Il Consiglio Regionale dell’Umbria, con l’approvazione del
Documento Annuale di Programmazione 2015 proposto dalla Giunta, di fatto
ha acconsentito alla trasformazione della Orte-Mestre (E45) in
autostrada anche nel nostro territorio. Oltre al danno non si può non
sottolineare la beffa di veder riportata questa misura nella parte del
Documento dedicata alle “Politiche verso una crescita più sostenibile”.
Appare poi davvero singolare la posizione del consigliere regionale
Dottorini che accusa il Consiglio Regionale di farsi beffa delle 8mila
500 firme raccolte contro la trasformazione della E45 in autostrada dopo
aver votato a favore del DAP. Detto questo, il Consiglio Regionale e la
Giunta potevano e dovevano opporsi a questa scelta scellerata, tanto
più potrebbero e dovrebbero farlo ora alla luce dello scandalo emerso
con l’inchiesta “Sistema”. La trasformazione della E45 in autostrada
infatti non è altro che un’ulteriore operazione di cementificazione e
privatizzazione a favore dei soliti noti e a danno dell’ambiente e dei
cittadini, un modello che potrebbe avere non poche ripercussioni sulla
nostra regione e su tutto l’assetto stradale umbro, oltre che sulle
tasche dei cittadini e degli artigiani del trasporto colpiti dal
pedaggio, l’ennesimo balzello di Renzi. Tornare indietro è però ancora
possibile ed è questa la nostra proposta. Infatti, nononostante la
delibera Cipe sia in registrazione, non sono stati attivati contratti,
nè è stata bandita la gara. Non solo. Visto che secondo l’Ance per il
riassetto idrogeologico nazionale servirebbe circa un miliardo e
duecentomila euro l’anno, proponiamo anche che i circa due miliardi di
euro di benefici fiscali previsti per le imprese costruttrici vengano
investiti per contrastare il dissesto idrogeologico e mettere in
sicurezza le arterie stradali esistenti, opere queste sì che servono al
Paese a anche all’Umbria.
Coordinamento Regionale L’Altra Europa Umbria
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