martedì 2 ottobre 2012

Chaise-longue con Jason Barker, regista di “Marx reloaded” di Gian Luca Valentini

Jason Barker si occupa di filosofia francese contemporanea. E’ inglese e vive e lavora in Serbia. E’ traduttore ufficiale del filosofo Alain Badiou, sul quale ha anche scritto un libro dal titolo “A critical introduction”(London: Pluto Press, 2002).
Inoltre, si occupa di sviluppare il concetto di Karl Marx e della filosofia post-marxista.
E’ poi sceneggiatore e regista. Il suo straordinario film “Marx Reloaded”, un intreccio davvero originale fra animazione e documentario, è uno dei migliori film del 2011.
Il film ci fa capire l’importanza delle idee del grande filosofo traslate ai giorni nostri, in particolare al periodo che stiamo vivendo circa la crisi economico-finanziaria. Nel film vengono intervistati alcuni dei più importanti filosofi viventi come Michael Hardt, Antonio Negri, Nina Power, Jacques Rancière, Alberto Toscano e Slavoj Zizek.

Int.: Dove nasce fisicamente “Marx Reloaded”?
Barker: “Marx Reloaded” è un film a cartoni animati. Le animazioni le abbiamo create a Belgrado. Io vivo qui con la mia famiglia e, tra l'altro, creare le animazioni a Belgrado è molto più semplice e meno costoso che altrove.

Int.: Mi sa che fare un film come questo a Londra sarebbe stato più complicato.....
Barker: Se intendi dal punto di vista politico può darsi, anche se, tieni a mente, ufficialmente io sono un produttore britannico e il film è una co-produzione anglo-tedesca. Io sono inglese ma vivere in Serbia non è più facile; per vivere nei paesi britannici devi avere una Visa ma vivere a Belgrado significa, di contro, dover affrontare magagne burocratiche immense...credo ben peggiori di quelle che affrontate voi in Italia o in Francia...

Int.: Ma ne sei proprio così sicuro? Guarda che anche qui cerchiamo di non farci mancare nulla. Il dramma è il nostro pane quotidiano....
Barker: (ride) Beh, in realtà ho visto che non ve la passate così bene....ma la Serbia ha davvero grossi problemi. L'ex-Jugoslavia ha problemi ma, rispetto ai serbi, quasi tutti loro hanno un lavoro e si portano a casa uno stipendio mentre qui la disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili. C'è una burocrazia che ci sega le gambe e, nello stesso tempo, gli stipendi non arrivano.....nemmeno per chi ha uno stralcio di lavoro, intendo. Mancano del tutto le condizioni favorevoli per ottenere mutui, un sistema pensionistico andato in fumo....e poi non ci sono più movimenti sociali come si vedono da voi o in Spagna....eppure la gente è incazzata nera....è un paradosso. E voi li avete questi movimenti a Genova?

Int.: Sai Genova e la Liguria hanno una forte tradizione storica e quindi qualche movimento è rimasto ma cercano comunque di spazzarli via....Quando ho visto il tuo film mi sono chiesto come mai qui in Italia non sia stato distribuito....poi mi sono risposto da solo....Peccato. Al di là di Marx è importante il messaggio che il tuo film contiene. Forse i nostri politici di sinistra farebbero bene a guardarselo. Com'è la situazione con la distribuzione in Italia....io sono riuscito a vederlo per caso su un canale credo tedesco....quindi con tutte le difficoltà linguistiche e poi era iniziato da qualche minuto.....comunque son rimasto davvero folgorato dal tuo modo di portare Marx ai giovani e non solo....
Barker: Purtroppo da voi nessuno l’ha richiesto. Lo trovo strano, voglio dire, forse capisco che i giovani abbiano difficoltà a comprendere Marx ma so che la vostra storia, le vostre tradizioni, dal dopoguerra ad oggi hanno formato una mentalità comunque imponente e quindi non capisco come mai quelle persone non abbiano richiesto che passasse in tv...... Forse è vero che la gente è stanca, che il potere delle banche e della chiesa cattolica, la crisi, lo sfruttamento delle persone li ha resi invisibili e che i giovani non abbiano interesse in altro che internet e nella sciocca tv ma poi toccherà anche a loro e se sapessero che Marx aveva previsto tutto questo oltre 100 anni fa.....

