lunedì 7 gennaio 2013

E’ ufficiale: Pd e Sel siciliani sono ‘commissariati’ dalle segreterie romane

Si è conclusa la direzione regionale del Pd siciliano. Della riunione – o meglio, della cronaca della riunione – che si è svolta a Palermo, riferirà tra poco il nostro Gabriele Bonafede. Per ora possiamo solo anticipare alcune indiscrezioni. 

La prima indiscrezione è che il Pd romano non avrebbe intenzione di cedere: ha chiesto 11 posti nelle liste sui 32 parlamentari che verrebbero eletto in caso di vittoria, e 11 dovrebbero essere le poltrone. Anche se il segretario regionale del Pd siciliano, Giuseppe Lupo, sarebbe convinto di cedere solo 5 o sei seggi ai ‘sodali’ del segretario nazionale BersaniTra gli undici ‘paracadutati’ da Roma nelle liste del Pd siciliano ci sarebbero pure due siciliani. Ci sarebbe Carlo Vizzini, già segretario nazionale del Psdi nella Prima Repubblica, poi per 18 anni con Berlusconi e, adesso, ‘recuperato dall’ala ‘consociativa’ del Pd siciliano di estrazion e post comunista.
I lista andrebbe anche l’ex assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, esponente di punta del ‘lombardismo’, cioè del passato Governo regionale retto da Raffaele Lombardo, oggi sotto processo per fatti di mafia. Massimo Russo, con la sua politica sanitaria dissennata, ha fatto perdere n sacco di voti al Pd siciliano (ricordiamo che, alle ultime elezioni regionali, grazie all’alleanza del Pd siciliano con il Governo Lombardo, voluta da Giuseppe Lumia e Antonello Cracolici, con la ‘benedizione’ del Pd romano, il Partito democratico ha perso circa 200 mila voti).
In pratica, nel Pd siciliano rischia di verificarsi il paradosso: chi, nonostante i problemi creati dal Governo Lombardo, ha mantenuto i legami con il territorio viene penalizzato con l’esclusione dalle liste; mentre chi ha fatto perdere un sacco di voti al Partito viene ‘premiato’ con un bel posto in lista. Una follia. 
Di fatto, la sinistra siciliana sembra commissariata. Le primarie del Pd siciliano – se Roma confermerà la richiesta di undici posti nelle liste delle elezioni politiche nazionali del 24 febbraio – si configurerebbero come una farsa.

Lo stesso discorso – se non peggio – vale per Sel di Nicki Vendola. Questo partito, che era nato per dare voce a una sinistra ‘plurale’, si sta confermando un Partito al ‘singolare’, dove a comandare, in pratica, è un singolo: lo stesso Vendola. Che, su una trentina di posti disponibili in tutta l’Italia, ne ha riservato ben 23 ai propri ‘amici’, tagliando fuori tutti quelli che non si riconoscono nelle sue posizioni.
Ma se il Pd, alla fine, terrà (anche se non si escludono esiti clamorosi, soprattutto in Sicilia), Sel di Vendola rischia di franare. Se il Partito democratico è fatto anche di interessi forti, Sel, al contrario, è un Partito fortemente ideologizzato: non a caso le proteste, da parte di militanti incazzati come iene, dilagano in tutte le regioni italiane.
Tant’è vero che, in pochi giorni, il Partito – nei sondaggi – è passato dal 5,6 per cento al 4,2 per cento. Con una situazione che peggiore di ora in ora.
Ai militanti di Sel – che provengono da tante aree della sinistra italiana non legata al Pd (con la sola eccezione di Fabio Mussi che Vendola e compagni hanno sacrificato) – la scelta di Vendola di legarsi mani e piedi al Pd di Bersani non va proprio giù. Da qui le contestazioni durissime che rischiano, tra qualche settimana, di far precipitare il Partito a percentuali da prefisso telefonico.
I maligni sostengono che questa era proprio la strategia non tanto del Pd di Bersani, quanto delle Massonerie finanziarie europee che debbono imporre all’Italia una “soluzione greca”: tasse, imposte, Fiscal compact, pareggio di bilancio e altri sacrifici. Facendo realizzare questa ‘macelleria sociale’ al Pd che, però, vuole assolutamente essere ‘coperto’ a sinistra.
Da qui l’eliminazione fisica di Italia dei Valori di Di Pietro e l’alleanza – che forse è qualcosa di diverso da una comune ‘alleanza’ politica – tra lo stesso Pd e Sel. Con l’obiettivo, ormai riuscito, di appiattire il partito di Vendole sulle posizioni di Bersani. Operazione perfettamente riuscita.

Fonte: http://www.linksicilia.it/

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