PERUGIA - “E' veramente paradossale che, mentre i fautori della realizzazione dell'autostrada Orte-Mestre sono travolti da raffiche di avvisi di garanzia, il Consiglio regionale decida di farsi beffe delle 8mila 500 firme raccolte dai cittadini contro la trasformazione della E45 in autostrada a pedaggio., hanno deciso di insabbiare la petizione sottoscritta da migliaia di cittadini che chiedono a gran voce la revisione del parere favorevole dato a più riprese dalla Regione”: il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) commenta così la decisione assunta dalla Seconda commissione consiliare che ha deliberato all’unanimità di non ascoltare il comitato promotore 'No E45 autostrada', demandando alla Giunta regionale il compito di occuparsi, nell'ambito del Piano regionale dei Trasporti, della petizione popolare.
“Dopo lo scandalo emerso con l’inchiesta ‘Sistema’ – chiede Dottorini, che nella sua nota fa riferimento anche alla sua carica di presidente dell'associazione 'Umbria migliore' - cos’altro deve succedere per convincere la politica dell’assurdità di quest’opera? Neppure le nubi della corruzione che, leggendo le intercettazioni, paiono addensarsi fitte su questo progetto sono in grado di scalfire le convinzioni dello schieramento trasversale che da sempre sostiene questa follia progettuale. Eppure logica vorrebbe che le inchieste che stanno travolgendo i vertici del Ministero dei Lavori pubblici, unite alle negative ripercussioni ambientali ed economiche sui territori, inducessero ad un ripensamento degli stessi presupposti che hanno portato a concepire un’opera che, al di là delle vicende giudiziarie, potrà forse soddisfare gli interessi di qualche più o meno spregiudicato gruppo imprenditoriale, non certo le legittime aspettative della collettività. La prima cosa da fare sarebbe stata quella di dare seguito a ciò che 8mila 500 cittadini umbri hanno chiesto a gran voce: chiamarli ad esporre le proprie ragioni in commissione e magari procedere alla revoca del parere positivo all'opera fornito dalla Regione e dalla totalità dei Comuni dei territori coinvolti dal tracciato. Ma il Consiglio regionale, con un atteggiamento imbarazzato e pilatesco, ha deciso di non convocare neppure il comitato promotore, come per prassi si è soliti fare, mettendo così la testa sotto la sabbia ed evitando ogni dibattito di merito”.
“Ormai – spiega Dottorini - fra i protagonisti del mega progetto di trasformazione in autostrada a pedaggio della E45 Orte-Mestre sono pochi quelli che non siano stati travolti negli ultimi tempi da qualche vicenda giudiziaria. L'inchiesta 'Sistema' ha portato alla luce un quadro tutt'altro che rassicurante, con ipotesi di reati pesanti e un sistema inquinato che non esenta quasi nessuna delle nuove grandi opere presentate come volano dell'economia nazionale. Fra le ipotesi fornite dai magistrati c'è anche quella secondo la quale il consorzio 'Ilia Or-Me', che fa capo a Vito Bonsignore, la 'mente' che ha concepito l'autostrada Orte-Mestre e che anche stavolta appare iscritto nel registro degli indagati, avrebbe ricevuto il parere positivo del Cipe grazie all'appoggio di Ercole Incalza, che si trova in carcere. In tutto questo il Consiglio regionale non riesce a fare altro che snobbare la volontà di 8mila 500 cittadini che hanno ragioni da vendere nel rivendicare un altro modello di sviluppo e, a questo punto, un’altra moralità nel decidere i destini economici e ambientali di una regione. C’è da scommettere – conclude - che questa decisione avventata non passerà sotto silenzio e che, come un boomerang, si ripercuoterà sullo stesso Consiglio regionale
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