Anche i brigatisti muoiono. Persino gli ex brigatisti. Sì perché anche i
brigatisti e persino gli ex brigatisti sono uomini, restano uomini. E
persino il funerale di un brigatista resta quello, il funerale di un
uomo, di un nostro "simile" che lascia per sempre questa terra,
l'estremo saluto. E se «davanti al giglio nero della morte si dovrebbe
invocare a testimoni solo l'ironia e la pietà», non fa eccezione la
morte di un brigatista.
Per questo le alte grida di scandalizzata indignazione sollevata per la partecipazione di esponenti di Rifondazione comunista alle esequie di Prospero Gallinari sono fuoriluogo e fuori tempo. Gratta il commentatore benpensante e ci trovi il filisteo.
Prospero Gallinari è lì nella sua bara e non è certo davanti a una bara che si può tenere «il conto dei torti, dei guai, dei dolori reciproci», come diceva quel grande poeta. Né fare l'esegesi storica, ritirar fuori fatti e misfatti di ciò che sono state le Br, una pagina del nostro non così lontano passato peraltro oggetto di infiniti saggi, libri, interpretazioni, accuse, denunce, esecrazioni; nonché di centinaia di anni di carcere e decine di ergastoli comminati e ben passati in giudicato. Pentiti o non pentiti, hanno pagato. Che altro da aggiungere davanti a una bara? Un uomo è un uomo un uomo un uomo.
Lo scandalo sollevato - dietro l'alibi «dell'offesa alle vittime» - è perciò "sospetto". Guardatelo bene. Lo scandalo sollevato non è tanto infatti per la partecipazione al funerale di Gallinari. Quanto per la "licenza" di bandiere rosse pugno chiuso Internazionale ivi intervenuta. Cioè, agli occhi degli scandalizzati, per la "licenza" ivi intervenuta di «patetica e irritante adunata di nostalgici incanutiti»; beninteso di «nostalgici di Stalin in una Mosca in cui la bandiera rossa non sventola più dal Cremlino» (P. Battista, Corriere della Sera). Lo scandalo di essere "colpevoli" non tanto di celebrazione funebre ma di impenitente falcemartello-bandiera rossa-Internazionale: più che scandalo un reato imperdonabile!.
Ma sì, guardatelo bene, niente di nuovo sotto il cielo, trattasi sempre di quello, del buon vecchio sano anticomunismo; ma sì, funerali o no, continuano sempre ad aver paura di quello, del famoso «spettro che si aggira per l'Europa».
Fanno bene.
Per questo le alte grida di scandalizzata indignazione sollevata per la partecipazione di esponenti di Rifondazione comunista alle esequie di Prospero Gallinari sono fuoriluogo e fuori tempo. Gratta il commentatore benpensante e ci trovi il filisteo.
Prospero Gallinari è lì nella sua bara e non è certo davanti a una bara che si può tenere «il conto dei torti, dei guai, dei dolori reciproci», come diceva quel grande poeta. Né fare l'esegesi storica, ritirar fuori fatti e misfatti di ciò che sono state le Br, una pagina del nostro non così lontano passato peraltro oggetto di infiniti saggi, libri, interpretazioni, accuse, denunce, esecrazioni; nonché di centinaia di anni di carcere e decine di ergastoli comminati e ben passati in giudicato. Pentiti o non pentiti, hanno pagato. Che altro da aggiungere davanti a una bara? Un uomo è un uomo un uomo un uomo.
Lo scandalo sollevato - dietro l'alibi «dell'offesa alle vittime» - è perciò "sospetto". Guardatelo bene. Lo scandalo sollevato non è tanto infatti per la partecipazione al funerale di Gallinari. Quanto per la "licenza" di bandiere rosse pugno chiuso Internazionale ivi intervenuta. Cioè, agli occhi degli scandalizzati, per la "licenza" ivi intervenuta di «patetica e irritante adunata di nostalgici incanutiti»; beninteso di «nostalgici di Stalin in una Mosca in cui la bandiera rossa non sventola più dal Cremlino» (P. Battista, Corriere della Sera). Lo scandalo di essere "colpevoli" non tanto di celebrazione funebre ma di impenitente falcemartello-bandiera rossa-Internazionale: più che scandalo un reato imperdonabile!.
Ma sì, guardatelo bene, niente di nuovo sotto il cielo, trattasi sempre di quello, del buon vecchio sano anticomunismo; ma sì, funerali o no, continuano sempre ad aver paura di quello, del famoso «spettro che si aggira per l'Europa».
Fanno bene.
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua