Pubblichiamo l’appello che un gruppo di intellettuali, scrittori,
giornalisti ha rivolto al ministro per i Beni culturali, Ornaghi, e al
presidente della Regione Campania, Caldoro, a sostegno della Biblioteca
Marotta di Napoli.
Illustre ministro, illustre
presidente, la Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici, messa insieme da Gerardo Marotta in mezzo secolo di pazienti
ricerche presso fondi librari e antiquari in tutta Europa, costituisce
il nucleo fondamentale dell'Istituto fondato nel 1975 a Roma, nella sede
dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro
Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta, che ne è anche
il presidente. La Sovrintendenza ai beni librari della Regione Campania
ha riconosciuto nel 2008 il valore di questa raccolta, che oggi conta
circa 300mila opere, dichiarando che essa “presenta i segni di uno
sforzo ragionato di gestione e sviluppo, frutto non di casuale
sedimentazione, ma delle attività di studio, ricerca e formazione
promosse dall'Istituto di appartenenza”.
La delibera,
attestando “il grande valore bibliografico e culturale” della
biblioteca, decreta “la necessità di salvaguardarne l'inscindibile
legame con l'Istituto di emanazione” e “l'opportunità e l'utilità
sociale di predisporne le migliori condizioni di fruizione pubblica”. Fu
in questo spirito che la Regione, già nel 2001 con delibera n. 6039,
individuò come sede della biblioteca i locali dell'ex-Coni in piazza
Santa Maria degli Angeli n. 1, a pochi passi da Palazzo Serra di
Cassano, sede dell'Istituto, al fine di garantire la necessaria
vicinanza tra la biblioteca e il luogo in cui quotidianamente si svolge
un'intensa attività di seminari, così da assicurare la fruibilità del
patrimonio librario al vasto pubblico di studiosi e ricercatori. Venne
dunque formulato un progetto che, tenendo conto dei locali disponibili e
dello spazio occupato dai volumi, consentisse, attraverso un sistema di
scaffalature compatte, una sistemazione adeguata, congrua e razionale
della raccolta. Tuttavia, inspiegabilmente, l’attuale Giunta regionale
emana nel 2011 un nuovo atto che opera una radicale inversione di rotta
rispetto al complesso processo iniziato dieci anni prima: con la
delibera n. 283 si inseriscono due elementi che minacciano di
stravolgere letteralmente il progetto originario per cui erano stati
stanziati anche specifici fondi europei. Viene difatti pro-spettata per i
locali individuati l'utilizzazione “come fondo iniziale dei volumi che
obbligatoriamente vengono trasmessi in copia alla Regione Campania da
editori e aziende tipografiche allorquando pubblicati” e l'attivazione
di una “Biblioteca pubblica ‘a scaffale aperto’”. Ciò significherebbe
non solo sfregiare l'armonica razionalità interna della raccolta
dell’Istituto, che la rende specchio di una dimensione culturale
internazionale, con l'inserimento di un fondo avente come unico criterio
quello dell'appartenenza geografica regionale, ma significherebbe
soprattutto impedire materialmente l'allocazione della biblioteca
dell'Istituto, la cui dimensione è tale da occupare per intero lo spazio
dei locali e solamente qualora sia rigorosamente seguito il progetto
delle scaffalature compatte.
L'estenuante lentezza e
l'infelice esito di questo processo testimoniano la trascuratezza con
cui è stato considerato negli ultimi anni l'Istituto Italiano per gli
Studi Filosofici, che secondo l'Unesco non ha termini di paragone nel
mondo e che oggi, privato dei fondi necessari al suo pieno
funzionamento, rischia di dover chiudere. È inaccettabile assistere a
questo avvilimento dell'Istituto e alla sepoltura della sua biblioteca
in un triste deposito , un ex capannone industriale di Casoria, per
opera della miopia e dell'inerzia ostinata di alcuni dirigenti
amministrativi. Chiediamo, pertanto, che la Regione revochi la delibera
del 21 giugno 2011 e ripercorra con urgenza la strada tracciata dalle
de-libere dell’amministrazione Bassolino e della Sovrintendenza
bibliografica regionale, aprendo finalmente al pubblico un grande
patrimonio librario e che, su sollecitazione del ministero dei Beni
culturali, il governo presenti un disegno di legge al Parlamento diretto
a garantire un finanziamento stabile per l'Istituto che consenta di
ripianare gli oneri finanziari derivati dal ritardo, quando non dal
venir meno per alcuni anni, degli stessi contributi, e che permetta il
pieno svolgimento delle sue attività di ricerca e della sua funzione
civile.
Remo Bodei, Alberto Burgio, Gaetano Calabrò,
Luciano Canfora, Giulietto Chiesa, Gianni Ferrara, Paolo Maddalena, Aldo
Masullo, Ugo Mattei, Aldo A. Mola, Tomaso Montanari, Franco Roberti,
Stefano Rodotà, Roberto Saviano, Salvatore Settis, Gianni Vattimo,
Gustavo Zagrebelsky
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua