo, alla sua apertura ai «fascisti del
terzo millennio», al suo invito ai camerati ad entrare nel Movimento 5 Stelle
che oltre a tante altre cose a questo punto si rivela anche un’uscita
intempestiva. Chi siano «quei bravi ragazzi» lo si può scoprire negli atti
dell’inchiesta napoletana (per chi fosse riuscito a ignorarlo fin qui). Proprio
i neri, alla fine, sono stati gli unici a gradire le affettuosità di Grillo,
tanto che le hanno montate all’interno di uno spot elettorale. E mercoledì
sera, quando il capo del 5 Stelle è passato per Latina nel corso del suo tour
elettorale, CasaPound si è presentata al comizio con tanto di striscione:
«Beppe facciamo la pace e cambiamo». La pace perché nella cittadina laziale,
cinque anni fa, CasaPound aveva contestato il comico genovese. Altri tempi.
Adesso sono gli antifascisti a contestare Grillo, com’è avvenuto tre sere fa,
proprio a Napoli.
Su Grillo e
CasaPound è tornato ieri il presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia.
Che presentando un appello dell’associazione dei partigiani per le elezioni
politiche – Per un’Italia rinnovata, nei valori dell’antifascismo, della
Resistenza e della Costituzione – si è detto ancora stupito per il sostanziale
silenzio con il quale le forze politiche hanno accolto le parole di Grillo.
Critica diretta principalmente ai partiti di sinistra, del resto poco loquaci
anche ieri, ma inserita in un discorso più ampio. «Siamo molto preoccupati –
dice Smuraglia – per la prima volta alle prossime elezioni politiche parteciperanno
in maniera diffusa su tutto il territorio nazionali formazioni che si
richiamano apertamente al fascismo». C’è CasaPound, si è vista anche Alba
Dorata. «E la parola antifascismo non viene mai pronunciata», registra il
presidente dei partigiani. Che racconta come nei mesi scorsi avesse preso
contatto con i ministri dell’interno e dell’istruzione per sollecitare qualche
iniziativa, proprio perché preoccupato dalla noncuranza dei partiti e delle
istituzioni. «È sorprendente come oggi l’antifascismo lasci indifferente anche
la parte politica che dovrebbe essere più attenta – conclude Smuraglia -, la
situazione può diventare pericolosa».
Si sono pronunciati però il sindaco di Napoli, secondo il quale in città «non
saranno mai consentite manifestazioni di CasaPound». «Bisogna avere parole
nette e lo dico anche a Grillo, che è stato molto ambiguo e molto pericoloso»,
ha aggiunto Luigi De Magistris. Ed Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del
Pd, che ha chiesto al Viminale «un intervento deciso contro questi movimenti
che agiscono deliberatamente contro la Costituzione e contro le leggi». Mentre
la Rete napoletana contro il razzismo ha scritto: «Non corriamo dietro la
verità delle inchieste giudiziarie, ci basta quella dei fatti». «Per coerenza –
si legge nel testo diffuso dal movimento – non prendiamo certo per oro colato i
teoremi che si rifanno a quell’armamentario di reati associativi partorito
dalle leggi emergenziali che tante volte vengono usati invece contro i
movimenti sociali».
A Napoli sono del resto cosa nota le amicizie e le protezioni istituzionali sulle quali possono contare «i fascisti del terzo millennio» (l’articolo qui sopra ne dà conto). E Candidati «particolari» CasaPound ne aveva anche prima della retata di ieri, visto che esibisce orgogliosamente nelle liste del Lazio Alberto «Zippo» Palladino, condannato a due anni e otto mesi per il pestaggio di alcuni militanti del Pd. In Campania, invece, il partito di casa Florino, quello all’interno delle cui sedi napoletana è stata a lungo ospitata CasaPound, cioè la Destra di Storace, candida come capolista al senato l’ex console «fascio-rock» Mario Vattani, che solo in vista delle elezioni ha scaricato i fascisti dichiarati per passare con i sostenitori di Berlusconi presidente. Tra i berlusconiani di nuovo rito, anzi, c’è quasi una concorrenza in fatto di attenzioni a CasaPound. Ben piazzata Paola Frassinetti, vice presidente della commissione cultura della camera dei deputati, ora nelle liste dei «Fratelli d’Italia» di La Russa. Rapida ha postato su facebook la sua solidarietà a Emanuela Florino: «Mi torna in mente la repressione che anche io ho subito ingiustamente da ragazza».
