PERUGIA - Rifondazione comunista di Perugia ritiene
che la discussione in atto a livello regionale sulla vicenda di Umbria
Mobilità abbia dei contorni davvero singolari e, per certi aspetti,
preoccupanti. Intanto continuiamo a valutare positivamente la scelta
riformatrice della costituzione dell’Azienda Unica dei Trasporti: in
questo modo si è mantenuto sostanzialmente il carattere pubblico della
gestione e, proprio grazie a questa impostazione politica, è stato
sottoscritto da soci e sindacati un Piano che ha individuato chiaramente
gli impegni strategici ed economici di Umbria Mobilità. Non solo. Il
potenziamento e il mantenimento dell’offerta complessiva del servizio
sono stati possibili anche grazie alla capacità di espansione
dell’azienda, capacità per la verità ereditata da Apm. In questo senso è
arrivato il momento di dire che l’operazione dell’Azienda Unica è stata
possibile anche grazie ai risultati, alle risorse e ai sacrifici del
Comune e della Provincia di Perugia in un’ottica di solidarietà
regionale. Basti citare il caso delle officine o i continui ritardi
nella definizione del biglietto unico con gli aumenti tariffari
scaricati tutti su Perugia. A noi però i derby non ci hanno mai
interessato e tantomeno ci interessano oggi alla luce delle
responsabilità di Monti e del suo governo nell’affossamento della
Provincia di Terni contro il quale dichiariamo la nostra totale
contrarietà Diciamo questo in quanto, proprio perché crediamo
nell’importanza di puntare alla definizione di strumenti amministrativi
pattizi tra le regioni dell’Italia mediana, contrariamente ad una certa
attuale vulgata riteniamo ancora giusta e valida la scelta di avere
un’azienda pubblica in grado di andare oltre i confini regionali. Si
vuole difendere l’interesse regionale? Bastava votare a favore della
nostra mozione sulla vertenza Umbria contro le politiche del governo
Monti che per le misure che sta attuando è per la nostra regione la vera
sciagura. Certo, perché esattamente come per la sanità e gli Enti
Locali, l’azione del governo Monti sul trasporto pubblico locale ha
determinato, grazie alla spending review, tagli linerari e
indiscriminati che rischiano di mettere definitivamente in ginocchio
tutto il sistema. Questi provvedimenti accompagnati dai vincoli del
Patto di Stabilità che rendono di fatto impossibile per gli Enti Locali
avere un’adeguata fluidità di cassa per i pagamenti penalizzano poi
ulteriormente regioni che come la nostra hanno da tempo avviato sul
trasporto pubblico un'azione riformatrice e di vera semplificazione.
Ecco perché torniamo a dire che Umbria Mobilità e la sua gestione
pubblica possono ancora rappresentare un’occasione di crescita
economica, politica e sociale. Il punto è che una certa
drammatizzazione sulla gestione pubblica ci riporta invece alla memoria
la sbornia privatizzatrice dei governi D’Alema e Berlusconi e tutti i
danni che ha prodotto ai servizi e ai lavoratori. La privatizzazione
determinerebbe solo una ristrutturazione che rischierebbe di mettere a
rischio i posti di lavoro e un peggioramento del servizio. Per il
momento pensiamo che non servano a nulla tagli di teste o la retorica
sugli stipendi dei manager, tema sul quale non prendiamo lezioni da
nessuno, tantomeno dai berlusconiani Lignani e Monni, visto che sono
venti anni che proponiamo tagli in questo senso e la definizione di un
tetto massimo alle loro retribuzioni. Per questo auspichiamo che si
mettano da parte atteggiamenti piccosi e che tutti gli Enti interessati
dalla vicenda collaborino per la risoluzione possibile e positiva della
vicenda. Per il mantenimento del servizio pubblico e per la garanzia dei
diritti e del salario dei lavoratori.
Enrico FlaminiSegretario Provinciale Prc-FdS Perugia
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