di Alessandra Daniele, Carmillaonline.com
Vi siete accorti dei miliardi di draghi in arrivo?
Non guardate dalla finestra, non sto parlando d’uno stormo di giganteschi rettili alati dal respiro di fuoco giunti ad oscurare il cielo e incendiare la terra. Parlo del Quantitative Easing di Mario Draghi, la pioggia di miliardi stampati per far ”ripartire” l’economia europea. Se non ve ne siete accorti, il motivo è semplice: non sono per noi. Sono per le banche.
È una pioggia sul bagnato.
L’Italia ha però sempre coltivato un’altra particolare forma di Quantitative Easing: la corruzione, che allo stesso modo fa regolarmente piovere miliardi sulla fanghiglia, soprattutto attraverso le opere pubbliche.
Se nel tunnel del CERN si accelerano le particelle, in quello della TAV si accelerano le bustarelle.
A poche settimane dall’apertura dell’Expo, è pronto solo un decimo delle strutture previste. Le altre ancora incompiute saranno nascoste da una felliniana serie di enormi quinte e fondali chiamata Camouflage.
Probabilmente ai turisti la soluzione sarà spacciata per una scelta artistica che rappresenta plasticamente l’incompiutezza del progetto di “nutrire il pianeta”.
Mentre s’ingrassano i ladri.
Tutti i Lupin mannari del brulicante ceto parassitario che sistematicamente s’avventa sulle cosiddette Grandi Opere come gli stafilococchi sulle piaghe infette, mandandole in cancrena.
Renzi è il Camouflage dietro il quale l’Italia continua a marcire e venire divorata. Tutto il suo attivismo fasullo, il suo giovanilismo anni ’80 non sono che una quinta di cartapesta.
Mentre un’altra di quelle piaghe, il Giubileo straordinario, viene aperta da Bergoglio, l’altro presunto rottamatore.
Il Papa-immagine che dorme in un sobrio bilocale (all’interno di un enorme palazzo da 20 milioni di dollari) e lascia che i suoi cardinali vivano in superattici di 700 metri quadri. Che scomunica i corrotti, e poi gli offre l’ennesimo banchetto, li induce in tentazione con la sua versione del Quantitative Easing per far girare l’economia, e organizzare uno spot planetario per la sua azienda.
Anche lui, con tutto il suo pauperismo mediatico, non è che un paravento (sacro) una facciata dietro la quale la Chiesa rimane esattamente la stessa.
Fra lupi, draghi, nani, e fate, pure Berlusconi ha appena ricevuto il suo Quantitative Easing. Le azioni Mediaset sono in rialzo, Mondadori ha comprato RCS Libri, e la riforma della Rai gli trasformerá la concorrenza in tre innocue reti tematiche, una culturale (reading di Baricco, migrazione degli gnu, e viceversa) una sperimentale (monoscopio in 3D) e una generalista, che sotto il totale controllo del governo si trasformerà nella versione renziana di Mediashopping: una catena ininterrotta di televendite.
Intanto Renzi prende l’interim dei Lavori Pubblici.
Anche il “Cantiere delle Riforme” è una delle Grandi Opere.
Non guardate dalla finestra, non sto parlando d’uno stormo di giganteschi rettili alati dal respiro di fuoco giunti ad oscurare il cielo e incendiare la terra. Parlo del Quantitative Easing di Mario Draghi, la pioggia di miliardi stampati per far ”ripartire” l’economia europea. Se non ve ne siete accorti, il motivo è semplice: non sono per noi. Sono per le banche.
È una pioggia sul bagnato.
L’Italia ha però sempre coltivato un’altra particolare forma di Quantitative Easing: la corruzione, che allo stesso modo fa regolarmente piovere miliardi sulla fanghiglia, soprattutto attraverso le opere pubbliche.
Se nel tunnel del CERN si accelerano le particelle, in quello della TAV si accelerano le bustarelle.
A poche settimane dall’apertura dell’Expo, è pronto solo un decimo delle strutture previste. Le altre ancora incompiute saranno nascoste da una felliniana serie di enormi quinte e fondali chiamata Camouflage.
Probabilmente ai turisti la soluzione sarà spacciata per una scelta artistica che rappresenta plasticamente l’incompiutezza del progetto di “nutrire il pianeta”.
Mentre s’ingrassano i ladri.
Tutti i Lupin mannari del brulicante ceto parassitario che sistematicamente s’avventa sulle cosiddette Grandi Opere come gli stafilococchi sulle piaghe infette, mandandole in cancrena.
Renzi è il Camouflage dietro il quale l’Italia continua a marcire e venire divorata. Tutto il suo attivismo fasullo, il suo giovanilismo anni ’80 non sono che una quinta di cartapesta.
Mentre un’altra di quelle piaghe, il Giubileo straordinario, viene aperta da Bergoglio, l’altro presunto rottamatore.
Il Papa-immagine che dorme in un sobrio bilocale (all’interno di un enorme palazzo da 20 milioni di dollari) e lascia che i suoi cardinali vivano in superattici di 700 metri quadri. Che scomunica i corrotti, e poi gli offre l’ennesimo banchetto, li induce in tentazione con la sua versione del Quantitative Easing per far girare l’economia, e organizzare uno spot planetario per la sua azienda.
Anche lui, con tutto il suo pauperismo mediatico, non è che un paravento (sacro) una facciata dietro la quale la Chiesa rimane esattamente la stessa.
Fra lupi, draghi, nani, e fate, pure Berlusconi ha appena ricevuto il suo Quantitative Easing. Le azioni Mediaset sono in rialzo, Mondadori ha comprato RCS Libri, e la riforma della Rai gli trasformerá la concorrenza in tre innocue reti tematiche, una culturale (reading di Baricco, migrazione degli gnu, e viceversa) una sperimentale (monoscopio in 3D) e una generalista, che sotto il totale controllo del governo si trasformerà nella versione renziana di Mediashopping: una catena ininterrotta di televendite.
Intanto Renzi prende l’interim dei Lavori Pubblici.
Anche il “Cantiere delle Riforme” è una delle Grandi Opere.
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