La politica fatta con le alchimie di palazzo, senza tener conto di
quello che succede fuori: diciamo la verità, il dalemismo –
sottoprodotto del togliattismo, che perlomeno aveva una base ideologica
profonda – ha vinto, ha storicamente vinto. Perché ormai qualsiasi
leader non è più incalzato da domande sul «che fare?» ma sul «con chi
stare?». E intanto ci si scorda dei progetti, delle idee, di una visione
del Paese, delle soluzioni ai problemi.
Lo schemino davvero molto arguto uscito fuori da quel trust di
cervelli che è la direzione del Pd è questo: dentro Casini, fuori Di
Pietro. Riproponendo schemi vecchi di 30 o 40 anni, perché a quelli come
D’Alema e Veltroni, probabilmente, alle Frattocchie formattarono il
cervello. Una fantastica e temibile coalizione stile Partitone vecchia
maniera, con l’ala destra post-amendoliana (Udc), con il centro
post-berlingueriano (Pd) e la sinistra post-ingraiana (Sel).
Va bene, mettiamo che Vendola ci sta (e ci starà sicuramente),
mettiamo anche che lo schemino funziona e per una serie di coincidenze
astrali favorevoli l’alleanza vince.
La riforma del lavoro della Fornero, che a breve Pd e Udc voteranno,
verrà ritoccata oppure no? Perché Vendola, al momento, ne è uno
“strenuo” oppositore.
I matrimoni gay verranno istituzionalizzati oppure no? Perché Vendola, al momento, ne è uno “strenuo” sostenitore.
Anche e soprattutto dopo la vittima di ieri, la missione in
Afghanistan verrà prorogata oppure no? Perché Vendola, al momento, ne è
uno “strenuo” oppositore.
Il fiscal compact, che a breve verrà votato da Pd e Udc, verrà
ridiscusso oppure no? Perché Vendola, al momento, ne è uno “strenuo”
oppositore.
La Fiat verrà convocata per un serrato confronto col governo, come
fecero nei loro paesi la Merkel prima (con l’Opel) e Sarkozy dopo (con
la Renault)? E verrà garantito il ritorno della democrazia in fabbrica,
mettendo in chiaro che l’iscrizione a un determinato sindacato (la Fiom)
non può essere motivo di discriminazione?
La patrimoniale che chiedono Vendola e la Cgil, la faranno? E
l’investimento sulla Tav, la Tav che Vendola non vuole, verrà confermato
oppure no? L’esito dei referendum dello scorso anno verrà rispettato,
come chiede Vendola, oppure il nuovo governo se ne fregherà altamente
come al momento stanno facendo Pd e Udc? Un piano di edilizia popolare è
previsto, oppure verranno premiate (ancora) le cementificazioni dei
privati, leggi Caltagirone?
Sono domande retoriche: la risposta la sanno tutti, compreso Vendola.
Parliamo pure di «alleanza tra moderati e progressisti», che fa molto
pensatori riformatori. Ma ben sapendo che verrà da rimpiangere l’Unione
del 2006, da Mastella a Bertinotti. Si scrive Pd-Udc-Sel, si legge
suicidio della sinistra.
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