Due pareri della facoltà di Giurisprudenza silurano le prese di posizioni di Palazzo Donini. Ecco il perché
La sostanza è tutta qui: l’esenzione del pedaggio per gli umbri sulla futura E45 autostrada è impossibile.
O quasi. Parola dell’Università degli Studi di Perugia e della sua
facoltà di Giurisprudenza. Due documenti, due conclusioni. Due manate a
Palazzo Donini.
La prima chiusa, pesante come pietra:
“Non sembra rinvenibile in capo alla Regione un effettivo potere
normativo né in ordine alla determinazione dei pedaggi, né tantomeno
nella loro esenzione”. In pratica, la Regione Umbria ha le mani legate.
“Essa, tutto al più, quale rappresentate degli interessi dei residenti
umbri ricopre un ruolo meramente sollecitatorio nei confronti della
concessionaria e degli organi statali preposti”. E ancora: “Si deve
rilevare, inoltre, che le esenzioni previste a livello normativo e di
prassi, sono mosse da ragioni di interesse generale nel primo caso e
ragioni di carattere del tutto peculiare nel secondo caso. Tali ragioni
non sembrano sussistenti nel caso dei residenti umbri, potendosi
eventualmente rinvenire i requisiti per il riconoscimento di
agevolazioni nel pagamento del pedaggio”. Morale della favola: al
massimo gli umbri potranno avere un’agevolazione.
Passiamo alla seconda conclusione dell’Università. E anche questa non scherza:
“Volendo a questo punto tratteggiare alcune conclusioni – si legge in
calce del documento ‘Parere sull' esenzione dal pedaggio o sulla
possibilità delle più ampie agevolazioni per i residenti umbri con
riferimento alla trasformazione dell' attuale E45 in autostrada alla
luce del diritto dell' Unione Europea - , si deve ammettere che in
nessun caso immaginabile, tanto quello in cui la misura sia pensata
esclusivamente per le persone fisiche residenti, quanto in quello in cui
valga anche per le persone giuridiche, una ipotizzata esenzione totale o
una agevolazione di grande valore può essere legittima alla luce del
diritto dell' Unione Europea”.
Insomma, scordatevela e in fretta. L’Unione Europea non ammetterà mai una cosa del genere.
Perché? Ancora l’Università: “Configurandosi tale esenzione come una
manifesta deroga al principio di non discriminazione, nella misura in
cui accorderebbe un grande beneficio economico ad alcuni soggetti per il
sol fatto di esser residenti in Umbria, e a quello della libera
concorrenza, poiché altererebbe l' impatto che il costo del trasporto
avrebbe sugli operatori economici per la percorrenza del tratto in
questione dell' infrastruttura, una sua ammissibilità sarebbe
immaginabile solo qualora rientrasse nelle ipotesi derogatorie
specificamente previste e poste in luce tanto nella legislazione, quanto
negli altri atti delle istituzioni dell'Unione. Tali ipotesi
contemplano soggetti portatori di pubblici interessi o di interessi
privati ritenuti pubblicisticamente meritevoli di tutela (forze dell'
ordine, operatori sanitari, soggetti svantaggiati), soggetti che si
trovano in un territorio con caratteristiche geografico-morfologiche
tali da limitare ipso facto i normali spostamenti, o, infine, soggetti
che si trovano in un' area con particolari caratteristiche socio-
economiche tali da costituire una condizione svantaggiata per i suoi
abitanti, condizione che può esser abituale o emergenziale, dovuta cioè a
situazioni di calamità”.
Questo il ventaglio delle ipotesi che potrebbero anche far chiude un occhio all’Europa su pedaggio. Ma,
“considerando la condizione economica e territoriale dell' Umbria non
sembra di poter rinvenire i presupposti per l' applicazione di una tale
facilitazione”.
E la clinica di legge di Giurisprudenza ci ironizza pure. Così:
“Potrebbe infatti affermarsi che l'Umbria è una regione economicamente
sottosviluppata? Senza dubbio il peso dell'attuale congiuntura economica
negativa ha avuto conseguenze importanti, ma non a tal punto da doversi
parlare di allarme. Inoltre, si può onestamente affermare che la sua
conformazione geografica sia tale da richiedere una agevolazione per chi
vi si sposta? La risposta, anche in questo caso, sembra dover esser
negativa”.
Il finale lo scrive il gruppo consiliare di “Perugia rinasce”.
Un po’ perché hanno presentato loro questi pareri, un po’ perché tira
aria di elezioni regionali. E così mettono nel mirino il bersaglio più
grosso che c’è: la presidente Marini. Con queste esatte parole:
“Promette pur sapendo di non poter mantenere; tira fuori l’ennesimo
coniglio bianco dal cilindro sperando in una manciata di voti in più che
le risparmi la figuraccia, che ha dovuto subire, per fortuna di
Perugia, l’ex sindaco Boccali. Se poi la Società Autostrade ritirerà la
disponibilità a compiere l’opera la sinistra potrà cantare vittoria per
avere lasciato le cose nell’indegno stato in cui si trovano; se, invece,
come probabile, le cose andranno avanti stralciando la richiesta di
esenzione, il Pd potrà comunque dire di aver fatto tutto il possibile ma
quei cattivoni a Roma, peraltro del medesimo partito, non hanno
ascoltato le loro giuste richieste. A pagare saranno comunque i
cittadini, ma intanto le elezioni saranno passate e la presidente e i
suoi compagni in quest’aula potranno stappare dell’ottimo champagne
millesimato, lasciando ai sudditi-cittadini l’aceto, decisamente non
balsamico”.
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