mercoledì 4 marzo 2015

Scuola – Dal dire al fare c'è di mezzo 'n mare (di precari)


Di Ciuenlai
Scuola – Primo il Governo non assume niente. La regolarizzazione di oltre 100 mila precari è un atto dovuto per l’applicazione di una sentenza del tribunale europeo, favorevole ai precari. Di più, le 120 mila assunzioni sono solo la punta di un iceberg del quale, ancora nessuno ha capito la grandezza. C’è chi parla di 300 mila e c’è chi arriva addirittura a 400 mila lavoratori coinvolti. Anche i costi sono un rebus.
I Governo ha stanziato un miliardo nel 2015, ma tra la messa in regola della prima tranche, ricorsi e indennizzi vari da pagare, si stima che ci vorranno dai 4 ai 5 miliardi di euro. E il Governo questa cifra non ce l’ha, anche perché spreca risorse per dare soldi alla scuola paritaria, cioè alla Chiesa e affini. Da qui il rinvio e lo scaricabarile delle responsabilità. Fino a ieri le Camere sono state usate come un votificio a ritmi serrati, con sedute notturne. Improvvisamente si scopre che bisogna coinvolgerle in un dibattito ampio per ascoltare e, magari, prendere in considerazione chi ha delle proposte da fare. La verità è che il Premier sente puzza di fallimento su uno degli argomenti cardine del suo programma ad annunci e cerca, nel migliore dei casi, “alleati” con i quali condividere l’insuccesso e, nel peggiore, “imputati” sui quali scaricare tutte le responsabilità.
Intanto cominciano a vedersi anche le prime crepe tra i suoi “estimatori”. Cominciano ad apparire i primi articoli che lo fanno apparire come la gallina che “predica bene e razzola male”. Le spese pazze sono uno scandalo se le fanno gli altri e sono invece un “dovere” quando le fa lui. “Me lo chiede la sicurezza” si giustifica Renzi. Ma deve spiegare come mai non lo chiede al primo rappresentante dello Stato (Sergio Mattarella), che viaggia in tram, voli e treni di linea e invece lo richiede al secondo (Matteo Renzi) che usa e noleggia aerei, elicotteri e riapre aeroporti per andare a sciare. Del resto dice che la volpe perde il pelo e non il vizio. Vi ricordate i 4 direttori generali della Provincia di Firenze con annesse aragoste e caviale a volontà, oggetto di una recente sentenza della Corte dei Conti?

Il governo va in confusione sulla scuola

di Lorenzo Bedin, Contropiano.org
Il governo va in confusione sulla scuola
Il premier Renzi è andato decisamente in affanno sulla scuola. Il Consiglio dei Ministri di ieri, conclusosi dopo una discussione durata fino a tarda sera, ha dovuto rinunciare all'ennesimo decreto legge sulla "buona scuola" per adottare lo strumento del disegno di legge, che prevede quindi la discussione e l'iter parlamentare. Una decisione sicuramente migliore di quella originaria, ma che potrebbe avere ripercussioni sull'assunzione dei 148mila insegnanti precari che dovrebbero andare a coprire i buchi in organico nella pubblica istruzione e che sono supportati da una sentenza della Corte Europea di Giustizia. Renzi ha assicurato che le assunzioni dei precari “non slitteranno” ma in molti hanno suonato la campanella d’allarme perchè si rischia che con il disegno di legge non vi siano più i tempi tecnici per l'assunzione entro settembre 2015, data di inizio del prossimo anno scolastico.
“Vorrei essere chiaro, oggi la Giannini ha introdotto il testo, ai colleghi ministri" ha detto Renzi in conferenza stampa "Una settimana di tempo. Non c'è rischio che saltino le assunzioni, sia per i docenti delle GaE che delle GM. Ma al parlamento della Repubblica chiediamo tempi non biblici, che legiferi senza la necessaria richiesta del governo del decreto d'urgenza." Il renzicottero ha provato così a rilanciare come fa di solito: "Facciamo una scommessa, - ha concluso - lanciamo la palla al Parlamento. Martedì prossimo lanceremo il Ddl, il  Parlamento ha il tempo sufficiente per procedere”. Ed anche il Ministro Giannini ha fatto riferimento al prossimo Consiglio dei Ministri: "Lo strumento legislativo per le assunzioni dei docenti lo decideremo martedì prossimo". "Per noi - ha concluso - le assunzioni sono una priorità e una urgenza. Quindi sarà uno strumento che consenta di ottenere questo risultato".
Ma intanto c'è qualcosa che non quadra. Ad esempio la bozza discussa ieri in Consiglio dei ministri, e illustrata dalla ministra Giannini, non sembra mantenere le promesse sui fondi stanziati. Nel testo su “La buona scuola”, infatti, si stanziava un miliardo per le nuove assunzioni mentre nella bozza si parla solo di 680 milioni, invece dei tre miliardi per gli anni successivi si stanziano circa 2,4 miliardi. Se, come al solito a dire l'ultima parola saranno i tecnici del Mef, sul piatto ci sarebbero meno fondi e dunque molti posti in meno rispetto ai 148 mila annunciati. Intanto vengono confermati dal governo i bonus e gli sconti per le scuole private, le quali tra finanziamenti statali e regionali, portano a casa ogni anno circa 800 milioni di euro sottratti dunque alla scuola pubblica.
Di fronte a questo pasticcio, è esplosa un pò ovunque la rabbia dei precari della scuola che potrebbero vedere ancora una volta – in tutto o in parte – disattese le proprie aspettative. Questa rabbia per ora si affida ai commenti sulla rete nei vari forum e siti dedicati alla scuola. Sul piano della mobilitazione probabilmente in molti attendono l'esito del prossimo Consiglio dei Ministri previsto per martedi della prossima settimana. Forse sarebbe meglio far sentire la propria voce prima, ma sul mondo del precariato della scuola pesa ancora una forte frammentazione che lo rende debole dal punto di vista del peso negoziale.

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