Il Sindaco Boccali ha fatto bene ad annunciare l’intenzione di indire gli Stati Generali per l’elaborazione di un nuovo Piano Organico della Città.
In un momento di crisi generale e di recessione senza precedenti, occorre ridisegnare Perugia tenendo conto delle criticità ma anche delle potenzialità che la città presenta, avviando un confronto con i cittadini e tutti i soggetti sociali ed economici del territorio.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista di Perugia da più di un anno sta sollecitando in questo senso l’Amministrazione. Occorre una visione d’insieme che sappia sviluppare, in tutti gli ambiti amministrativi, un nuovo progetto di città nel segno dei beni comuni, della cultura e del sociale, capace di dare a Perugia un’economia sostenibile e un profilo di alta vivibilità e cultura.
Pensiamo che non si possa più rimandare e chiediamo che intanto si intervenga elaborando nei diversi settori dei piani strategici che sappiano indirizzare i vari interventi da mettere in atto e aiutino nella determinazione di un Piano Organico Generale.
Per questo abbiamo chiesto e chiediamo che si faccia subito un piano sociale, per far fronte ai continui tagli di risorse da parte dello Stato e per mantenere alto il livello dei servizi e del welfare, e un piano del commercio che sappia dare una mappatura certa di quelle che possono essere i futuri insediamenti commerciali della città.
È proprio in base a questa riflessione che Rifondazione Comunista ha votato contro la variante di destinazione d’uso di un plesso commerciale a Centova che, seppur nel rispetto delle cubature, prevedeva l'aumento dell’altezza dell’edificio e della superficie commerciale dello stesso. Riteniamo che ormai in periferia, soprattutto nella zona sud, ci siano già troppe realtà di questo genere e che certi tipi di insediamenti debbano essere ben integrati sia a livello paesaggistico che urbanistico e debbano essere supportati da un potenziamento della rete stradale per garantire la viabilità dei quartieri.
Altra questione è il voto favorevole espresso dal Gruppo sul Quadro Strategico di Valorizzazione del centro storico. In questo caso, è bene ricordarlo, ci si è mossi nel segno della partecipazione con uno strumento come il Tavolo per il centro storico che ha visto la presenza di tutti i soggetti e gli operatori dell’acropoli. Per la prima volta a Perugia si lavora ad un piano organico con strumenti concreti e partecipati, come il Tavolo e il QSV, al fine di riordinare e programmare attività che vanno dal commercio all’artigianato, dalla cultura all’associazionismo cercando di mettere a sistema tutte le forze economiche e sociali sane del centro storico puntando sui giovani e l’associazionismo.
Ricordo che la proposta del Tavolo fu fatta dalla Federazione della Sinistra e che a oggi sta portando i suoi frutti rivitalizzando la città con iniziative di ogni genere, da quelle culturali a quelle residenziali e sociali, e rinsaldando lo spirito di iniziativa e collaborazione con l’Amministrazione sia dei commercianti che delle associazioni. Non solo, è proprio dal Tavolo che sono uscite le linee di indirizzo che porteranno al QSV con il percorso indicato dalla Delibera.
Questo atto non liberalizza selvaggiamente, come qualcuno vuole far credere, perché non aggiunge o toglie nulla alle norme che in questi anni si sono susseguite e che certo non hanno avuto tra i sostenitori Rifondazione Comunista. Le sole novità che si introducono con la Delibera sono: la possibilità di insediamento o trasferimento per gli esercizi relativi alla vendita di abbigliamento in Corso Vannucci e la possibilità di prevedere autorizzazioni per medie e grandi strutture (escluso il settore alimentare) in centro storico.
Forse qualcuno è troppo giovane per ricordare la presenza di ampie strutture come Standa o Coin in centro? Come si fa a non capire che va rotto il monopolio degli immobili che hanno certe caratteristiche commerciali e che oggi risultano inutilizzati per l’esosità dei loro canoni d’affitto?
Pur non appartenendo alla “cultura del consumo”, ci rendiamo conto che nell’acropoli (nella periferia certo no) manca un’offerta che ormai è presente in molte città d’arte e che può contribuire ad una presenza più ampia e costante in centro storico non solo dei turisti ma anche da parte degli stessi perugini. Il fatto che sia escluso il settore alimentare non è di poco conto, dimostra che nessuno vuole speculare in grandi strutture, magari amiche, e che si farà attenzione di non svilire Perugia con centri commerciali di vecchio stampo.
Rispetto alle critiche che alcune associazioni hanno mosso sull’atto e nei nostri confronti, ribadiamo che, a prescindere su come la si pensi riguardo ad un’eventuale presenza nell’acropoli di strutture commerciali medio-grandi, la Delibera in oggetto non attua nessuna “liberalizzazione selvaggia” perché non interviene sulla normativa e quindi restano tutte le possibilità d’intervento esistenti per l’Amministrazione di gestione e controllo. Ci chiediamo, dove erano queste associazioni quando in Italia come in Regione si votavano e si votano norme, l’ultima Delibera in tal senso è del2011 ed è stata votata all’unanimità dalla Giunta Regionale, che nel nome del libero mercato e della semplificazione tolgono ai comuni sempre più strumenti per il controllo e la gestione del territorio?
Rifondazione Comunista di Perugia è convinta di aver fatto bene e con competenza il suo lavoro votando no a Centova e a favore del Quadro Strategico di Valorizzazione del centro storico, coscienti che ciò non toglie nulla al lavoro che questa Amministrazione sta portando avanti, sicuramente da potenziare con incentivi maggiori, per la residenzialità soprattutto delle giovani coppie. Come abbiamo già detto in Consiglio Comunale, valuteremo le eventuali richieste di nuovi plessi commerciali in centro, così come in tutta la città, di volta in volta con serenità e nell’interesse di Perugia utilizzando gli strumenti a noi a disposizione che, riaffermiamo, non sono stati modificati dall’approvazione del QSV.
Capogruppo PRC Comune di Perugia
EMILIANO PAMPANELLI
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