Metti insieme un consigliere regionale di Sinistra e Libertà (Giulio Cavalli), uno dei blogger più conosciuti nel panorama del web (il caporedattore dell’Espresso Alessandro Gilioli, papà di “Piovono rane”), una satirica di livello come Francesca Fornario (Un Giorno da Pecora, tra i fondatori di Pubblico), un altro giornalista e blogger a Micromega (Matteo Pucciarelli di Repubblica) e due giovani “rampanti” sempre di Sel, Luca Sappino e Pasquale Videtta (entrambi nella squadra del giornale fondato da Luca Telese). La loro lettera appello per una “Cosa Seria” a sinistra sta cominciando a creare un piccolo (o grande) caso.
Centinaia di commenti e migliaia di condivisioni sui social network mettendo insieme varie piattaforme: dall’Espresso a Repubblica.it, fino ad altri siti della sinistra come il nostro e ArticoloTre. Un appello per convincere Sel e «una parte del Pd» a sostenere un programma di sinistra, naturalmente. E una coalizione larga, senza Udc, ma con Idv, comunisti, verdi e Alba. E, sottinteso, la Fiom.
La sfida ovviamente è dentro Sel. L’accordo con Bersani di Vendola, praticamente blindato, prevede una successiva alleanza con Casini e company. I vendoliani fanno finta di niente, ma i maggiorenti Pd lo dicono chiaramente, giorno dopo giorno: al governo ci si andrà «con il Centro». Con spazi di manovra, a sinistra, praticamente inesistenti. Il trionfo del post-montismo, insomma.
Succede che nei giorni scorsi sul sito di Sinistra e Libertà appare un’analisi di Guido Paglia in cui, praticamente, si dice che il patto con l’Udc rientra tra le cose. È la linea del partito? Mistero. Da lì, sempre sul web, parte la sfida dei sei al webmaster del portale, Marco Furfaro: se quella di Paglia non è la linea e noi scriviamo un intervento di segno opposto ce lo pubblichi? Risposta: «Certo, mica siamo la Pravda».
«Altro che Cosa Bianca, facciamo una Cosa Seria», esordisce così l’appello. «È un tentativo (disperato non so, doveroso di sicuro) di far pressione contro il suicidio politico verso cui stanno andando Sel e Pd alleandosi con l’Udc», risponde a un lettore Gilioli. «La parola “sinistra” (…) è un sentimento, un modo di stare al mondo, un’appartenenza ideale e concreta che richiede coerenza e che non può ridursi in piccoli e particolari interessi di bottega, antiche inimicizie e gelosie d’appartenenza», spiega l’appello.
Due giorni dopo, dell’appello nessuna traccia sul sito di Sel. Ma in compenso lo stanno appoggiando in diversi. Il segretario del Prc Paolo Ferrero ha fatto sapere di apprezzare l’iniziativa, che ha condiviso sulla propria pagina Facebook. Lo condivide in rete anche Sonia Alfano, presidente della commissione antimafia europea: «Condivido e soprattutto trovo fondamentale il punto programmatico sulla pretesa dell'accertamento della verità: tutta la verità». Il segretario del Pdci Oliviero Diliberto: «Un appello intelligente. Che esce dal politicismo e discute di politica. Da che lato si esce dalla crisi? Quale Europa vogliamo? Invertire le politiche di austerità imposte da Bce e Fmi è vitale perché sono fallimentari oltre che inique. Abbiamo il dovere di provarci. La mia speranza è che quest'appello non cada inascoltato, e che il centrosinistra tutto, finalmente con il coraggio delle idee e non con la paura della tecnocrazia, possa muoversi in questa direzione».
I rumors dicono che anche il braccio destro di Vendola, Nicola Fratoianni, abbia apprezzato. Interpellato dalla rivista d’area Gli Altri non ha negato: «Ho sempre detto che con l’Udc non si può stare insieme». Chi invece non l’ha preso benissimo, pare sia Gennaro Migliore. L’ex delfino di Fausto Bertinotti non vede di buon occhio l’attivismo di Cavalli. E di mollare la presa (cioè l’accordo col Pd) non ne vuole sapere per nessun motivo. Ma alla prossima assemblea nazionale di Sel (30 agosto) proprio Cavalli porterà l’appello in cui chiederà di mettere nero su bianco che Sinistra e Libertà non si alleerà mai con l’Udc. Che, di conseguenza, Vendola debba porre l’aut aut a Bersani: o noi o l’Udc.
La base di Sel pare essere decisamente contraria all’accordo con il genero di Caltagirone. La dirigenza invece è spaccata, con un solo grande oppositore uscito chiaramente allo scoperto: Alfonso Gianni, un altro fedelissimo di Bertinotti.
Silenzio invece dalla sinistra Pd. Si vociferava – come riportato dagli Altri - di un interessamento di Pippo Civati ma, scrive sempre Gilioli, «non esce dal Pd neanche se lo portano via».
Insomma, la strada per costruire una “Cosa Seria” a sinistra pare in salita. Ma non impossibile. Anche perché potrebbe inserirsi nella discussione un peso massimo capace di cambiare gli equilibri: Luigi De Magistris.
ALFONSO GIANNI (SEL): NON POSSIAMO ALLEARCI CON BERSANI E LIBERALI
L'intervista
di Bersani oggi su Repubblica contiene diversi elementi interessanti.
Peccato che molti di essi siano gia' stati contraddetti dalle scelte
concrete di quel partito. Il voto sull'articolo.18, sul pareggio di
bilancio, sul fiscal compact sono mattoni di una politica a dir bene
moderata, tutta interna alla politica attualmente dominante in Europa.
L'accordo che si profila sulla legge elettorale e' disegnato affinche'
si creino simili equilibri, come ha immediatamente notato Berlusconi in
una intervista praticamente parallela. La grande coalizione scartata a
parole viene favorita nei fatti. Non a caso Bersani conclusivamente dice
testualmente : "il centrosinistra proporra' un'alleanza di legislatura
alle forze liberali e moderate del Paese. Dentro questo perimetro non ci
sono solo Vendola e Casini, ma ad esempio anche i socialisti". Più
chiaro di cosi' si muore: un centrosinistra chiuso a sinistra, compresi i
movimenti e la societa' civile, con Sel in gabbia, e apertissimo a
destra. In questo modo il centrosinistra non si puo' fare, perché la
sinistra non avrebbe voce.
Questo è quanto si legge nel profilo Face book di Alfonso Gianni di SEL
Questo è quanto si legge nel profilo Face book di Alfonso Gianni di SEL
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