lunedì 16 marzo 2015

Quella fottuta paura del “Partito nuovo” di Ciuenlai



Palmiro Togliatti fece il “Partito Nuovo”, ora i suoi sedicenti eredi ne hanno una fottuta paura. E’ questa la ragione del loro incomprensibile (all’apparenza) comportamento anomalo. Sono all’opposto del PD di Renzi, ma guai a parlare di separazione. Contestano i principali provvedimenti del Governo, ma poi li votano in massa. La normalità sarebbe quella di prendere atto che “la Ditta” ormai ha cambiato denominazione e “mission” , che è passata “armi e bagagli” al nemico e avvviarsi a prendere una strada diversa. Ma quando sentono parlare di nuove formazioni e aggregazioni politiche fuggono da esse come la peste. Non è incoerenza, non è pazzia è un lucido ragionamento di potere. In un Partito o soggetto nuovo della sinistra sarebbero, inevitabilmente, destinati a restare dietro le quinte. Ve lo immaginate che appeal potrebbe avere una “cosa tre” con D’Alema Presidente e Bersani segretario. Una roba del genere non la voterebbero nemmeno loro. E allora per restare ancora in pista meglio accontentarsi di quello che passa il convento Renziano.
E’ per questa ragione che si stanno impuntando sull’Italicum. L’obbiettivo vero, non è cambiare le controriforme istituzionali e sul lavoro, ma riuscire a portare a casa, alle prossime elezioni politiche, almeno 50 deputati, per essere determinanti nella formazione del Governo e nella vita della prossima legislatura. Obiettivo di sopravvivenza. Obiettivo difficile da realizzarsi. Dopo la fuga dei “Giovani Turchi” (Orfini e una marea di Parlamentari e amministratori locali) il 28% preso da Cuperlo alle primarie, internamente vale meno del 10%. Ipotesi che diventa praticamente impossibile se la Segreteria nazionale ha il potere, come recita l’Italicum, di nominare 100 deputati, per effetto dell’elezione diretta dei capilista. Gli spazi si restringerebbero e contro una concorrenza agguerrita di renziani, turchi e popolari sarebbe più che improbabile avere quei numeri di cui si parlava prima. E’ per questo che si stanno organizzando sul territorio. Non per fare un partito nel partito, ma per metter in piedi comitati elettorali che organizzino, per tempo, le preferenze per i loro candidati, un po’ dappertutto.
E se l’Italicum non cambia? Pazienza si accontenteranno di fare la piccola minoranza dell’impero Renziano, convinti di essere utili al sovrano e di avere, con le loro inutili chiacchiere di dissenso un giorno si e l’altro pure, la visibilità sproporzionata al loro peso reale, di adesso. L’offerta è una copertura a sinistra che tenga fermi i voti di quelli che hanno un cuore ancora rosso, la Cgil (e non si sa per quanto) e qualche altra cosina. Una specie di prostituzione politica, che però non servirà a nulla. Il corso di destra del Pd è ormai irreversibile e nel suo dna non c’è spazio nemmeno per i finti sinistri. Lo sanno benissimo. Sono coscienti che nel Partito Democratico si sta consumando la loro lenta ma inesorabile fine. Ma , nel gioco del potere, è meglio qualcosa che niente. E’ per questo che hanno una paura terribile della “Coalizione Sociale”. Gli toglie spazio all’interno, gli rovina il giochino di presentasi come unici rappresentarti della sinistra, li avvicina paurosamente alla fine, che, per fortuna, è l’unica cosa certa di questo triste viale del tramonto.

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