sabato 20 aprile 2013

C'è una soluzione sola: Rodotà! di Dino Greco, Liberazione.it

Prodi si è infranto sugli scogli di Montecitorio come il Titanic sull’iceberg dell’oceano artico. Eppure, a ridosso del quarto scrutinio, Grillo la mossa l’ha fatta. E clamorosa. Il capo del M5S ha chiesto al Pd di sostenere la candidatura di Rodotà. Ed in cambio si è detto disponibile ad appoggiare un governo dei Democratici, quale che sia il nome del candidato premier indicato dal partito. “Con Rodotà – è stata la lapidaria affermazione di Grillo – si aprono praterie per un governo di cambiamento”. “Chiediamo ancora una volta con insistenza ai vertici del Pd e al centrosinistra di dire ai suoi elettori e ai cittadini perché Rodotà non va bene”, hanno aggiunto, all’unisono, Crimi e Lombardi. In effetti, lo scenario è kafkiano: Bersani aveva inseguito per settimane – o così, almeno, era parso – un accordo, anche stiracchiato, col M5S. Per settimane il segretario del Pd aveva sostenuto con apprezzabile tenacia che mai e poi mai avrebbe acconsentito ad un’intesa, considerata letale, con il Pdl. Ebbene, ora che questa possibilità si manifesta nel modo più esplicito, ora che dalla base dei Democrat in rivolta è venuta una risposta inequivoca di rigetto di ogni forma di inciucio, ora che si dà l’opportunità di eleggere a Capo dello Stato un genuino interprete della Costituzione e, ad un tempo, mettere in sella un governo che introduca significativi elementi di discontinuità, relegando sia Berlusconi che Monti all’opposizione, Bersani si smarca, ormai incapace di tutto. Prodi ha fatto, di gran lunga, peggio di Marini. Non perché non ha raggiunto il quorum, ma in quanto gli sono mancati ben 100 voti, andati in parte a Rodotà, in parte a D’Alema ed altri in varia, libera uscita. Un esito catastrofico. Ora si presenta al Pd un’ennesima chance per rimettere il treno in carreggiata e non precipitare in una profondissima crisi. Contrariamente a quanto recita un adagio popolare, non sempre “la fortuna premia gli audaci”. Talvolta munifica i pavidi. Che non sanno però né vederla né coglierla. L’occasione che si ripresenta ha un volto e un nome: Stefano Rodotà!

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