martedì 1 gennaio 2013

Il voto telematico dice "Sì" ad Ingroia premier e ai segretari nelle liste. Cambiare #si può, davvero!



Il popolo di "Cambiare si può" accetta Ingroia leader e va avanti nella formazione delle liste. Il voto telematico chiuso stanotte ha di fatto prodotto un passo in più in avanti nella costruzione del Quarto Polo. I "Sì" hanno ricevuto il 64,7%, su una platea di votanti che, differentemente dalle votazioni sulle mozioni dell'asemblea del 22 dicembre è stata stavolta superiore al 50%. Questo il quesito posto e i risultati. 
"Ritieni che, nella mutata situazione di fatto rispetto all’assemblea del 22 dicembre, si possa proseguire nell’iter di formazione di una lista comune, avente come candidato premier non contendibile Antonio Ingroia (che ha dichiarato la disponibilità ad accogliere nel programma i nostri dieci punti irrinunciabili), con attribuzione a un comitato di garanti della formazione delle liste, nelle quali è comunque previsto l’inserimento dei segretari politici di IDV, Comunisti italiani, Verdi e Rifondazione comunista?
Hanno votato SI 4.468 pari al 64,7% dei votanti
Hanno votato NO 2.088 pari al 30,2% dei votanti
Si sono astenuti 352 pari al 5,1%
I voti validi sono stati 6.908 su circa 13.200 aderenti all'Appello

E Cambiare si può dice Sì a Ingroia

Buona partecipazione al referendum sul web. Due terzi degli aderenti scelgono di proseguire il dialogo con Rivoluzione civile [Checchino Antonini, http:popoff.globalist.it]
vittorio agnoletto
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Vittorio Agnoletto

Risultati della Votazione telematica di "Cambiare si può" alle ore 00.00 del 1.1.2013. Hanno votato SI 4.468 pari al 64,7% dei votanti. Hanno votato NO 2.088 pari al 30,2% dei votanti. Si sono astenuti 352 pari al 5,1%. I voti validi sono stati 6.908 su circa 13.200 aderenti all'Appello. I sostenitori di "Cambiare si può" scelgono di sostenere Rivoluzione civile.

Il quesito in votazione era: "Ritieni che, nella mutata situazione di fatto rispetto all'assemblea del 22 dicembre (vedi report precedente), si possa proseguire nell'iter di formazione di una lista comune, avente come candidato premier non contendibile Antonio Ingroia (che ha dichiarato la disponibilità ad accogliere nel programma i nostri dieci punti irrinunciabili), con attribuzione a un comitato di garanti della formazione delle liste, nelle quali è comunque previsto l'inserimento dei segretari politici di Idv, Comunisti italiani, Verdi e Rifondazione comunista?".

Commenta a caldo Vittorio Agnoletto scrivendo di un «colpo di scena nella votazione on-line». Tra i 70 promotori iniziali dell'appello, infatti, la stragrande maggioranza si era espressa contro il proseguimento del percorso per la costruzione della lista "Rivoluzione civile", «solo in 7 ci eravamo pronunciati per la prosecuzione dell'esperienza, il voto nel web ha clamorosamente ribaltato la situazione».

Nonostante la votazione abbia coinciso con gli ultimi due giorni dell'anno, ha votato più della metà degli iscritti alla lista dell'appello. «Si è trattato di una grande dimostrazione di saggezza - continua Agnoletto - sulla diffusa insoddisfazione per la modalità della compilazione delle liste, ha infatti prevalso la consapevolezza dell'importanza della partita che abbiamo di fronte. Come dice "non è più possibile stare a guardare o limitarsi alla critica". Il risultato della votazione fornisce una grande occasione a "Rivoluzione civile" per radicarsi profondamente nei territori e nelle numerose vertenze sociali che hanno contribuito a costruire e a sostenere "Cambiare si può"; sono 105 le assemblee organizzate dai sottoscrittori dell'appello in ogni provincia italiana alle quali hanno partecipato circa 15.000 persone: energie importanti da valorizzare. Ora tocca ai sottoscrittori di Cambiare si può impegnarsi perché siano valorizzati nel programma della lista i 10 punti da noi proposti ed accettati da Ingroia e perché nella composizione delle liste vengano valorizzati territori».

Dall'assemblea del Lazio si prende atto del voto e anche della partecipazione alta, segnale di interesse Prendiamone atto: «Le modalità troppo burocratiche e alcune ambiguità della lista di Ingroia a molti di noi non piacciono, ma la votazione è stata chiara e non può valere solo "se" ci dà ragione. Probabilmente è una posizione spinta dal buon senso più che dall'entusiasmo per il taglio che sta prendendo il quarto polo oggi possibile. Probabilmente sarebbe stato difficile pensare a un esito diverso visti i tempi dell'accelerazione politica, determinata da una ristrutturazione dei poteri nel paese e non da una presa di coscienza collettiva. Ammettiamolo. Corriamo dietro gli eventi e dobbiamo quindi dare un senso e una direzione chiara a questa corsa. Ora la domanda a cui non possiamo sfuggire è: a questo punto ha senso mantenere il progetto "Cambiare si può" e le sue partecipate assemblee territoriali? La risposta sensata probabilmente è: sì, se sappiamo darci un obiettivo e dei compiti che solo noi possiamo rappresentare in questa difficile corsa. Essere i garanti almeno dei due punti di programma decisamente più avanzati in senso antiliberista e pretendere che i nostri portavoce a rotazione siano parte integrante di tutte le decisioni una volta che accettiamo l'integrazione nella lista e non debbano più essere semplicemente messi di fronte a decisioni altrui». Le assemblee territoriali e l'interazione positiva coi movimenti di resistenza dovrebbero diventare permanenti e, dal Lazio, si chiede che le liste siano formate in buona parte da candidature che vengono dalle assemblee e dai conflitti (un operaio della Fiat Pomigliano e dell'Irisbus, un rappresentante del movimento No Tav, un precario della scuola o della ricerca, donne, movimenti del sud, ecc...).
 

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