sabato 13 aprile 2013

Dove eravamo rimasti? I professori di Alba tornano al teatro Puccini di Riccardo Chiari, Il Manifesto


Dove eravamo rimasti? I professori di Alba tornano al teatro Puccini

Quelli di Alba ne sono convinti: «Nello spazio nuovo che si è aperto dopo le elezioni – osserva Andrea Bagni – c’è una domanda di cambiamento. Il Movimento 5 Stelle dà la sua peculiare risposta. Noi vorremmo darne una di altro tipo. Sintetizzando, per loro esiste il conflitto di casta. Per noi c’è sempre il conflitto di classe, con i connotati che ha assunto in questo secolo. C’è la domanda, e c’è lo spazio politico. Quello che è difficile è offrire una proposta all’altezza». Da questi presupposti riparte il cammino del gruppo fondato l’anno scorso da Marco Revelli, Massimo Torelli, Paul Ginsborg e altri, che oggi riunisce per l’intera giornata al Teatro Puccini intellettuali, studiosi, attivisti e sindacalisti di vaglia, compreso Maurizio Landini. «Un primo momento di riflessione dopo lo sconquasso del voto – spiegano gli organizzatori nel documento che introduce la discussione – per coglierne le opportunità e riprendere il cammino per la costruzione di una nuova sinistra».
Fra i relatori delle tre sessioni di lavoro, insieme a Revelli e Ginsborg ci sono Freccero, Rinaldini, Viale, Musacchio, Baranes e Rovelli. Impegnati ad analizzare cosa è accaduto con le elezioni; quali siano, o meglio restino, le priorità per uscire dalla crisi (democrazia, Europa, debito e lavoro); e quali e quanti passi dovranno essere fatti per arrivare alla nascita di quel “soggetto politico nuovo” che fin dall’inizio è stato l’obiettivo di Alba.
Due gli interrogativi. Il primo sull’effettiva esistenza di uno spazio politico fra Pd-Sel da una parte e il M5S dall’altra. Il netto insuccesso di Rivoluzione Civile, a cui Alba non aveva aderito, non preoccupa: «Era un’esperienza figlia di vecchi schemi che eravamo stati fra i primi a criticare – osserva sul punto Bagni – al tempo stesso pensiamo che Pd e Sel siano in qualche modo figli di questa Europa. Di una lettura della crisi che continua a collocare l’Italia nella dimensione del liberismo temperato». Quanto ai 5 Stelle, le differenze riguardano il modello di democrazia e di azione politica: «Per loro la società è diventata un unicum indistinto. Secondo noi invece nella società restano, e anzi si sono accentuate, le divisioni, i conflitti sempre più aspri».
Il secondo punto di domanda si lega nel campo della sinistra. In contemporanea all’appuntamento di Alba, sempre a Firenze si svolge il “Forum nazionale per una nuova finanza pubblica e sociale”, organizzato all’Università (via Santa Reparata 65) da realtà come Attac e re:common, per una campagna di sensibilizzazione per la riconversione pubblica della Cassa depositi e prestiti. «Solo una casualità – rispondono da Alba – coincidenti ma non contrapposti». A Bologna invece Rifondazione affronta in seminario (via Indipendenza 69) il tema del M5S con Roberto Biorcio e altri studiosi. Ma ha inviato una lettera ad Alba. Osservando che «la riflessione di Firenze affronta nodi non rinviabili per chiunque voglia dare una risposta di sinistra», e aprendo le porte a una ricerca comune.

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