Int.: Che cosa hai voluto dimostrare con “Marx Reloaded”?
Barker : Nel film ho cercato di tirar fuori il messaggio filosofico di Marx, di far capire la corruzione e l'egoismo della politica moderna attraverso il suo pensiero. Gli anni quaranta dell'ottocento hanno davvero cambiato il mondo.
I filosofi si riunivano per trovare il modo di liberare il popolo sottomesso e martoriato da secoli di sottomissione. E oggi, che la situazione non è così diversa, ho voluto riportare in auge il pensiero di Marx per capire se questo (ma io ne sono sicuro) possa aiutarci a cambiare la squallida realtà in cui stiamo vivendo. Marx funziona, ancora oggi, a maggior ragione ora che il capitalismo o neo-capitalismo o biocapitalismo hanno dimostrato di essere dannosi, disastrosi per il nostro sistema e di esserlo da tutti i punti di vista.

Int.: Ora te lo chiedo direttamente. Perchè fare un film su Marx oggi?
Barker: Erano lustri che pensavo di fare un film su di lui. Le ragioni per cui l'ho fatto sono davvero quelle che ti ho elencato prima. Penso che capire Marx sia capire il mondo in cui stiamo vivendo e poter, attraverso l'interpretazione delle sue idee, intervenire per cambiare le porcherie che stiamo facendo ovunque. Ho insegnato Marx per molti anni ma poche persone seguono i filosofi. Quindi volevo, attraverso il video, arrivare ad un pubblico più vasto...so che è stato un progetto ambizioso, ma era l'ora di tornare a parlare di questo monumento della storia, di farlo conoscere ancora al maggior numero possibile di persone sulla faccia della Terra.

Int.: E come hai fatto? Fare un film animato è molto costoso...chi ti ha aiutato?
Barker: E' vero. E' molto costoso. La televisione tedesca venne a parlare con me nel 2009 e in quel periodo la crisi mordeva davvero forte. La ZDF ci vide lontano e in quell'incontro mi chiesero di parlare di crisi finanziaria in un film. E chi meglio di Marx poteva farlo? Vedi, fare un film su Marx è difficile non solo per quello che si accennava prima (i giovani non lo conoscono, sei troppo schierato politicamente, ecc., nds) ma, soprattutto, perché sarebbe molto costoso ed una televisione, quasi sempre, non può permettersi cifre astronomiche per girare un film. Ma abbiamo lottato e ci siamo riusciti e la soddisfazione di sapere che il pubblico avrebbe conosciuto questo filosofo e con un mio film......

JBKM2Int.: Certo che hai avuto un bel coraggio a portare in tv un personaggio molto scomodo. Eppure hai rotto il muro.
Barker: Marx è un taboo ovunque, davvero, proprio un taboo. Invece è proprio ora il momento “More Marx” (di vedere più Marx, di parlare di più su di lui, nds), il momento di parlare di tasse sulla proprietà, di tassazione sul reddito, di parlare di percentuali di disoccupazione da brividi, di salute e benessere oggi in mano a solo l'1% della popolazione visto che il 99% delle persone producono e l'1% non fa un cavolo ma detiene soldi e potere....forse non son riuscito a parlare di tutto, intendo proprio di tutto nel film e questo perché la bibliografia e le idee di Marx sono infinite......ma devo dire che di film su di lui quasi non ce ne sono ed io ho davvero rotto il taboo.....

Int.: Magari farai Marx Reloaded 2.....
Barker: (ride) potrebbe essere....

Int.: Su di lui davvero se ne dovrebbero fare centinaia di seguiti.....
Barker: Sono d'accordo e se vai sul mio sito vedrai già le prime nuove su “Marx Revolution” il mio nuovo film...

Int.: Questa è davvero una bella notizia! Ora non fermarti...hai dimostrato che Marx può arrivare al cinema....Hai mai pensato a fare un film drammatico su questo argomento?
Barker: Si ed è per questo che stiamo pensando a “Marx Returns”. Sarà un film animato con uno script basato sulla fiction poiché penso che per raccontarlo occorrerà anche fantasia. Attenzione, non un biopic all'americana in stile hollywoodiano come può essere JFK o film come quelli ma un qualcosa che, attraverso elementi di fiction, ci aiuti ad entrare nella sua realtà. Non sarei in grado di fare una sceneggiatura sui fatti salienti della sua vita così come nei biopic di Hollywood, occorre fantasia, fiction, appunto, capire che cosa avrebbe fatto in seguito, che cosa avrebbe detto di una realtà sconosciuta.......e poi tutto sarebbe nuovissimo....non si sa così tanto di lui....della sua vita privata.... Quello che vorrei far capire, comunque, è che anche dietro un genio come lui, c'era una persona normale, dotata di un'umanità ineguagliabile. Ha pensato cose eccezionali, altre non è riuscito a finirle, altre ancora le ha tralasciate perché non erano importanti. Il suo contributo alla cultura, all'economia, alla politica vanno visti anche dietro queste cose, a quella parte di lui che poteva parlarci, farlo davvero essere uno di noi, uno con cui poter dialogare. Ecco, la cosa che vorrei tirar fuori sono le domande che si poneva e che tutt'oggi restano ancora insolute. Questa è la parte importante. Perché fu proprio lui a chiederci di rispondergli ai suoi quesiti e questo sarebbe fondamentale per portare avanti il lascito così imponente che ci ha tramandato.
Ci ha lasciato teorie che dicono: “è produttivo solo il lavoro che produce il capitale, mentre è improduttivo il lavoro che viene scambiato direttamente con un profitto o con un salario”, teorie fondamentali che non si possono ignorare e non si deve dire che siano superate. Si deve esaminare e discutere il suo pensiero, lo stesso vale per le sue teorie.
Dobbiamo risolvere i suoi interrogativi. La sua estrema praticità servirà a tirar fuori il mondo dal baratro in cui ogni giorno precipita sempre più.

