Sel di Nicki Vendola, dopo le elezioni politiche del 24 febbraio,
confluirà nel Pd?L’indiscrezioni circola con insistenza da qualche
giorno. Si parla, addirittura, di un “patto segreto” tra Bersani in
persona e il presidente della Regione Puglia, leader di una Sinistra
“Plurale” ormai annacquata negli equilibri del Pd.
La scelta di Vendola non è indolore. Tant’è vero che un ‘pezzo’ importane di questo Partito, nato per rappresentare la Sinistra italiana, mal ‘digerisce’ l’accordo con un Pd che, di fatto, non ha rinnegato l’appoggio al Governo Monti, dalle tasse al Fiscal compact. Sono in tanti ad essere delusi dalla svolta ‘governativa’ del leader di Sel. E molti di questi iscritti e simpatizzanti guardano alla Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.
Ma ormai l’accordo con il Pd è una realtà. Quella del presidente della Regione Puglia è una corsa contro il tempo. L’accordo politico ed elettorale con Bersani appanna la sua immagine, ma gli dà la possibilità di mettere all’ ‘incasso’ una bella cambiale firmata in bianco dal leader del Pd.
Alla fine Vendola, che sembrava un leader della Sinistra ‘Rivoluzionaria’, si sta dimostrando più democristiano dei democristiani della democristiana Puglia, se è vero che con un Partito ormai diviso, con la base in rivolta e con una scissione alle porte sta riuscendo a portare a casa un risultato che, in termini democristiani, è straordinario: gli basterà pendere il 4 per cento (e forse lo stesso Pd gli darà una mano) per ‘conquistare’ da 50 a 60 seggi nel futuro Parlamento nazionale!
Sel, insomma, si presenterà alle elezioni politiche con il proprio simbolo. Con un accordo di ‘ferro’ con il Pd. Anche Sel ha celebrato le primarie. Ma Vendola, con grande abilità, ha conservato per sé 23 poltrone. I 23 seggi sicuri (garantiti anche dal Pd) verranno assegnati ai fedelissimi di Vendola che, per l’occasione, lascerà a casa tutti quelli che contestano la sua svolta ‘governativa’ (in pratica, non dovrebbero andare in Parlamento i dirigenti di Sel che credono nella Sinistra!).
La scelta di Vendola non è indolore. Tant’è vero che un ‘pezzo’ importane di questo Partito, nato per rappresentare la Sinistra italiana, mal ‘digerisce’ l’accordo con un Pd che, di fatto, non ha rinnegato l’appoggio al Governo Monti, dalle tasse al Fiscal compact. Sono in tanti ad essere delusi dalla svolta ‘governativa’ del leader di Sel. E molti di questi iscritti e simpatizzanti guardano alla Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.
Ma ormai l’accordo con il Pd è una realtà. Quella del presidente della Regione Puglia è una corsa contro il tempo. L’accordo politico ed elettorale con Bersani appanna la sua immagine, ma gli dà la possibilità di mettere all’ ‘incasso’ una bella cambiale firmata in bianco dal leader del Pd.
Alla fine Vendola, che sembrava un leader della Sinistra ‘Rivoluzionaria’, si sta dimostrando più democristiano dei democristiani della democristiana Puglia, se è vero che con un Partito ormai diviso, con la base in rivolta e con una scissione alle porte sta riuscendo a portare a casa un risultato che, in termini democristiani, è straordinario: gli basterà pendere il 4 per cento (e forse lo stesso Pd gli darà una mano) per ‘conquistare’ da 50 a 60 seggi nel futuro Parlamento nazionale!
Sel, insomma, si presenterà alle elezioni politiche con il proprio simbolo. Con un accordo di ‘ferro’ con il Pd. Anche Sel ha celebrato le primarie. Ma Vendola, con grande abilità, ha conservato per sé 23 poltrone. I 23 seggi sicuri (garantiti anche dal Pd) verranno assegnati ai fedelissimi di Vendola che, per l’occasione, lascerà a casa tutti quelli che contestano la sua svolta ‘governativa’ (in pratica, non dovrebbero andare in Parlamento i dirigenti di Sel che credono nella Sinistra!).
tratto da linksicilia.it
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