Le improbabili minacce di Nichi di Dino Greco, Liberazione.it
«O Monti o me», tuonicchia Vendola, fingendo di ammonire
Bersani per accreditare l'impressione di un ruolo che Sel dentro il
Centrosinistra non ha oggi e, con solare evidenza, non avrà ancor più in
futuro.
La nuova, terribile minaccia suona infatti così: se il Pd imbarcherà nel governo l'uomo della Trilateral, allora dovrà fare a meno di Sel.
Tremate, gente, tremate! Ma Nichi, forse per il timore (infondato) di essere preso troppo sul serio, si affretta a chiarire che mai creerà problemi alla stabilità del Centrosinistra, mai “tirerà la giacchetta” al solo, vero dominus della compagine, né farà il “pierino” che alza la voce per dire “+1”.
In pratica, la pseudo esibizione muscolare del capo di Sel si risolve in un timido belato che non può nascondere quanto da lui già sottoscritto, papale papale, nella Lettera dei Democratici e dei Progressisti: l'adesione all'“alleanza di legislatura con il Centro liberale”.
Un vincolo perentorio, strategico, non tattico, che comporterà intese di governo, accordi per distribuire ministeri, sottosegretariati, cariche istituzionali.
Vendola berrà tutto, “le ipoteche e le badanti”. Si accettano scommesse.
Fanno finta di credergli solo i centristi, nell'intento di spaventare gli elettori più moderati del Pd, notoriamente timorosi di ogni stormir di fronda, per indurli ad abbandonare la corazzata democrat. Ma, in cuor loro, sanno che da Sel – ormai pronta a pagare qualsiasi prezzo alla rottura a sinistra e al patto faustiano che li porterà in parlamento con la dote aggiuntiva garantita dal porcellum – non c'è nulla, ma proprio nulla da temere.
Se poi, com'è probabile, il Centrosinistra non vincerà la competizione al Senato, la matematica chiuderà definitivamente ogni discorso.
La nuova, terribile minaccia suona infatti così: se il Pd imbarcherà nel governo l'uomo della Trilateral, allora dovrà fare a meno di Sel.
Tremate, gente, tremate! Ma Nichi, forse per il timore (infondato) di essere preso troppo sul serio, si affretta a chiarire che mai creerà problemi alla stabilità del Centrosinistra, mai “tirerà la giacchetta” al solo, vero dominus della compagine, né farà il “pierino” che alza la voce per dire “+1”.
In pratica, la pseudo esibizione muscolare del capo di Sel si risolve in un timido belato che non può nascondere quanto da lui già sottoscritto, papale papale, nella Lettera dei Democratici e dei Progressisti: l'adesione all'“alleanza di legislatura con il Centro liberale”.
Un vincolo perentorio, strategico, non tattico, che comporterà intese di governo, accordi per distribuire ministeri, sottosegretariati, cariche istituzionali.
Vendola berrà tutto, “le ipoteche e le badanti”. Si accettano scommesse.
Fanno finta di credergli solo i centristi, nell'intento di spaventare gli elettori più moderati del Pd, notoriamente timorosi di ogni stormir di fronda, per indurli ad abbandonare la corazzata democrat. Ma, in cuor loro, sanno che da Sel – ormai pronta a pagare qualsiasi prezzo alla rottura a sinistra e al patto faustiano che li porterà in parlamento con la dote aggiuntiva garantita dal porcellum – non c'è nulla, ma proprio nulla da temere.
Se poi, com'è probabile, il Centrosinistra non vincerà la competizione al Senato, la matematica chiuderà definitivamente ogni discorso.
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