Un
carrello sul quale e' stato montato un impianto hi-fi ha e un Apecar di
catapesta perché quello vero il questore non l’ha voluto far andare in
piazza. I cittadini “Liberi e pensanti” si sono presentati così
stamattina all’appuntamento in piazza Immacolata a Taranto: dietro, lo
striscione “Sì ai diritti no ai ricatti”. L'Apecar, interdetto nelle
more del divieto a manifestare nella “Zona Rossa” tra Municipio e
Questura, dove è in programma il vertice con i ministri Clini e Passera,
è diventato il simbolo della rinascita dei tarantini. ''Eccolo qua,
l'Apecar eccolo qua. E' solo qua, l'Apecar e' solo qua”, lo slogan
intonato dal comitato all'inizio dell'assemblea alla quale stanno
partecipando non meno di 3.500 persone. Tante le testimonianze e le
denunce: sulla “fabbrica della morte”. Particolarmente toccante quella
di due genitori di appena trent’anni che hanno portato in piazza le foto
dei due loro figlii, entrambi malati oncologici.
I ministri dalle 11.30 incontreranno il presidente della Regione
Puglia, Nichi Vendola, gli enti locali, l'autorita' portuale, il
presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, i sindacati, Confindustria,
parlamentari di Pdl, Pd, Udc e Fli e il vescovo di Taranto, mons.Filippo
Santoro. Tutti meno che il Comitato dei Cittadini e dei lavoratori
Liberi e Pensanti. ''Ugualmente - sottolinea Cataldo Ranieri,
carismatico portavoce del comitato - chiediamo ai ministri di farci
partecipare agli incontri: vogliamo essere ascoltati, lo pretendiamo,
altrimenti non ci fermeremo. Vogliamo decidere il futuro di Taranto
perche' siamo stanchi di piangere i nostri morti''.
Contro il divieto di manifestare e' insorta la Cgil pugliese secondo cui ''la liberta' di manifestare non deve mai essere intaccata'' e la ''democrazia non puo' subire mortificazioni in un momento in cui la citta' di Taranto ha bisogno di dare prova di maturita' e senso civico''. ''Profonda indignazione e preoccupazione'' viene espressa dalle organizzazioni di studenti universitari Link, Uds e Unione degli Studenti, e la 'Rete della conoscenza' cui aderiscono.
Contro il divieto di manifestare e' insorta la Cgil pugliese secondo cui ''la liberta' di manifestare non deve mai essere intaccata'' e la ''democrazia non puo' subire mortificazioni in un momento in cui la citta' di Taranto ha bisogno di dare prova di maturita' e senso civico''. ''Profonda indignazione e preoccupazione'' viene espressa dalle organizzazioni di studenti universitari Link, Uds e Unione degli Studenti, e la 'Rete della conoscenza' cui aderiscono.
Chiaro e netto anche l’intervento del sindaco di Taranto, Ippazio
Stefàno: ''Sono ingiusti gli attacchi al gip o alla procura. Piuttosto,
mi auguro che il governo venga a Taranto con le idee molto chiare e non
usi la citta' per una sfilata di chiacchiere. Abbiamo bisogno di fatti
concreti''. ''Il governo - aggiunge - deve dire a Emilio Riva di fare
presto, di finanziare tutte le opere necessarie per mettere a norma gli
impianti. Noi ci auguriamo che al di la' delle incomprensioni, si
proceda velocemente a sanare una situazione intollerabile''. ''Qui per
il lavoro sono morti operai e semplici cittadini. Non e' accettabile, ma
fare giustizia e' insufficiente perche' la fabbrica inquina ancora e
allora bisogna rendere l'Ilva compatibile con Taranto''. ''Taranto e'
una citta' inquinata da troppo tempo -conclude Stefàno -. Non possiamo
che partire da qui e le responsabilita' sono delle classi dirigenti che
hanno sottovalutato il problema''.
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