venerdì 20 marzo 2015

Autostrada E45, l’inchiesta sulle grandi opere della Procura di Firenze ha aperto la stagione di preoccupazioni, proposte e nuove proteste


Nell’inchiesta della procura di Firenze “Sistema” sulle grandi opere è finita anche la nuova autostrada E45. All’indomani dello scandalo nazionale, chi si è sempre opposto al progetto ora lo fa con più veemenza, anche alla luce del fatto che, per quanto riguarda la E45  l’accusa che si muove per gli indagati è quella di tentata “induzione indebita a dare o promettere utilità”, un reato che viene contestato a chi “usando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”.
“Si addensano le nubi  – dichiara infatti il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) sul mega progetto di trasformazione della E45 in autostrada. All’inchiesta sul Mose del luglio scorso, che aveva fatto emergere un inquietante intreccio di interessi trasversali attorno alla torta da 10 miliardi della Orte-Mestre, si aggiunge oggi un elemento che infittisce le ombre che già pesavano su questa grande opera. Sarebbe opportuno che le inchieste che coinvolgono i vertici del ministero dei Lavori pubblici, unite alle negative ripercussioni ambientali ed economiche, inducano ad un ripensamento su questa opera inutile e devastante”. Aggiunge poi che “la prima cosa da fare è prevedere una consultazione referendaria per chiedere ai cittadini di esprimersi su un progetto che segnerà il futuro e le prospettive dell’intera regione. Non vorremmo che a prevalere contro la volontà dei cittadini siano ancora una volta gli appetiti di pochi”. “Dall’inchiesta ‘Sistema’ – aggiunge Dottorini, che nella nota fa anche riferimento al suo ruolo di presidente di ‘Umbria migliore’ – emerge un quadro tutt’altro che rassicurante, con ipotesi di reati pesanti e un sistema inquinato, appunto, che non esenta quasi nessuna delle nuove grandi opere presentate come volano dell’economia nazionale. Fra le ipotesi formulate dai magistrati c’è anche quella secondo la quale il consorzio ‘Ilia Or-Me’, che fa capo a Vito Bonsignore, la mente che ha concepito l’autostrada Orte-Mestre e che anche stavolta appare iscritto nel registro degli indagati, avrebbe ricevuto il parere positivo del Cipe grazie all’appoggio di Ercole Incalza, che si trova in carcere. Ormai fra i protagonisti del mega progetto di trasformazione in autostrada a pedaggio della E45 Orte-Mestre sono pochi quelli che non siano stati travolti negli ultimi tempi da qualche vicenda giudiziaria”. “È evidente – prosegue Dottorini – che alle motivazioni di natura ambientale ed economica che da dieci anni sosteniamo con coerenza e tenacia, si stiano aggiungendo anche cause di natura etica e giudiziaria che dovrebbero indurre ad un ripensamento definitivo su quest’opera, per il bene del nostro territorio e degli umbri. A questo punto riteniamo sia necessaria una consultazione popolare e chiamare in causa anche le amministrazioni locali perché facciano la loro parte ed ascoltino le voci dei tanti cittadini che hanno già pronunciato inequivocabilmente il loro no a un progetto folle e devastante. A partire dagli amministratori e dai consiglieri del Comune di Perugia che non sembrano voler far tesoro dei pareri espressi nel Consiglio comunale aperto del gennaio scorso, quando una valanga di interventi contrari ha seppellito l’ipotesi di trasformare la E45 in autostrada a pedaggio. Possibile non vi sia un consigliere o un gruppo consiliare in grado di presentare una mozione o un ordine del giorno per modificare il parere favorevole dato a suo tempo dal Comune di Perugia? L’impressione – conclude Dottorini – è che vi sia qualche opportunismo di troppo e poca coerenza nel tramutare in fatti gli annunci da campagna elettorale fatti solo per gettare fumo negli occhi ai cittadini”.
“Accusa di concussione a Vito Bonsignore e ad Antonio Bargone per il progetto di trasformare la E45 in autostrada. Roba da non crederci. Quella che doveva essere l’opera pubblica del futuro per l’Umbria, fatta tutta con i soldi di Bonsignore (e con i nostri pedaggi) sostengono gli inquirenti che era un gigantesco raggiro. Per ottenere i visti necessari, dicono ancora gli inquirenti, avrebbero fatto pesare il loro potere (e forse anche nutrite mazzette) su quelli che dovevano mettere i timbri”. Dichiara invece il consigliere regionale dell’Idv, Paolo Brutti.
“Vedremo – prosegue Brutti – lo sviluppo dell’affare. Intanto, due certezze. Il progetto di trasformare la E45 in autostrada è sepolto da questo mare di fango e gli estimatori di casa nostra, i sostenitori, i sonatori di fanfara sullo spartito del piano regionale dei trasporti, non dormiranno sonni tranquilli. I giornali fanno anche il nome di un viceministro. Certamente non avrà avuto nessuna voce in capitolo, però è singolare il quadro di affinità politiche che si delinea. Adesso aspettiamo con serena fiducia che si apra il capitolo della stazione Media Etruria. E se qualcuno dice che così non si fanno più opere pubbliche – conclude Brutti – rispondiamo che per farle ci vogliono amministratori pubblici che operino con integrità e pulizia. L’elettorato li scelga bene a cominciare dalle prossime elezioni regionali”.

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