Ci
dipingono la crisi come un fenomeno naturale. E, come cura, ci
propongono le ricette che sono all’origine della crisi: il neoliberismo.
Tutto questo produce sofferenze tanto drammatiche quanto inutili,
perché la loro ricetta non funziona e aggrava la crisi. Tutto questo
possono farlo perché le persone, anche quelle informate, non capiscono
nulla di economia e finanza.
Così la nostra vita, il nostro futuro e quello dei nostri figli vengono lasciati nelle mani di «tecnici» e apprendisti stregoni che si comportano come i medici medioevali: dicendo di curare la malattia, uccidono il paziente.
Questo libro prova, con un linguaggio elementare, senza usare termini incomprensibili, a spiegare cosa ci sta succedendo davvero: le origini della crisi, le balle che ci raccontano, come fare a uscirne.
È un libro che confida nella razionalità degli umani, nel fatto che dalla comprensione della realtà possa scaturire una coscienza, e quindi un comportamento diverso. È un libro che confida nel fatto che gli schemi di gioco delle squadre di calcio siano più complicati dell’economia. Se tutti discutono con competenza dei primi, potranno capire anche la seconda. Ed evitare di delegare a «tecnici» venduti la gestione della loro vita.
Così la nostra vita, il nostro futuro e quello dei nostri figli vengono lasciati nelle mani di «tecnici» e apprendisti stregoni che si comportano come i medici medioevali: dicendo di curare la malattia, uccidono il paziente.
Questo libro prova, con un linguaggio elementare, senza usare termini incomprensibili, a spiegare cosa ci sta succedendo davvero: le origini della crisi, le balle che ci raccontano, come fare a uscirne.
È un libro che confida nella razionalità degli umani, nel fatto che dalla comprensione della realtà possa scaturire una coscienza, e quindi un comportamento diverso. È un libro che confida nel fatto che gli schemi di gioco delle squadre di calcio siano più complicati dell’economia. Se tutti discutono con competenza dei primi, potranno capire anche la seconda. Ed evitare di delegare a «tecnici» venduti la gestione della loro vita.
UN ASSAGGIO
Sganciate il nastro rosso! Qualche settimana fa sono andato a Torino
in aereo. Sono sceso tra gli ultimi e dopo aver percorso qualche decina
di metri ho trovato una gran coda di persone: tutti i passeggeri scesi
prima di me dall’aereo erano fermi davanti a una porta a vetri, chiusa.
Qualcuno protestava, qualcuno vociava ma senza ottenere alcun risultato:
eravamo impossibilitati a entrare nell’atrio dell’aeroporto per potere
finalmente andare a casa. Nel punto in cui sono rimasto fermo, in fondo
alla coda, partiva un altro corridoio sul quale spiccava la scritta
exit. A quel corridoio era però impedito l’accesso da un nastro rosso,
di quelli che normalmente si utilizzano negli aeroporti per delimitare i
passaggi consentiti. Conoscendo l’aeroporto ho pensato che gli addetti
allo scalo avevano dimenticato di togliere il nastro rosso e che la
strada giusta per uscire non era quella imboccata da tutti i passeggeri
ma quella che il nastro vietava. Avendo le mani occupate da un paio di
bagagli ho chiesto a una persona in piedi vicino a me di sganciare il
nastro rosso in modo da poter imboccare il corridoio che io ritenevo
portasse all’uscita. Il mio vicino mi ha guardato un po’ di traverso e
si è ben guardato dal rimuovere il nastro. Ho quindi posato la borsa, ho
tolto il nastro e – all’inizio un po’ titubante – mi sono incamminato
per il corridoio «proibito». Come avevo previsto quello aveva le porte
aperte e permetteva di raggiungere l’uscita senza problemi. Dopo qualche
esitazione tutti mi sono venuti dietro e senza particolari problemi
siamo usciti dall’aeroporto. Non ci sono state proteste né urla contro
gli addetti allo scalo, e per la verità credo che molti di coloro che
intasavano il corridoio non si siano nemmeno accorti di cosa fosse
successo. Semplicemente hanno visto che la coda defluiva in un’altra
direzione e l’hanno seguita. Quando mi sono messo a scrivere questo
libro ho pensato sovente a quell’episodio, perché a mio parere
rappresenta la metafora della situazione che viviamo nella crisi. In
primo luogo la gente tende a seguire le indicazioni delle autorità,
specie quando ci si trova in un terreno sconosciuto. Talvolta però
quelle indicazioni sono sbagliate. In secondo luogo chi non sa come è
fatto l’aeroporto non ha strumenti per pensare di fare una cosa diversa
da quella predisposta – magari per errore, come in questo caso – dalle
autorità. Per questo si lamenta, urla o si arrabbia, ma non avanza di un
millimetro verso la soluzione del problema. In terzo luogo, pur
incazzati, di fronte al nastro rosso che rappresenta il divieto posto
dalle autorità ci si ferma impotenti. «Chi l’ha messo aveva l’autorità
per farlo e sicuramente ne saprà più di noi». Infine, per uscire
dall’impasse, occorre quindi ragionare, conoscere un po’ il territorio
in cui si deve orientarsi e – soprattutto – decidere di togliere il
nastro rosso, decidere cioè di infrangere il divieto dell’autorità.
Questo libro prova ad affrontare la crisi da questo punto di vista.
Nella prima parte affronta i luoghi comuni più diffusi sulla crisi e
prova a mostrarne l’infondatezza. Cerca cioè di dimostrare che le cose
non stanno come vengono raccontate dal governo e da larghissima parte
dei mass media. Nell’economia – a differenza che nell’aeroporto – le vie
sbagliate non sono indicate per errore o per sbadataggine, ma perché vi
sono in gioco interessi enormi. Chi ha il potere, chi gode di
privilegi, non vuole mollarli e sovente ci indirizza su una strada
completamente sbagliata. In genere è anche molto contento se ci
disperiamo e ci incazziamo tra di noi. Nella seconda parte del libro è
contenuta una mappa grezza dell’aeroporto. Cerco cioè di raccontare
«come effettivamente stanno le cose» dal mio punto di vista. A scanso di
equivoci, il mio punto di vista si «appoggia» – non so quanto
fedelmente – agli insegnamenti di Marx, che è a mio parere insuperato
analista del capitalismo. Nella terza parte cerco di indicare una via di
uscita. A differenza di quanto avvenuto in aeroporto imboccare la via
di uscita non è così agevole. Non basta individuarla, occorre battere
resistenze e interessi consolidati, occorre quindi avere il progetto –
le ragioni – ma anche la forza. Lo scopo di questo libro è quello di
spingervi a sganciare il nastro rosso e di fornirvi gli elementi
fondamentali di orientamento per sganciare il nastro giusto, evitando di
andare a sbattere in una nuova porta chiusa o, addirittura, di
oltrepassare una porta spalancata sul vuoto. La scelta di sganciare il
nastro rosso e di incamminarsi per la corretta via di uscita, di
battersi per poterla raggiungere, non la può però fare questo libro. La
dovete fare voi, perché alla base del cambiamento non vi può che essere
la libera scelta, basata sul libero convincimento, di ogni uomo e di
ogni donna.
ed. Derive Approdi
euro 12
ed. Derive Approdi
euro 12
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