sabato 11 agosto 2012

«Noi accusiamo!»


Massacro sociale: un appello-denuncia sul silenzio degli intellettuali

Questa "ingenua paginetta" (così un commento) è circolata in alcune mailing list e viene ora pubblicata in blog o siti che hanno accettata di ospitarla.

I suoi promotori  la intendono come un primo "segnale di fumo"  di un dissenso diffuso da rendere manifesto e ragionato; e s'impegnano a migliorarne contenuti e formulazione con quanti vorranno aderire o discuterla scrivendo a: ennioabate@alice.it

Ennio Abate, Roberto Bugliani, Giulio Toffoli
7 agosto 2012


Noi firmatari intendiamo esprimere la nostra indignazione per il silenzio ambiguo, quasi una complicità, con cui il ceto intellettuale sta rispondendo alla delicatissima e cruciale fase storica, politica, economica, giuridica e culturale che attraversa l'Italia. Ci riferiamo a tutti gli intellettuali che godono di maggiore visibilità sui media e sul web, che continuano a "distrarsi" e a intrattenere l'opinione pubblica su questioni di natura letteraria e artistica, di per sé pur valide e importanti, ma che diventano chiacchiera, se trattate senza un legame preciso con i problemi sociali irrisolti o in via di peggioramento per le pesantissime misure economiche di austerità e sacrifici a senso unico (le cosiddette "manovre lacrime e sangue") imposte ex novo dall'attuale governo Monti o mutuate dal precedente governo Berlusconi. Tacendone, non dichiarando onestamente se tali manovre le si condivide o le si rifiuta, “parlando d’altro”, è come se gli intellettuali  si riducessero a fioristi che  decorano e nascondono le piaghe di una polis sempre più in decomposizione.

Dalla nostra collocazione di intellettuali meno visibili o invisibili accusiamo e chiediamo da questi nostri colleghi una parola chiara: un sì o un no  al governo Monti, che sarebbero entrambi dignitosi  e accettabili; mentre, invece, indegno e miope è il rifugiarsi nel silenzio imbarazzato o protervo di chi crede di non poter essere più contestato e di non dover rendere conto se non alla sua cerchia più vicina. Chiediamo, dunque, ai singoli esponenti del ceto artistico e intellettuale di esprimersi sulla situazione politico-economica attuale, di fare sentire la propria voce, di dichiarare apertamente la loro posizione. Perché, dinanzi a una situazione di gravissima crisi sociale, politica ed economica come l'attuale, nessuno ha il diritto di sottrarsi con il silenzio. Non comunque coloro che vantano il valore conoscitivo, culturale e artistico universale della parola.

Prime adesioni:
Ennio Abate
Franz Amigoni
Roberto Buffagni
Marco Gaetani
Gianfranco La Grassa
Paolo Lezziero
Gianmario Lucini
Giuseppe Natale
Piero Pagliani
Angela Passarello
Massimo Ragnedda
Flavio Rurale
Rita Simonitto
Lucio Mayoor Tosi
Franco Tagliafierro
Augusto Vegezzi

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