venerdì 3 agosto 2012

Rifondazione comunista contro la privatizzazione di Umbria Mobilità


PERUGIA - Rifondazione comunista di Perugia ritiene che la discussione in atto a livello regionale sulla vicenda di Umbria Mobilità abbia dei contorni davvero singolari e, per certi aspetti, preoccupanti. Intanto continuiamo a valutare positivamente la scelta riformatrice della costituzione dell’Azienda Unica dei Trasporti: in questo modo si è mantenuto sostanzialmente il carattere pubblico della gestione e, proprio grazie a questa impostazione politica, è stato sottoscritto da soci e sindacati un Piano che ha individuato chiaramente gli impegni strategici ed economici di Umbria Mobilità. Non solo. Il potenziamento e il mantenimento dell’offerta complessiva del servizio sono stati possibili anche grazie alla capacità di espansione dell’azienda, capacità per la verità ereditata da Apm. In questo senso è arrivato il momento di dire che l’operazione dell’Azienda Unica è stata possibile anche grazie ai risultati, alle risorse e ai sacrifici del Comune e della Provincia di Perugia in un’ottica di solidarietà regionale. Basti citare il caso delle officine o i continui ritardi nella definizione del biglietto unico con gli aumenti tariffari scaricati tutti su Perugia. A noi però i derby non ci hanno mai interessato e tantomeno ci interessano oggi alla luce delle responsabilità di Monti e del suo governo nell’affossamento della Provincia di Terni contro il quale dichiariamo la nostra totale contrarietà Diciamo questo in quanto, proprio perché crediamo nell’importanza di puntare alla definizione di strumenti amministrativi pattizi tra le regioni dell’Italia mediana, contrariamente ad una certa attuale vulgata riteniamo ancora giusta e valida la scelta di avere un’azienda pubblica in grado di andare oltre i confini regionali. Si vuole difendere l’interesse regionale? Bastava votare a favore della nostra mozione sulla vertenza Umbria contro le politiche del governo Monti che per le misure che sta attuando è per la nostra regione la vera sciagura. Certo, perché esattamente come per la sanità e gli Enti Locali, l’azione del governo Monti sul trasporto pubblico locale ha determinato, grazie alla spending review, tagli linerari e indiscriminati che rischiano di mettere definitivamente in ginocchio tutto il sistema.  Questi provvedimenti accompagnati dai vincoli del Patto di Stabilità che rendono di fatto impossibile per gli Enti Locali avere un’adeguata fluidità di cassa per i pagamenti penalizzano poi ulteriormente regioni che come la nostra hanno da tempo avviato sul trasporto pubblico un'azione riformatrice e di vera semplificazione. Ecco perché torniamo a dire che Umbria Mobilità e la sua gestione pubblica possono ancora rappresentare un’occasione di crescita economica, politica e sociale.  Il punto è che una certa drammatizzazione sulla gestione pubblica ci riporta invece alla memoria la sbornia privatizzatrice dei governi D’Alema e Berlusconi e tutti i danni che ha prodotto ai servizi e ai lavoratori. La privatizzazione determinerebbe solo una ristrutturazione che rischierebbe di mettere a rischio i posti di lavoro e un peggioramento del servizio. Per il momento pensiamo che non servano a nulla tagli di teste o la retorica sugli stipendi dei manager, tema sul quale non prendiamo lezioni da nessuno, tantomeno dai berlusconiani Lignani e Monni, visto che sono venti anni che proponiamo tagli in questo senso e la definizione di un tetto massimo alle loro retribuzioni. Per questo auspichiamo che si mettano da parte atteggiamenti piccosi e che tutti gli Enti interessati dalla vicenda collaborino per la risoluzione possibile e positiva della vicenda. Per il mantenimento del servizio pubblico e per la garanzia dei diritti e del salario dei lavoratori.
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
 

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