7.600.000.000
euro, avete letto bene, è questa la cifra che lo Stato italiano, cioè
noi, ha dato alla Fiat degli Agnelli tra il 1977 e il 2009.
Il dato
proviene dalla Cgia di Mestre, che ha fatto il conto dei soldi pubblici
finiti a Torino nel corso degli ultimi 33 anni. Si tratta di "una cifra
importante – ha detto Bortolussi - che ha toccato la dimensione
economica più rilevante negli anni '80. In questo periodo di profonda
ristrutturazione di tutto il settore automobilistico mondiale, la casa
torinese ha ricevuto dallo Stato italiano oltre 5,1 mld di euro. A
fronte di questi dati - afferma il segretario - le affermazioni fatte
nei giorni scorsi dal dottor Marchionne mi sembrano quanto meno
ingenerose.
Secondo la Cgia di Mestre dal 1990 in poi, 1,279 miliardi
di euro sono stati investiti per la costruzione degli impianti di Melfi e
Pratola Serra. Altri 272,7 milioni sono stati utilizzati per
ristrutturare gli impianti di Melfi e Foggia tra il 1997 e il 2003. Lo
Stato ha inoltre "coperto" gli incentivi alla rottamazione con 465
milioni di euro. Trattasi sempre di fondi statali, pubblici. "In questa
analisi – dice Bertolussi - non abbiamo tenuto conto dell’importo
sostenuto per l’erogazione degli ammortizzatori sociali. Tra il 1991 e
il 2002 la spesa è stata pari a 1,15 mld di euro. Un’entità, che è bene
ricordare, è stata sostenuta anche dalla Fiat e dai suoi dipendenti".
Non è un caso che la Cgia di Mestre attacchi così frontalmente
Marchionne e la Fiat, una decina di anni fa una cosa del genere non
sarebbe mai successa.
Per rendersi conto dello scontro in atto nel
capitalismo italiano basta semplicemente scorrere le pagine del sole 24
ore o ascoltare le dichiarazioni di Squinzi. Marchionne ha portato
infatti la Fiat fuori da Confindustria salutando in un sol colpo tutti
gli attori della concertazione, e si è di fatto schierato con la parte
del capitalismo transnazionale che sta letteralmente mangiandosi
l'industria manifatturiera del nostro paese schiantata dalla crisi.
Non
c'è altro da aggiungere se non il fatto che quando i comunisti dicevano
di requisire la Fiat perchè il popolo italiano l'aveva pagata
tutta più di una volta avevano ragione da vendere.
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