Guardate i video che stanno iniziando a circolare in questi minuti in rete e guardate con attenzione le fotografie.
Questa mattina a Milano, Torino, Roma e
in tutta Italia è andato in scena un film dell’orrore che, statene
certi, tra qualche settimana in molti già non commenteranno più. Non
sono state cariche di alleggerimento ma, ovunque, aggressioni a freddo,
pesantissime.
In quei video e in quelle fotografie ci
sono ragazzi minorenni (di 14, 15, 16 anni) che si proteggono il volto
con le mani mentre tre, quattro poliziotti in divisa picchiano forte,
accanendosi su di loro con i manganelli.
Guardate quei video e quelle foto e
ritrovate il coraggio di indignarvi, perché la nostra dignità in questo
Paese ce la stanno calpestando giorno dopo giorno.
Quelle immagini sono le immagini di uno
Stato che pianifica e decide di aggredire migliaia di studenti perché sa
che chi chiede una scuola pubblica di qualità e risorse per studiare
sta chiedendo una cosa incompatibile con l’ordine che le sue classi
dirigenti hanno in mente.
Pianifica e
decide di aggredire chi chiede per sé e per tutti noi un futuro perché
quel futuro è incompatibile con il presente che ci hanno imposto. Con i
tagli, con il fiscal compact, con i sacrifici sempre a carico degli
stessi, con il pareggio di bilancio in Costituzione, con Monti e le
banche, con gli speculatori e Marchionne, con questa finta politica
dell’alternanza e la sua infinita immoralità e corruttela.
Di questa forza incompatibile con il
loro ordine e la loro disciplina hanno terribilmente paura. Per questo
con la mano sinistra licenziano, tagliano i salari e aumentano l’età
pensionabile e con la mano destra impugnano il manganello e picchiano
forte sulle teste e le schiene degli studenti in lotta.
Non ci sfugge che la politica non si fa
soltanto nelle piazze e nei cortei. Ma noi in quei cortei siamo nati e
di quei cortei siamo sempre fratelli e sorelle, e sempre lo saremo.
Per questo la politica, la nostra politica, deve ripartire da qui.
Cosa dicono i partiti della sinistra di
questa repressione brutale che sta andando in onda in tutto il Paese? E
cosa dicono i partiti della sinistra delle proposte – sempre meno
ascoltate, sempre più sottaciute – che gli studenti avanzano negli
slogan, negli striscioni, nei volantini e nei documenti politici
prodotti nelle assemblee?
Poco o nulla, temo.
Chi ha il coraggio di dire che questo governo si deve dimettere, immediatamente? Quasi nessuno, probabilmente.
Chi farà eccezione sarà nostro alleato.
Ma il primo e più grande alleato è sceso in piazza oggi in tutta Italia:
è la parte più combattiva di una generazione che è stanca di pagare,
subire e piangere. Una ragazza in corteo qui a Roma mi ha detto che non
vuole piangere più e che non le basta più neppure l’indignazione. Vuole
ricominciare a sorridere.
Quel suo sorriso sarà la nostra arma contro Monti e contro la repressione.
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