Nel
2011, oltre 9 milioni di italiani non hanno avuto accesso alle cure
mediche per ragioni economiche (dati Censis). Secondo un’altra indagine,
il Rapporto Oasi 2012 dell'Università Bocconi, presentato a metà marzo
dalla Fiaso, la federazione delle Asl italiane, i ticket sui farmaci
sono aumentati del 40% nel corso del 2012. In assenza di un intervento
del nuovo Governo, dal 1 gennaio 2014 entreranno in vigore nuovi ticket
che sostanzialmente raddoppiano il carico degli attuali. In queste ore
sono aumentate le prese di posizione contro la norma introdotta da
Berlusconi e che ora si vuole porre in alternativa all'Imu. Un
provvedimento quello sulla sanità che, stando a quanto afferma Giovanni
Bissoni, presidente Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali, porterebbe al collasso del sistema sanitario. Si aggraverebbe
''quanto gia' sta accadendo nell'accesso alle cure- sottolinea Bissoni-
riduzione dell'accesso ai servizi, minori entrate per le casse delle
Asl, spostamento sul privato di chi puo' permettersi di pagare, rinuncia
alle cure dei non esenti, trasformati dalla crisi in nuovi poveri ''.
''Essendo il ticket una compartecipazione di una quota minoritaria della
popolazione, e per la fedelta' fiscale del Paese, non necessariamente
la piu' abbiente - conclude Bissoni - due miliardi hanno un impatto
sulle persone paganti ben superiore alla stessa Imu o all'aggravio Iva,
che sono all'attenzione del Presidente incaricato e delle forze
politiche''.
Per Codacons e Federconsumatori, pensare di tirar fuori dai ticket
ben due miliardi di risorse "è una cosa assolutamente inaccettabile, le
famiglie italiane fruiranno ancora meno dei servizi sanitari con gravi e
negative ricadute sulla propria integrita' personale". Rosario
Trefiletti, presidente di Federconsumatori ed Elio Lannutti, presidente
di Adusbef, in una nota congiunta fanno notare che le famiglie italiane
nel 2012 hanno sborsato 187 euro annui in piu' di spese sanitarie per
aumenti di ticket sulle varie prestazioni. "Se come si profila ci
saranno ulteriori aumenti per circa due miliardi predeterminati dalle
ultime manovre di risanamento, le famiglie italiane si troveranno a
dover pagare, ulteriori 84 euro, oltre i 187 del primo aumento, per una
cifra complessiva di 271 euro annui", concludono Trefiletti e Lannutti.
“Sarebbe la mazzata finale: anche questa è ormai con tutta evidenza
un'emergenza sociale", affermano in una nota il segretario confederale
della Cgil, Vera Lamonica, e il responsabile Politiche della salute del
sindacato, Stefano Cecconi. Secondo i due dirigenti sindacali "l'allarme
lanciato dall'inchiesta di Repubblica, dove si denuncia l'esistenza
degli 'esodati della sanita'', ovvero quei due milioni di italiani in
fuga dalle cure perche' non hanno i soldi per il ticket, e' piu' che
fondato. Anzi- proseguono- il Censis segnala un fenomeno di proporzioni
piu' vaste: in nove milioni hanno rinunciato alle cure nel 2012 per
motivi economici. E cresce, per chi puo' farcela, il ricorso alla
sanita' privata, che diventa spesso piu' conveniente di quella pubblica
gravata dai ticket".
"Non possiamo accettare questo gioco al massacro – scrive in un comunicato Cittadinanzattiva - eliminare l'Imu o mantenere la prevista introduzione ulteriore di ticket non e' una scelta possibile. Sarebbe come chiedere ai cittadini se preferiscono un tipo di salasso o l'altro. Negli ultimi anni, abbiamo gia' assistito a decine di miliardi di tagli al Fondo sanitario nazionale, e la prevista introduzione dei ticket da gennaio 2014 sarebbe l'ennesima richiesta per chi, come i cittadini, ha dato gia' molto oltre le proprie possibilita'".
"Non possiamo accettare questo gioco al massacro – scrive in un comunicato Cittadinanzattiva - eliminare l'Imu o mantenere la prevista introduzione ulteriore di ticket non e' una scelta possibile. Sarebbe come chiedere ai cittadini se preferiscono un tipo di salasso o l'altro. Negli ultimi anni, abbiamo gia' assistito a decine di miliardi di tagli al Fondo sanitario nazionale, e la prevista introduzione dei ticket da gennaio 2014 sarebbe l'ennesima richiesta per chi, come i cittadini, ha dato gia' molto oltre le proprie possibilita'".
“In questi giorni in cui il dibattito politico concentra tutta la sua
attenzione sulle questioni economiche, dall'abolizione dell'Imu sulla
prima casa agli ammortizzatori sociali, mi auguro che anche la sanita'
sia equiparata a queste assolute, dichiara infine in una nota il
presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Il quadro che emerge
dagli ultimi dati, infatti, - conclude Zingaretti - ci mostra che sempre
piu' italiani rinunciano alle cure sanitarie perche' troppo care per le
tasche gia' gravate dalla crisi economica da cui il Paese sta
faticosamente cercando di uscire. Sono convinto che il grido d'allarme
che sto lanciando sara' raccolto dalle istituzioni e dal Governo che in
queste ore si sta formando. Non mi stanchero' mai di ripetere che un
Paese civile e moderno deve garantire l'accesso ai servizi sanitari a
tutti i cittadini. La rinuncia al iritto di usufruire a una prestazione
medica per motivi economici sarebbe, per chi governa, una grave
sconfitta".
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