Int.: Anche se non ne parli nel film, mi dici la tua sul discorso affrontato da Marx circa l'alienazione, un tema, ahimé, attualissimo....
Barker: Come si dice “grazie per la domanda”. Il tema dell'alienazione è uno dei primi lavori del filosofo. Non so se le persone siano davvero alienate sul lavoro nel senso di una volta (il lavoro di fabbrica, nds) ma sicuramente oggi ci sono nuovi stili di alienazione dettati dalle nuove tecnologie e dalle nuove realtà. Oggi quasi non conta più la tipologia del lavoro. Contano i soldi, conta consumare, avere in mano quel po' di potere che la moneta sonante ti offre. Ecco, si, da questo punto l'alienazione esiste ancora, è una realtà quotidiana.
Il problema sociale enorme di questa “alienazione moderna” è la mancanza e lo sterminio del concetto di tempo libero. Essendo noi solo carne da macello, dei meri consumatori e nulla di altro, il nostro tempo libero viene accorciato, direi azzerato e questo diviene uno dei più grossi problemi sociali di chi è al mondo ora. Davvero un problema sociale immenso. Alienarsi dal lavoro è positivo, essere alienato dalla società e dal tempo libero e dalle aziende sono catastrofi irreparabili.

Int.: Pensi che il capitalismo sia finito o avrà una fine? Se si, quando?
Barker: Ci sono stati film e libri sull'argomento. Hai letto “Vivere alla fine dei tempi” di Slavoj Zizek (Ponte alle Grazie, 2011, nds)? Nel libro lo scrittore annuncia l'Apocalisse del capitalismo a causa dei suoi 4 nemici attuali che lo sconfiggeranno (acquistate il libro e leggete quali sono i 4 cavalieri, nds). Io, se devo esser sincero, non ne sono così convinto....intendo della sua morte almeno in brevi periodi. Questa è la mia schietta idea, solo mia, basata solo sul mio pensiero. Credo, inoltre, come afferma il filosofo Alain Badiou, che oggi stiamo vivendo nuovamente gli anni quaranta dell'ottocento in cui, secondo Marx, avveniva la separazione totale tra i proprietari e gli operai.

Int.: Ti riferisci in particolare al febbraio del 1848 quando ci fu la rivoluzione in Francia....
Barker: Esatto. Ci furono molti morti, i prestiti avevano messo in ginocchio la popolazione e fu crisi. Proprio come ora se ci pensi. C'era la crisi del sistema bancario, la corruzione e questo non poteva che portare ad una rinascita sociale, a un movimento rivoluzionario che poi s'espanse in Germania, in Austria, in tutt'Europa. Come ora c'è la primavera araba. Stiamo vivendo nel 1848, la situazione è davvero simile perché è proprio la gente comune, ora come allora, che si sta organizzando e sta organizzando questa ripresa sociale comune. Non si tratta della destra o della sinistra, ma di studenti, lavoratori, proprio come allora che i Partiti e le Unioni sindacali furono banditi, la politica fu messa da parte, alienata per usare un termine caro a Marx e a Badiou. Una rinascita spontanea dove la gente spaccava le barricate e cercava di costruire spazi comuni, di reclamare i suoi diritti, “reclaim the streets”, “reclaim the common space”. Capisci? “Noi siamo qui”, “siamo importanti”, “siamo una realtà”. Quindi più che la fine del capitalismo, direi che questo è l'inizio di una nuova era, di nuove realtà. Forse questa è la fine del capitalismo finanziario sfrenato ma non del capitalismo perché quest'ultimo è ben lungi da essere una cosa sola. C'è il capitalismo autoritario, quello liberale, ecc. certo, tutti si rifanno alla logica del profitto, del plusvalore ma il capitalismo è ormai entrato come un virus nella società, è parte del nostro pensare, dei nostri pensieri. La sua fine vorrebbe dire nuovi orizzonti immaginari reali, nuove filosofie, nuovi modi di pensare.....

