Bisogna essere grati a Giuliano Ferrara perché, con
scrittura brillantemente partecipe, ci illustra sovente il punto di
vista dei furfanti. Del suo ultimo articolo sul Foglio, per capire dove va a parare, bastano e avanzano titolo e sommario: “Perché alla gogna preferisco Incalza”, infatti “Tipi come Ercolino non sono del tutto estranei
al cosiddetto ‘progresso’. Poi la domandona: “Con la legalità in
perfetto controllo, l’erario ben custodito, a che velocità andrebbero i
treni tra Roma, Napoli, Milano e Torino?”.
Al che, una risposta banale potrebbe essere che in tutte le nazioni dove non vige più il diritto di saccheggio e lo ius primae noctis, coloro che maneggiano denaro pubblico
e si fanno beccare con “un villozzo o un conto bancario abbastanza
grasso”, li sbattono in galera e gettano la chiave (vedi gli Stati Uniti
tanto cari a Giulianone). Si può aggiungere che l’Alta velocità non l’hanno inventata Lupi, Incalza o il Perotti Pigliatutto, ma esiste in tutto il mondo civilizzato dove, pensa un po’, funziona perfino senza la tangente obbligatoria dell’1 per cento.
Argomenti superflui per il pensiero furfantesco che da sempre batte sul medesimo tasto: siamo o no un Paese speciale dove rubano tutti
e quindi nessuno si azzardi a fare la morale a nessuno? Nella versione
pop lo hanno cantato ‘Elio e le Storie Tese’ nella magistrale Terra dei cachi: “Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate”. Caro Ferrara, dopo il memorabile Siamo tutti puttane, a quando Siamo tutti ladri?
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