di Nico Macce, Carmillaonline.com
Per comprendere il ruolo di disinformazione che hanno i nostri media prendo due esempi freschi freschi.
Il primo è un raffronto tra gli attacchi brutali della polizia messicana contro gli insegnanti in lotta (qui e qui
le informazioni del caso) e l’omicidio di Nemtsov a Mosca, un presunto
oppositore di Putin.
Se digitate “Messico e insegnanti” su Google,
appaiono pagine della sinistra radicale. Ciò significa e conferma ciò
che ho potuto constatare in questi giorni, ossia che sui media, di un
fatto così importante e di sangue non c’è traccia. O molto, molto poco e
senza alcuna riflessione politica, quasi fosse un fatto di cronaca, di
delinquenza comune in un paese democratico a prescindere.
In
compenso, già poche ore dopo l’omicidio di Nemtsov, oppositore
liberaldemocratico del governo Putin, un tempo eltsiniano, che sembra
fatto apposta per creare instabilità in Russia, la fanfara mediatica si è
messa in moto subito, a schiocco di dita, orientando subito l’opinione
pubblica verso una responsabilità del governo russo. Che ti fa domandare
seriamente: ma avevano già pronto il coccodrillo?
La differenza
tra il sombrero e il colbacco? Il Messico fa parte del blocco
occidentale, quello dei “buoni a prescindere” e chi se ne frega se
spariscono e vengono assassinati gli oppositori. Vale molto di più
l’oppositore, oltretutto neppure di spicco, di un paese nemico. Che
giornalisti onesti! Sarebbero da mandare ad Acapulco. Ma non in vacanza, a fare gli insegnanti.
Secondo
esempio. Sabato 28 c’è stata la manifestazione della Lega e dei
fascisti di Casapound a Roma, con piazza del Popolo mezza vuota. Quattro
folcloristici gatti, il che rallegra devo dire. Ma delle due manifestazioni antifasciste e antigoverno, giornali e tv hanno parlato solo di quella romana e basta. Romana appunto e molto più numerosa di quella nazionale dei legofascisti: 30
mila in piazza contro Salvini, fatti scendere a poche migliaia dai
media, ovviamente.
Perché, invece, il silenzio sulla manifestazione
milanese contro il Jobs Act e il lavoro gratuito all’Expò? Ma perché
altrimenti i media avrebbero dovuto cambiare l’ordine di importanza
degli avvenimenti, perché tra le 40 e 70 mila persone ieri, nel nostro
paese, hanno manifestato contro Lega, fascisti e governo Renzi. Un
numero portato in piazza con il passa parola, non dalla
CGIL o dai rottami del centrosinistra, ma dai centri sociali e dalle
forze più propriamente antagoniste della sinistra rivoluzionaria.
Giorgio Cremaschi qui,
sintetizza molto bene il perché di questo totale, ignobile, schifoso
silenzio da parte di giornali e tv nei confronti della manifestazione
milanese del 28 febbraio scorso.
Quindi, qual è la vera parte
consistente dell’opposizione politica e sociale nel paese? C’è ancora
antifascismo militante in Italia, dopo il trasformismo osceno del PD e
del centrosinistra? Sta crescendo un’opposizione sociale di massa nel
paese, contro la svolta autoritaria del governo Renzi? Come mai nessuna
autorità politica e di Stato interviene di fronte a palesi reati di
apologia del fascismo e razzismo di Lega e Casapound?
Tutte domande che
i media di regime non vogliono che i cittadini si facciano.
Pietà l’è morta recitava un canto partigiano. Mi sembra chiaro che sia morta anche nei giornalisti italiani,
dai mezzi busti televisivi alle mezze seghe a cottimo della carta
stampata. E anche l’onestà intellettuale. Come si fa a non dare notizie
come quella della macelleria messicana sugli insegnanti? E partire
all’unisono al via d’un omicidio che puzza tanto di CIA, con una versione dei fatti già bella e pronta? Come si fa a oscurare una parte importante del paese, la sua opposizione sociale vera, facendo spezzatino dei fatti, decontestualizzandoli?
Come si diceva una volta? Pennivendoli?
Ecco.
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