Int.: O forse ci sarebbe bisogno di una nuova rivoluzione....come quella araba che io preferisco chiamare rivoluzione visto che la polizia ha massacrato centinaia di persone e i monarchi o oligarchi al potere hanno fatto massacrare la povera gente che manifestava per ottenere i propri diritti......
Barker: Assolutamente si!

Int.: Sono d'accordo che il capitalismo sia un insieme di tante cose....
Barker: Si, proprio come afferma Badiou, filosofo francese che ho tradotto in diverse lingue, quando dice che “il capitalismo non è una cosa singola”, ma tante cose in una e questa è la difficoltà che ci impedisce di trascendere o di andare oltre questa filosofia. Ecco perché una rivoluzione sarebbe la soluzione e anche la sfida al capitalismo sfrenato. Certo, le politiche e le filosofie nuove hanno bisogno di molto tempo sia per nascere che per consolidarsi. Ma possiamo parlare di “rivoluzione in produzione”, “in corso” che, magari, non potrà segnare il passaggio dal mondo produttivo capitalista a quello socialista e da questo a quello comunista ma invece potrà essere una soluzione parallela lontana dalla politica e dall'economia sregolata che ora ci avvolge. Sono molto interessato al Giacobinismo, a Robespierre, Saint-Just e agli altri rivoluzionari e non di meno alla Comune di Parigi del 1871 e studiando questi movimenti si potrebbero pensare nuove forme di organizzazione della società.

Int.: Penso alle elezioni durante la Rivoluzione Francese dove si votava a “100 fuochi” (i fuochi erano i camini delle case e quindi 100 fuochi erano 100 famiglie che votavano, nds) e quindi si conosceva chi votavi e così nella Comune di Parigi e nelle idee di Marx....la decisione al popolo, il potere al popolo.....durante la rivoluzione, chi commetteva errori.....
Barker: Esatto! Se qualcuno sbagliava veniva sostituito ed era moralmente conscio, accettava la sostituzione perché sperava che chi lo avrebbe seguito avrebbe potuto fare semplicemente meglio di lui. Soprattutto non usavano la politica per arricchirsi, per favori personali, per potere o prestigio e se fosse stato così venivano allontanati immediatamente. Loro stavano servendo la comunità, non se stessi. Un'idea semplice ma fondamentale. Fai il tuo lavoro perché é un servizio, un qualcosa di importante per il popolo, non per tuo interesse. Prima si parlava di alienazione, ecco, credo che vada combattuta l'alienazione politica, lasciami coniare una nuova terminologia, quella che ha portato Berlusconi ad essere, oltre che multi-milionario, potente, temuto. La politica è economia personale, è azienda, è interesse personale. Ecco, in questo senso mi ritengo giacobino. Quindi occorre sradicare l'alienazione politica, quella economica, quella eco-politica.

Int.: Ora in Italia è arrivato al potere un banchiere, Mario Monti e tutti salutano con ardore le sue manovre e la possibilità di una nuova imposta proporzionale. Tutti si guardano ben bene di parlare di tasse sulla proprietà. Il potere dei ricchi, del Vaticano e di questi profittatori è vergognoso....
Barker: A tutti non piace pagare le tasse, specie in un momento come questo dove la crisi ci sta divorando il portafogli ed il conto in banca. Il fatto che non piaccia pagare tasse è dovuto alla realtà che tutti noi viviamo in una società dove ti occorre il denaro per sopravvivere. Inoltre, i ricchi sono diventati ancora più ricchi e, lo si dice sempre, lo so, i poveri sempre più spinti verso il buco nero.
Chi ha più soldi paga meno tasse e viceversa. Inspiegabile! Inconcepibile! Chi ha più soldi deve pagare più tasse. Viviamo in una società dove non manca l'istruzione, la salute, i servizi pubblici eppure c'è chi evade le tasse e non paga per godere di queste fortune immense che, infatti, per colpa dei ricchi, si stanno disgregando. Questa è una vergogna inaccettabile che vale il prezzo di una rivoluzione planetaria. Parlare di tasse diventa quindi una cosa ridicola fin quando coloro che possono e devono contribuire maggiormente se ne fottono di farlo. Chi guadagna di più deve contribuire di più. Chi ha tre case non può pagare come uno che è in affitto. Invece, in un mondo di commercialisti, di fiscalisti, di avvocati che ti aiutano ad evadere, ad esportare capitali nei conti bancari offshore o a trovare modi per aggirare il fisco, chi ci rimette sono sempre i poveri e coloro che già subiscono violentemente la scure del fisco. Privilegi, vantaggi, corruzione, potere e soldi fanno fare più soldi. Oggi le banche fanno soldi sui debiti, usano il denaro dei cittadini per speculare sulla loro pelle. E poi ecco le bolle economiche sui titoli spazzatura, sui derivati ecc.
L'economia oggi non si basa più sulla produzione, ma sulla finanza e questo crea indebitamento e “spolpamento” delle classi meno abbienti. L'economia del debito! Che invenzione malvagia dei nostri governanti! Ora dipendiamo dal sistema. Capisci? Da quel sistema che ci ha resi schiavi attraverso l'indebitamento. Siamo schiavi delle banche che hanno reso il nostro denaro carta straccia. Il valore è ora creato dalle banche, non dai lavoratori. Il valore è quello che un banchiere qualunque scrive al computer una mattina qualunque. Questo è il valore. Nulla di altro. Questo è crimine.

