In questo preciso istante apprendo dalle agenzia che Napolitano è
stato rieletto, presidente dell’inciucissimo, cedendo benevolmente alla
violenza dei falliti che occupano indegnamente il Parlamento. Ora c’è la
sua «prorogatio» per un anno, il tempo necessario a sistemare la
salvezza definitiva di Berlusconi, la scomparsa del Pd e il
declassamento dell’Italia a repubblica delle bucce di banana. Un
parlamento appena eletto, rinnovato al 70%, fallimentare e ignobile.
Ritengo questo atto come uno scippo, un tradimento, un atto
sovversivo e l’ultimo colpo mortale alla democrazia, MERITO ESCLUSIVO
DEL PD che ha raggiunto i suoi scopi:
- Autodistruggersi, affondandosi da solo senza nemmeno il salvagente.
- Salvare Berlusconi da morte certa e tenerlo in vita «for ever».
- Riportare Berlusconi al potere per altri venti anni, ammettendolo al governo con Monti.
Agli amici che mi hanno attaccato perché criticavo il Pd, ecco la
risposta: mi prenderei una rivincita se vi dicessi che «l’avevo detto!».
L’avevo scritto da anni che il Pd doveva implodere perché ha bruciato
tutte le tappe e tutte le occasioni per essere se stesso. Lo avevo detto
e scritto, in occasione delle primarie che sono state l’ultimo tassello
della dissoluzione, non per le primarie in sé, ma per la gestione e il
metodo da fanfaroni, da loro stessi disattese, quando si è trattato di
fare le liste. Lo avevo detto e scritto, quando Bersani presentò gli
«otto punti» che non erano nemmeno «virgole». Lo avevo detto quando
c’era da fare il governo e Bersani ha pensato solo alla sua figura di
citrullo senza arte né parte. Lo avevo detto quando D’Alema non si
presentò alle elezioni perché capii subito che mirava al Qurinale
d’accodo con Berlusconi. Con Renzi, avevo previsto tutto, fino alle
virgole. Mi verrebbe voglia, ma soffro troppo per potere godere di una
disfatta che ormai è mortale per loro e per l’Italia.
Il Pd poteva dare la svolta all’Italia, se solo avesse scelto, come
ho scritto e suggerito, un presidente del consiglio fuori dai partiti e
dal parlamento. Insieme al Movimento 5 Stelle avrebbe avuto il governo e
la presidenza della Repubblica. Per settimane ha inseguito i 5 Stelle
per finire ad elemosinare un accordicchio con Berlusconi, dopo che per
tutta la campagna elettorale, aveva gridato «mai più con Berlusconi».
Per il Quirinale ha presentato la «sorpresa» di Marini, o quella di
Amato (che proporranno per il governo); ha bruciato Prodi in un modo
osceno. Ha distrutto se stesso come nessuno sarebbe stato capace di fare
meglio. Ora il gioco, tutto, è nelle mani del Caimano. Che li paghi?
Berlusconi gode, anche senza bunga-bunga, perché, senza nemmeno
pagare un miserabile pegno, si è tolto di mezzo l’ingombrate e ormai
inutile Pd che risulta il peggiore partito di questa stagione, il più
vigliacco, il più degenere, il più antidemocratico. Il più imbecille!
Il futuro non è roseo, è amaro, è tragico e vedere questi fannulloni
che giocano sulla pelle del Paese, gorgheggiando sempre «sull’interesse
dei cittadini», mi fa veramente arrabbiare. Spero a questo punto che
Berlusconi governi per il prossimo secolo e li distrugga fino a non
lasciare l’ombra di una traccia. Lo hanno salvato, lo hanno voluto, se
lo tengano. Alla resa dei conti, è il meno peggio.
Grillo poteva ribaltare la situazione dal primo giorno, ma per paura o
per superbia, ha tergiversato ed è arrivato troppo tardi alla «prateria
del governo». Si è gingillato con la Lombardo che non conosce nemmeno
la Costituzione. Dio li perdoni perché sono responsabili dello sfacelo
in cui ci troviamo.
Rodotà era il presidente del consiglio ideale e il presidente della
repubblica idealissimo: di sinistra, libero, non condizionabile,
difensore della Costituzione, l’uomo a garanzia dei cittadini. Tutte
qualità che per il Pd non valgono nulla perché quello che conta era il
destino di Bersani, di D’Alema e dei perdenti a vita. Alle prossime
elezioni, ormai vicine, Berlusconi spopolerà standosene a casa a godersi
lo spettacolo attorniato dalle sue donnine, contando i posti che gli
spettano in parlamento e le gratifiche da attribuire. Bel colpo, Pd!
Ottimo risultato, Bersani. L’Italia ringrazia e maledice.
Napolitano ha completato il ciclo delle sue trame: portare tutti al
governo, in una unica ammucchiata dove tutto diventa bigio e Berlusconi
si salva ancora una volta. Dio li perdoni, se può, perché io non posso
farlo. Grillo ha torto: non «è un golpe»! È un GOLPE MORTALE!
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