Capita di tutto a questo mondo, persino che la principale
agenzia di rating - Standard & Poor's - ammetta che "la Grecia non
ci preoccupa affatto". O meglio: non li preoccupa più.
Un'uscita della Grecia dall'euro "non avrebbe probabilmente un
impatto significativo sul rating delle banche al di fuori del Paese
ellenico". La precisazione successiva, "tecnica" dice tutto: tra il 2011
ed il settembre del 2014 l'esposizione totale nel Paese si è dimezzata.
Traduciamo per i non addetti ai lavori economici: "esposizione"
significa crediti concessi a rischio di non rientro, ovvero "sofferenze"
per la banche private che avevano erogato prestiti allo stato greco
all'epoca della "finanza allegra", per finanziare le olimpiadi, lo
sviluppo infratrutturale, ecc. In economia, comunque, il prestatore è
responsabile quanto il creditore, nel senso che dovrebbe evitare di fare
prestiti rischiosi. Se lo fa, e sbaglia, sono affari sui. E' il rischio
di impresa, bellezza! E' la prima regola del capitalismo...
E invece le cose sono andate diversamente. In quei quattro anni di
"austerità imposti dalla Troika e gestita dai governi del "socialista"
Papandreou e dal conservatore Samaras (ma con una maggioranza
parlamentare comune) le banche private europee hanno "significativamente
ridotto la loro esposizione fin dalla ristrutturazione del debito nel
2012".
Secondo alcuni analisti, l'esposizione delle banche private nei
confronti della Grecia era a settembre intorno ai 42.8 miliardi di euro.
All'inizio del governo della troika, all'inizio del 2011, viaggiava
invece intorno ai 128,4 miliardi.
Come si è realizzato il miracolo? La Grecia ha forse ripagato così
tanta parte del suo debito? E se sì, perché allora la Troika insiste con
tanta violenza contro il nuovo governo Tsipras-Varoufakis? per avere il
resto?
In realtà le cose stanno in un modo assai differente. Il
"salvataggio" realizzato dalla Troika si è imposto con due diverse
manovre: da un lato ha fissato un haircut (un "taglio di
capelli", insomma una decurtazione senza compenso) del debito, con
perdite per i prestatori. Dall'altra, con la formula degli "aiuti", ha
trasferito l'"esposizione" dalle banche private agli stati europei,
invitati a mettere "garanzie" sul debito greco.
In pratica, quello che era debito greco con i "privati" è diventato
"debito pubblico" europeo (in quota ai singoli stati), mentre le banche
private hanno ricevuto di rimbalzo i soldi che la Troika versava ad
Atene perché li girasse alle banche.
Non è un dettaglio gossipparo sapere che le banche private in
questione erano soprattutto tedesche e francesi. Insomma, quando la
Merkel o Schaeuble dicono che "i contribuenti tedeschi non possono
pagare per i debiti greci" stanno dicendo - senza ammetterlo
pubblicamente - che per colpa loro quello che le banche private
avrebbero perso ora è a carico dei contribuenti.
Fatta quell'operazione, il problema greco di "ripagare il debito" è
diventato un problema politico di rapporto con l'Unione Europea.
Nelle banche private, ricorda S&P, si guarda ormai alla vicenda
con molto più distacco. Il problema, infatti, riguarda ormai soltanto
gli stati...
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