Int.: Il profitto prima dell'uomo....
Barker: Proprio così. Assolutamente. Il valore prima dell'uomo. Ma il valore non è la banca, non è un numero, bensì ciò che facciamo, la nostra vita, non un numero astratto di tot cifre.

Int.: Ma noi siamo numeri per la società....solo numeri....
Barker: Vero. Proprio così. I numeri prima delle persone...come hai detto prima: il profitto prima dell'uomo.

Int.: Torniamo a “Marx Reloaded”. Che cosa puoi dirmi del messaggio che hai voluto dare con questo tuo splendido lavoro?
Barker: L'idea di fondo era far vedere Marx come un pensatore moderno, talmente attuale da far rabbrividire gli increduli. Per fare questo l'animazione ci aiutava di più rispetto agli attori in carne ed ossa. E' un po' come “Il Manifesto del Partito Comunista” che era un libro sul futuro, un saggio che anticipava il domani, anticipava la forza del lavoro e della lotta di classe, di un mondo basato sulle idee comuniste reali, il proletariato, il mondo dei lavoratori, la presa di controllo della produzione.....Insomma, quando Marx ed Engels scrissero di questa società così pura, questa ancora non esisteva, era solo un immaginario futuro. Ecco, ho voluto cogliere questo aspetto, far vedere Marx come il filosofo del futuro, il risolutore del male contemporaneo. Un supereroe filosofo.

Int.: E hai scelto l'animazione per le difficoltà del documentario nel rappresentare Marx, credo. E' così?
Barker: Sicuro che è così. Documentare Marx è quasi impossibile ma far vedere un supereroe dalle idee rivoluzionarie ancora attualissime era più facile, specie se animato. Un avventuriero, un precursore dei tempi, sebbene sempre un uomo. Mi volevo scagliare contro quelli che dicono che lui è vissuto in un'altra era bla bla bla....non è così. Marx è un pensatore moderno, ultra attuale. Così, nel mio film lui è un supereroe che può davvero salvare l'umanità malata. Del resto, con le sue idee immense resta davvero uno dei massimi supereroi. Non credi?

Int.: Sono assolutamente d’accordo. Il tuo film resta comunque un prodotto televisivo più che cinematografico. Che cosa pensi della tv di oggi?
Barker: E rieccoci, ahimé, a parlare di pessima alienazione. Alienazione nella produzione, alienazione nel consumo dei prodotti televisivi. Siamo tutti alienati dai prodotti, dalle pubblicità, dai messaggi subliminali....

Int.: Del resto, la televisione è il sistema...non vuole che tu pensi, non vuole che ti preoccupi del tuo futuro e di quello della gente.....
Barker: Certo. A loro interessa solo che tu stia collegato per le pubblicità, per il consumatore che essi ti considerano. Il capitalismo funziona proprio quando tu non pensi, quando sei ignorante..non può attecchire se tu pensi, se ti interessi alle cose concrete anziché a quelle futili....

Int.: “Marx Reloaded” dovrebbe esser visto nelle scuole, negli atenei, nei cinema italiani. Avete una distribuzione qui?
Barker: C'è un distributore di Roma che mi sta aiutando. Mi piacerebbe molto che si vedesse lì da voi perché penso che con la storia che avete avuto e che state vivendo, molti sarebbero interessati.


(*) Gian Luca Valentini, spezzino che vive a Genova è regista teatrale, cinematografico e teatrale; sceneggiatore, scrive su Inchiesta – Edizioni Dedalo e ha un blog che si chiama HABLA CON GIAN: http://glvart.blogspot.com

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