A Napoli sono del resto cosa nota le amicizie e le protezioni istituzionali sulle quali possono contare «i fascisti del terzo millennio» (l’articolo qui sopra ne dà conto). E Candidati «particolari» CasaPound ne aveva anche prima della retata di ieri, visto che esibisce orgogliosamente nelle liste del Lazio Alberto «Zippo» Palladino, condannato a due anni e otto mesi per il pestaggio di alcuni militanti del Pd. In Campania, invece, il partito di casa Florino, quello all’interno delle cui sedi napoletana è stata a lungo ospitata CasaPound, cioè la Destra di Storace, candida come capolista al senato l’ex console «fascio-rock» Mario Vattani, che solo in vista delle elezioni ha scaricato i fascisti dichiarati per passare con i sostenitori di Berlusconi presidente. Tra i berlusconiani di nuovo rito, anzi, c’è quasi una concorrenza in fatto di attenzioni a CasaPound. Ben piazzata Paola Frassinetti, vice presidente della commissione cultura della camera dei deputati, ora nelle liste dei «Fratelli d’Italia» di La Russa. Rapida ha postato su facebook la sua solidarietà a Emanuela Florino: «Mi torna in mente la repressione che anche io ho subito ingiustamente da ragazza».
Sciogliere Casa Pound. E chiudere tutti i suoi covi. Subito!
L'inchiesta
della procura di Napoli che ha portato ieri all'arresto di dieci
esponenti di Casa Pound (banda armata, associazione sovversiva,
detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a
pubblico ufficiale e attentati incendiari) racconta quello che da gran
tempo è sotto gli occhi di chiunque non finga di non vedere.
Casa Pound, nonostante i puerili tentativi messi in atto per
dissimulare la propria "ragione sociale", è un gruppo filonazista,
antisemita, violento. E pericoloso.
Le intercettazioni ambientali, l'operazione dei carabinieri del Ros,
hanno liberato tutti i miasmi del background "culturale"
dell'associazione (mistica fascista, letture collettive di Mein Kampf,
negazione dell'olocausto, ma "attenzione a non dirlo in pubblico"), a
supporto di azioni militari, squadristiche e preordinate sul campo.
Il progetto di incendiare un negozio di proprietà di un ebreo
(retaggio da "notte dei cristalli") e l'intenzione sordida di stuprare
una ragazza perché ebrea, non rappresentano il delirio isolato di una
frangia del movimento, scheggia dal sen fuggita, ma la quintessenza di
quell'associazione nata, protetta, coccolata, incorporata,
istituzionalizzata persino, dalla destra berlusconiana e dagli
incravattati epigoni in doppiopetto del Msi.
Ha cento ragioni il presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, a parlare
di un "neofascismo aperto e spudorato". E a denunciare le
sottovalutazioni, le omissioni, le collusioni, i "cinguettii" di cui nel
tempo del populismo si è nutrito un movimento che dalla sistematica
demolizione della Costituzione antifascista ha tratto, non solo
l'impunità, ma tutta la rendita politica possibile.
Poi c'è la cattiva coscienza della borghesia nazionale, che replica,
nel 2013, lo stesso cinico comportamento che negli anni Venti del secolo
scorso la rese complice dell'avvento di Mussolini al potere.
Un solo, ma eloquente esempio: il Corriere della Sera si occupa della
vicenda spendendo 13 (tredici) righe in vetitreesima pagina e senza lo
straccio di un qualsiasi commento. E tace uno dei suoi editorialisti di
punta, quel P.G.Battista che soltanto qualche giorno fa sbrodolava una
pagina intera di indignati rimbrotti moraleggianti per la partecipazione
privata di un dirigente del Prc ai funerali di un brigatista.
Ora che il Vaso di Pandora è stato scoperchiato, ne esce a fiotti il
verminaio nero che è stato lasciato proditoriamente crescere.
Allora c'è una cosa da fare: sciogliere Casa Pound. E chiudere tutti i suoi covi. Subito!
L'urgenza politica c'è tutta. E lo strumento da utilizzare anche. E'
la XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta
"sotto qualsiasi forma la ricostituzione del partito fascista".
Provi il Partito Democratico a recuperare un sussulto della sua
ohinoi ormai remota e infragilita tradizione resistenziale, per rialzare
quello steccato antifascista che in Italia, a differenza degli altri
paesi europei, è stato divelto.
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